Pnrr: assegnati 2,8 mld per il programma Pin Qua
sulla qualità dell’abitare. Il 40% va al Mezzogiorno
Il Ministro Giovannini: “Con il decreto firmato oggi la rigenerazione urbana
a favore della qualità di vita delle persone diventa centrale nelle politiche
nazionali”
Approvate 159 proposte di progetti di rigenerazione urbana e di edilizia
residenziale pubblica presentate da Regioni, Comuni e Città Metropolitane per
un valore complessivo di 2,82 miliardi di euro. Con il decreto firmato giovedì
scorso dal Ministro delle Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili, Enrico
Giovannini, vengono assegnati 2,8 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza (Pnrr) e circa 20 milioni derivanti da residui 2019 e 2020 per
attuare il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare
(PinQua). Il 40% dei fondi verrà destinato a progetti da realizzare nelle regioni
del Mezzogiorno. Gli interventi previsti sono finalizzati a ridurre il disagio
abitativo aumentando il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, a
rigenerare il tessuto socioeconomico dei centri urbani, a migliorare
l’accessibilità, la funzionalità e la sicurezza di spazi e luoghi degradati, spesso
localizzati nelle periferie.
“Le persone sono al centro del Pnrr e il finanziamento di questi progetti segna
un punto di svolta nelle politiche per la rigenerazione urbana su tutto il
territorio nazionale, al fine di migliorare in modo significativo il benessere e
l’inclusione sociale”, ha commentato il Ministro Giovannini. “Le risorse del
Piano consentono di rigenerare, attraverso progetti di qualità, il tessuto urbano
in un’ottica di sostenibilità non solo economica e sociale, ma anche
ambientale, evitando ulteriore consumo di suolo nel rispetto del principio
europeo del Do not significant harm. Proprio per le ricadute positive di questi
progetti sulle comunità e sui territori – aggiunge il Ministro – auspichiamo che
le Regioni e le altre amministrazioni locali riescano a trovare fondi aggiuntivi
per realizzare quegli interventi che, pur avendo superato positivamente la
valutazione di merito, non hanno un’adeguata copertura finanziaria”.
Avviato negli anni scorsi con finanziamenti nazionali (800 milioni di euro), il
Pin Qua è stato individuato come centrale nell’azione del Ministero che, con la
nuova organizzazione varata a giugno 2021, ne ha assunto il ruolo di
promozione e coordinamento attraverso la “Direzione generale per l’edilizia
statale, le politiche abitative, la riqualificazione urbana e gli interventi speciali”
e cambiando il nome del Dipartimento di riferimento in modo da rendere
espliciti gli obiettivi in tale ambito. Di conseguenza, alle risorse
originariamente previste per il Programma sono stati aggiunti i 2,8 miliardi di
euro a valere sul Pnrr oggetto del decreto firmato oggi. I progetti che
beneficeranno dei finanziamenti sono stati selezionati nei mesi scorsi dall’Alta
Commissione per l’attuazione del programma, tenendo conto, per la prima
volta in modo esplicito, del principio del Next Generation EU di ‘non arrecare
danno significativo all’ambiente’ (do not significant harm, DNSH) e sulla base
di indicatori di impatto sociale, culturale, economico finanziario e tecnologico.
In coerenza con i tempi di realizzazione delle opere del Pnrr, gli interventi
ammessi al finanziamento dovranno essere realizzati e resi fruibili entro il 31
marzo 2026, una scadenza più ravvicinata rispetto a quella stabilita
originariamente. Per questo gli enti beneficiari dovranno trasmettere al
Ministero, entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del decreto, il
cronoprogramma dei singoli progetti rimodulato sulla nuova scadenza per
confermare la volontà di aderire al programma. In caso contrario, si
provvederà allo scorrimento della graduatoria. Lo stesso decreto prevede che
le altre proposte presentate, ritenute ammissibili dall’Alta Commissione ma
per le quali la dotazione finanziaria non è sufficiente, potranno essere
ammesse a finanziamento se verranno reperite ulteriori risorse.
Tra i 159 interventi ammessi in graduatoria, 8 sono classificati ‘progetti pilota’
ad alto rendimento. Il progetto per Bari, ad esempio, è finalizzato alla
riorganizzazione dell’area in prossimità della stazione ferroviaria centrale
come cerniera di congiunzione tra il centro storico e l’area urbana moderna. È
previsto un insieme integrato di interventi infrastrutturali per la mobilità
multimodale, oltre a interventi di riqualificazione e ristrutturazione urbanistica
con la creazione di nuovi spazi verdi e l’aumento di servizi. Tra i ‘progetti
pilota’ vi è anche quello per Messina, volto al risanamento di aree periferiche
attraverso la demolizione di vecchie abitazioni e la riqualificazione del
patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale, il recupero e la
rigenerazione di spazi e immobili, soprattutto nelle aree ad alta densità
abitativa, per migliorare la qualità ambientale e la resilienza ai cambiamenti
climatici. In Calabria, il progetto pilota ‘Lamezia Spazio-Generazione 2021’
punta a contrastare il fenomeno dello spopolamento di alcuni quartieri
recuperando abitazioni da mettere a disposizione delle famiglie in difficoltà e
migliorando la fruibilità di spazi e servizi sociali.
Vengono anche promossi interventi per migliorare e potenziare la mobilità
sostenibile con la realizzazione di una pista ciclabile sul territorio di Lamezia
Terme e per la riqualificazione del lungomare. A Milano il ‘progetto pilota’
prevede interventi di riqualificazione e riorganizzazione dell’edilizia
residenziale sociale e di rigenerazione del tessuto abitativo di quartieri
periferici dove più marcato è il disagio socioeconomico. Nelle Marche è
previsto, tra l’altro, il progetto per il centro storico di Ascoli Piceno, con
l’obiettivo di ridurre il disagio abitativo adottando una strategia integrata per
migliorare la qualità dell’abitare e l’inclusione sociale. In Molise sono previsti
interventi per la funzionalità e la rigenerazione di aree degradate che insistono
soprattutto a Campobasso e in provincia, con il potenziamento di infrastrutture
e servizi di prossimità e la creazione di punti di aggregazione per favorire
l’integrazione di gruppi sociali.