Credito d’imposta beni immateriali 4.0:
quanto conviene dopo il decreto Aiuti?
di Rita Friscolanti – Esperta di finanza agevolata – Se.Ges srl
Per effetto del decreto Aiuti, per gli investimenti in beni immateriali 4.0
effettuati nel 2022, le imprese possono fruire di un credito di imposta
rafforzato. La misura più elevata si applica anche agli investimenti effettuati
entro il 30 giugno 2023 a condizione che entro il 31 dicembre 2022 il relativo
ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in
misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. Qual è la convenienza
della nuova aliquota agevolativa rispetto alla precedente?
Chi
Possono beneficiare del credito d’imposta per gli investimenti in beni
immateriali 4.0, disciplinato dalla legge di Bilancio 2021 (art. 1, c. 1058,
1058-bis e 1058-ter, legge n. 178/2020), tutte le imprese residenti nel territorio
dello Stato (incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti)
indipendentemente:
- dalla forma giuridica;
- dal settore economico di appartenenza;
- dalla dimensione;
- dal regime fiscale di determinazione del reddito.
Sono escluse: - le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta
amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale o altra
procedura concorsuale prevista dalla legge fallimentare, dal D.Lgs. n. 14/2019
(Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza) o da altre leggi speciali oppure
che abbiano in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali
situazioni; - le imprese destinatarie di sanzioni interdittive (art. 9, c. 2, D.Lgs 231/2001).
La fruizione del beneficio spettante è subordinata alla condizione del rispetto
delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro applicabili in ciascun
settore e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi
previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.
Leggi anche Credito d’imposta beni immateriali 4.0 al 50% per gli
investimenti 2022
Cosa
Sono agevolabili gli investimenti in beni immateriali strumentali nuovi
funzionali ai processi di trasformazione 4.0, ricompresi nell’Allegato B della
legge di Bilancio 2017 (legge n. 232/2016), come integrato dall’art. 1, c. 32,
legge di Bilancio 2018 (legge n. 205/2017).
In sintesi, rientrano tra i beni agevolabili: - software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni, sistemi di
gestione della supply chain finalizzata al drop shipping nell’e-commerce; - software e servizi digitali per la fruizione immersiva, interattiva e
partecipativa, ricostruzioni 3D, realtà aumentata; - software, piattaforme e applicazioni per la gestione e il coordinamento della
logistica con elevate caratteristiche di integrazione delle attività di servizio.
Si considerano agevolabili anche le spese per servizi sostenute in relazione
all’utilizzo dei beni ammissibili mediante soluzioni di cloud computing, per la
quota imputabile per competenza.
Come
Per effetto del decreto Aiuti (D.L. n. 50/2022, art. 21), per gli investimenti
effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022 (ovvero entro il 30 giugno 2023,
a condizione che, entro il 31 dicembre 2022, il venditore abbia accettato il
relativo ordine e siano stati pagati acconti per almeno il 20% del costo di
acquisizione), l’aliquota del credito di imposta è aumentata dal 20% al 50%,
nel limite massimo di costi ammissibili pari a 1 milione di euro.
Quando
Il beneficio spettante è utilizzabile esclusivamente in compensazione, in 3
quote annuali di pari importo, a decorrere dall’anno di avvenuta
interconnessione dei beni.
Le imprese devono: - conservare, pena la revoca del beneficio, la documentazione idonea a
dimostrare l’effettivo sostenimento e la corretta determinazione dei costi
agevolabili; - indicare nelle fatture e negli altri documenti relativi all’acquisizione dei beni
agevolati l’espresso riferimento alle disposizioni agevolative. L’eventuale
irregolarità può essere sanata dal soggetto acquirente, prima che inizino le
attività di controllo da parte dell’Amministrazione finanziaria, attraverso
diverse modalità. La dicitura della norma agevolativa deve essere inserita
anche nei DDT, ma non nel verbale di collaudo o interconnessione (Agenzia
delle Entrate, risposta ad interpello n. 270 del 18 maggio 2022); - produrre o una perizia tecnica asseverata rilasciata da ingegnere o perito
industriale iscritti nei rispettivi albi professionali o un attestato di conformità
rilasciato da un ente di certificazione accreditato, da cui risulti che i beni
possiedono caratteristiche tecniche tali da includerli nell’elenco di cui
all’Allegato B alla legge di bilancio 2017 e che sono interconnessi al sistema
aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Relativamente al
settore agricolo detta perizia può essere rilasciata anche da un dottore
agronomo o forestale, da un agrotecnico laureato o da un perito agrario
laureato. Per i beni con costo unitario di acquisizione non superiore a 300.000
euro, tale onere documentale può essere adempiuto attraverso una
dichiarazione del legale rappresentante, resa ai sensi del DPR n. 445/2000.
Al fine di consentire al Ministero dello sviluppo economico di acquisire le
informazioni necessarie per valutare l’andamento, la diffusione e l’efficacia
della misura, le imprese che si avvalgono del credito d’imposta devono inviare
al Ministero una comunicazione. Il modello, il contenuto, le modalità e i termini
di invio della comunicazione sono stati approvati con decreto direttoriale 6
ottobre 2021. Per gli investimenti effettuati nel 2022, il modello di
comunicazione deve essere trasmesso (in formato elettronico tramite PEC
all’indirizzo benistrumentali4.0@pec.mise.gov.it) entro il 30 novembre 2023.
Calcola il risparmio
CASO 1: INVESTIMENTO INFERIORE A 1.000.000 EURO
Risparmio %
Si ipotizzi che l’impresa Alfa nel 2022 effettui investimenti in beni immateriali
strumentali nuovi 4.0 per un totale di 60.000 euro.
A seguito del decreto Aiuti, il credito è riconosciuto nella misura del 50%,
anziché del 20%.
Il credito d’imposta spettante è quindi pari a 30.000 euro (60.000×50%), contro
i 12.000 euro della precedente aliquota al 20% (60.000×20%).
Con la nuova aliquota, l’impresa Alfa ha un maggior beneficio fiscale di 18.000
euro (30.000-12.000), corrispondente al 30% dell’investimento totale (60.000
euro).
Costi ammissibili
Costi
sostenuti
Credito d’imposta
spettante
% di
risparmio
Costo investimento
effettuato
60.000 30.000 50%
CASO 2: INVESTIMENTO SUPERIORE A 1.000.000 EURO
Risparmio %
Si ipotizzi che l’impresa Beta nel 2022 effettui investimenti in beni immateriali
strumentali nuovi per un totale di 1.200.000 euro.
A seguito del decreto Aiuti, il credito è riconosciuto nella misura del 50%
(anziché 20%) del costo, per investimenti fino a 1.000.000 euro, zero oltre tale
limite.
Il credito d’imposta spettante è pari quindi a 500.000 euro (1.000.000×50%),
contro i 200.000 della precedente aliquota al 20% (1.000.000×20%).
Con la nuova aliquota, l’impresa Beta ha un maggior beneficio fiscale di
300.000 euro (500.000-200.000), corrispondente al 25% dell’investimento
totale (1.200.000 euro).
Costi ammissibili
Costi
sostenuti
Credito d’imposta
spettante
% di
risparmio
Costo investimento
effettuato
1.200.000 500.000 41,67%
Si sottolinea che i crediti non concorrono a formare il reddito né IRES né
IRAP. Per semplicità nel calcolo non si è tenuto conto del risparmio d’imposta
derivante da tale detassazione.
fonte: IPSOA