Legge di Bilancio 2023, dallo stralcio delle cartelle alle pensioni: bocciature dall’UE

Legge di Bilancio 2023, dallo stralcio delle
cartelle alle pensioni: bocciature dall’UE


di Rosy D’Elia – FISCO
Arriva il parere della Commissione UE sull’impianto della Legge di
Bilancio 2023: nel complesso il documento inviato a Bruxelles è in linea
con le raccomandazioni, ma dallo stralcio delle cartelle alle pensioni ci
sono misure non conformi
Il Parere della Commissione UE sulla Legge di Bilancio rappresenta una delle
tappe fondamentali prima dell’approvazione del Parlamento entro fine anno.
Questo passaggio è necessario per verificare la conformità delle misure
inserite nella Manovra alle raccomandazioni europee.
Per il pacchetto di novità in arrivo dal 2023, Bruxelles promuove l’impianto
complessivo ma boccia alcuni interventi specifici: dallo stralcio delle cartelle
alle pensioni, passando per le novità su POS e contanti, alcuni passaggi
risultano non conformi.
Tra i moniti c’è anche il richiamo alla necessità di riprendere l’attuazione della
riforma fiscale.
Legge di Bilancio 2023, dallo stralcio delle cartelle alle pensioni:
misure non coerenti nella Manovra
Nella tabella di marcia che detta i ritmi dei lavori per arrivare all’approvazione
della Legge di Bilancio, la data del 30 novembre segna la scadenza per
ricevere il parere della Commissione UE sul Documento Programmatico di
Bilancio che deve essere pronto nella seconda metà di ottobre.
PROGRAMMAZIONE SCADENZA
Presentazione del DEF al Parlamento 10 aprile
Presentazione alle Camere della Nota di aggiornamento del
DEF
27 settembre
Presentazione del Documento Programmatico di Bilancio 15 ottobre
Presentazione alle Camere del disegno di legge del bilancio
dello Stato
20 ottobre
Parere dalla Commissione UE sul DPB 30 novembre
Approvazione del Parlamento della Legge di Bilancio 31 dicembre
Eventuali disegni di legge collegati alla manovra di finanza
pubblica
entro il mese di
gennaio
Quest’anno le elezioni fissate a settembre e il conseguente cambio di
Governo hanno fatto accumulare una serie di ritardi a catena.
Il DpB è stato inviato a Bruxelles con gli aggiornamenti del nuovo Esecutivo il
24 novembre. E solo oggi, 14 dicembre, con il parere firmato dal
Commissario Paolo Gentiloni la Commissione Europea si è espressa
sulle novità in arrivo con la prossima Manovra.
“Nel complesso il documento programmatico di bilancio aggiornato dell’Italia è
in linea con le raccomandazioni del Consiglio del luglio 2022: l’Italia limita la
crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale e prevede
di finanziare investimenti pubblici per le transizioni verde e digitale e per la
sicurezza energetica”.
Si legge nel comunicato stampa del 14 dicembre 2022.
La premier Giorgia Meloni ha espresso soddisfazione per una “valutazione
positiva che conferma la bontà del lavoro del Governo italiano, sottolinea la
solidità della manovra economica e ribadisce la visione di sviluppo e crescita
che la orienta. In questa direzione continueremo a lavorare nell’interesse dei
cittadini italiani, delle famiglie e delle imprese”.
Accanto a una promozione complessiva della Manovra, però, arrivano una
serie di bocciature su misure specifiche che rappresentano proprio dei punti
chiave della politica economia e fiscale che il Governo porta avanti fin dai
primi giorni di attività.
Le novità sull’utilizzo dei contanti e la tregua fiscale, che Meloni ha citato
anche nelle sue dichiarazioni programmatiche di inizio mandato, sono gli
esempi più lampanti.
Legge di Bilancio 2023, l’UE boccia alcune delle misure chiave:
dallo stralcio delle cartelle ai contanti
In particolare, tra le misure che l’UE ha definito non coerenti con la parte
strutturale delle raccomandazioni degli anni scorsi rientrano tra le altre le
seguenti novità inserite nella Legge di Bilancio 2023:
● l’innalzamento del tetto del contante da 1.000 a 5.000 euro dal 1°
gennaio 2023, attualmente fissato a 2.000;
● lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro relative agli anni dal 2000 al
2015;
● la possibilità di rifiutare il pagamento elettronico di importi inferiori a 60
euro senza incorrere nelle sanzioni entrate in vigore la scorsa estate e
per cui non sono previsti attualmente dei limiti;
● il rinnovo nel 2023 dei regimi di accesso anticipato alle pensioni in
scadenza a fine 2022, come quota 103.
Nello specifico il documento firmato da Gentiloni sottolinea:
“Il 9 luglio 2019 il Consiglio ha segnatamente raccomandato all’Italia di
contrastare l’evasione fiscale, in particolare nella forma dell’omessa
fatturazione, tra l’altro potenziando i pagamenti elettronici obbligatori, anche
mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti, e di
attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso
delle pensioni nella spesa pubblica”.
E in effetti alcune misure contenute nel Disegno di Legge di Bilancio vanno
proprio nella direzione opposta alle misure introdotte dai due Governi
precedenti finalizzate a ridurre l’uso del contante e favorire i pagamenti
tracciabili agendo con spinte che arrivano da più fronti.
Dopo il parere europeo, bisognerà quindi riaprire la discussione su alcune
delle misure indicate come prioritarie ancor prima di cominciare a lavorare
sulla Legge di Bilancio.
È il caso dell’innalzamento del tetto all’uso dei contanti che inizialmente era
stato inserito nel DL Aiuti quater per poi passare nell’impianto della Manovra
per mancanza dei requisiti di necessità e urgenza, che devono caratterizzare
le misure dei decreti legge. Il tentativo di inserirlo nel provvedimento contro il
caro energia incorrendo in un veto molto prevedibile ha rappresentato più che
altro una dichiarazione di intenti.
Sulla Legge di Bilancio 2023, però, i giochi sono aperti, e il testo definitivo che
prenderà forma al termine dei lavori Parlamentari sulla Manovra dovrà tenere
conto anche della posizione della Commissione UE che, tra l’altro, ricorda
all’Italia un ulteriore e importante impegno da rispettare: “adottare e attuare
adeguatamente la legge delega sulla riforma fiscale per ridurre ulteriormente
le imposte sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema fiscale”.
fonte: IMNFORMAZIONE FISCALE

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