Sblocco cessione del credito, perché
bisognerà attendere ancora

Sblocco cessione del credito, perché
bisognerà attendere ancora


di Tommaso Gavi – IRPEF
Per lo sblocco della cessione del credito del superbonus si dovrà ancora
attendere, almeno i tempi tecnici. Le misure in arrivo con la legge di
conversione del decreto 11/2023 approvato dalla Camera: dalla
remissione in bonis per le spese del 2022 alla detrazione in 10 anni
La Camera ha approvato la legge di conversione del DL 11 del 2023, il
cosiddetto decreto Blocca cessioni. Il testo passa al Senato per il via libera
definitivo, che dovrebbe arrivare in un paio di giorni, prima della pausa
pasquale.
Per lo sblocco della cessione del credito, però, bisognerà ancora attendere un
po’. Per prima cosa, infatti, incidono questioni di natura tecnica.
Al momento non è infatti ancora possibile provvedere alla comunicazione
all’Agenzia delle Entrate dal momento che la remissione in bonis, la possibilità
di sanare il mancato adempimento entro la scadenza del 31 marzo scorso,
potrà essere utilizzata solo dopo che il testo della legge di conversione sarà
entrato in vigore.
In molti casi si dovrà inoltre attendere che il credito sia effettivamente nel
cassetto fiscale, requisito che è indirettamente richiesto dalle banche che
hanno annunciato la ripresa dell’acquisto delle somme.
Sblocco cessione del credito, i “tempi tecnici” per ripresa
Si aggiunge un altro tassello alle novità relative alla cessione del credito del
superbonus e dei bonus edilizi.
Il 4 aprile scorso, la Camera ha approvato la legge di conversione del decreto
11/2023.
Il provvedimento del Governo, dello scorso 16 febbraio, aveva tra le altre cose
previsto il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura per le
agevolazioni edilizie e il divieto di acquisto delle somme da parte di regioni ed
enti locali.
Nel passaggio parlamentare il testo è stato modificato, ammorbidendo il
divieto di cessione del credito.
Il ripristino di tale possibilità è previsto per diversi soggetti, tra i quali:
● Enti del Terzo settore, IACP e cooperative;
● edilizia libera, nel caso di bonifici pagati entro il 16 febbraio scorso o di
autocertificazione tra le parti;
● sismabonus acquisti, anche senza il contratto preliminare.
Negli scorsi giorni è stata annunciata la ripresa degli acquisti dei crediti legati
ai bonus edilizi da parte degli istituti finanziari.
Tuttavia, le azioni ancora non possono essere immediate per alcune ragioni
tecniche.
La prima è che deve ancora essere ufficializzata la “remissione in bonis” nel
caso di mancata comunicazione all’Agenzia delle Entrate per le somme
relative a spese sostenute nel 2022.
Lo strumento che permetterà di provvedere agli adempimenti anche oltre la
scadenza del 31 marzo scorso e fino al 30 novembre prossimo, pagando una
sanzione di 250 euro, sarà in vigore dopo la pubblicazione del testo della
legge di conversione del decreto 11/2023 in Gazzetta Ufficiale.
In altre parole si dovrà attendere il passaggio al Senato, che potrebbe
concludersi già domani, 6 aprile 2023, con il voto di fiducia.
Dal momento dell’entrata in vigore della norma i commercialisti e i
professionisti abilitati potranno riprendere ad inviare le comunicazioni relative
alle spese del 2022.
Si dovrà poi attendere il 10 del mese di maggio per vedere le somme nei
propri cassetti fiscali.
Inoltre, deve esserci preliminarmente l’accordo tra il contribuente e la banca
che permette di procedere alla cessione del credito attraverso la
comunicazione all’Agenzia delle Entrate.
In altre parole, per lo “sblocco” dei crediti si dovrà attendere ancora un po’, a
partire dai tempi tecnici per le pratiche. Gli istituti si stanno preparando a
ripartire negli acquisti ma, nel caso di nuove somme che non siano state
ancora comunicate, ci sarà ancora da aspettare.
Le misure in arrivo per lo sblocco dei “crediti incagliati”
Le nuove misure in arrivo per lo sblocco dei “crediti incagliati” sono in parte
normative, in parte di altra natura.
La legge di conversione del DL 11/2023 prevede, infatti, alcuni interventi (per
la verità non molti) per favorire la ripresa degli acquisti delle somme da parte
del sistema bancario.
Grande assente tra le misure approvate nel testo, dopo l’approvazione alla
Camera, è la possibilità di permettere a banche e assicurazioni di utilizzare i
crediti in compensazione esterna con F24 con parte dei debiti dei propri
clienti e correntisti.
È invece stata approvata, dopo la discussione alla Camera, la possibilità per
tali soggetti di “trasformare” in BTP di durata di almeno 10 anni, a partire dal
2028, le somme che superano la capienza fiscale.
Un ulteriore strumento per evitare che cittadini e imprese perdano le
agevolazioni edilizie è la possibilità di portare in detrazione le somme in 10
anni, anziché i quattro previsti per le spese a partire dal 2022.
Tale possibilità di fatto permette di ampliare la capienza fiscale dei soggetti
ma non risolve le questioni legate alla liquidità.
La possibilità di recuperare le somme in 10 anni sarà a disposizione anche
per chi acquista i crediti. I tempi allungati per recuperare le somme si
applicano oltre che al superbonus anche al bonus barriere e al sismabonus,
per i crediti oggetto di comunicazione entro il 31 marzo 2023.
Oltre alle misure a livello normativo, è previsto un intervento anche di altra
natura: lo sblocco dei crediti incagliati dovrebbe passare anche attraverso la
creazione di una piattaforma privata che potrebbe fare da “veicolo
finanziario” per permettere di acquistare i crediti fiscali e fare da ponte per
soggetti terzi.
Si dovrà attendere le prossime settimane per gli sviluppi in un quadro ancora
complesso.

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