LAVORO – Decreto Lavoro, ecco gli importi dell’aumento degli stipendi

Decreto Lavoro, ecco gli importi dell’aumento
degli stipendi


di Domenico Catalano – FISCO
Nuovo taglio del cuneo fiscale e conseguenti nuovi aumenti dello
stipendio in arrivo per lavoratrici e lavoratori con retribuzione annua
lorda inferiore a 35.000 euro, ecco gli importi previsti dal Decreto Lavoro
Il Governo ha approvato il Decreto Lavoro, provvedimento che conterrà
diverse misure in favore di lavoratori e aziende.
La misura senza dubbio più attesa è quella relativa all’aumento degli stipendi
con un ulteriore taglio del cuneo fiscale, che fa seguito ai provvedimenti già
presi sotto il Governo Draghi e poi proseguiti all’inizio dell’esperienza del
Governo Meloni.
L’Esecutivo vuole dunque proseguire gli interventi di supporto al potere
d’acquisto delle famiglie, duramente messo alla prova dall’inflazione degli
ultimi 18 mesi. Tuttavia, poiché l’emergenza relativa ai prezzi del gas sta
ormai passando, l’attenzione si è spostata sul netto in busta paga che
ricevono lavoratrici e lavoratori dipendenti.
Il Consiglio dei Ministri si è svolto il 1° maggio; il MEF ha diramato un
comunicato stampa ufficiale in cui si legge che:
“Su proposta del ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti il
Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge con interventi a sostegno
dei lavoratori che prevedono, in particolare, il taglio di ulteriori 4 punti del
cuneo fiscale e contributivo e fringe benefit esentasse fino a 3mila euro per i
dipendenti con figli”
Decreto Lavoro 2023: aumento degli stipendi, ecco gli importi ed il
periodo di riferimento:
Soggetti
beneficiari
Lavoratori dipendenti con reddito annuo lordo non
superiore a 35.000 euro
Importi Circa 100 euro in più in busta paga
Durata del
beneficio
Sei mesi: tra luglio e dicembre 2023
Ancora manca l’ufficialità e quella che sta girando in queste ore è solo una
bozza del Decreto Lavoro.
Tuttavia, ormai è stato confermato da tutti gli esponenti del Governo che
l’aumento degli stipendi arriverà attraverso lo strumento della riduzione del
cuneo fiscale e seguirà le seguenti linee guida:
● soggetti beneficiari saranno i lavoratori che guadagnano fino a 35.000
euro di RAL (retribuzione annua lorda) con la previsione di due fasce di
intervento:
○ redditi fino a 25.000 euro con un aumento della riduzione del
cuneo di tre punti percentuali rispetto all’intervento precedente;
○ redditi fino a 35.000 euro con un aumento della riduzione del
cuneo di due punti percentuali rispetto all’intervento precedente.
Gli importi esatti dell’aumento dello stipendio in arrivo non si conoscono con
certezza.
Da un’elaborazione dati pubblicata ieri dal Sole24Ore si evince che si tratta di
aumenti in busta paga di circa:
● 96 euro al mese per cinque mesi (fino a novembre) per i lavoratori con
una RAL non superiore a 25.000 euro;
● 99 euro al mese per cinque mesi (fino a novembre) per i lavoratori con
una RAL non superiore a 35.000 euro.
Attenzione: gli importi di cui sopra sono comprensivi di entrambi gli aumenti di
stipendio derivanti dal taglio del cuneo fiscale, quindi chi aveva già ottenuto un
aumento di circa 35-40 euro vedrà aumentare la busta paga di ulteriori 50
euro circa.
Aumenti stipendi temporanei, cosa succederà dopo?
Pare che i tecnici del Governo stiano discutendo da giorni sul periodo oggetto
di intervento.
Inizialmente sembrava che l’aumento dello stipendio dovesse durare cinque
mesi, da luglio a novembre 2023.
Successivamente, il MEF ha diramato un comunicato stampa ufficiale in
cui si è annunciato che la riduzione del cuneo fiscale sarà provvisoria ma
comprenderà anche la mensilità di dicembre:
“Circa 4 miliardi di euro vengono destinati, nel periodo compreso tra il 1 luglio
e il 31 dicembre 2023 (senza ulteriori effetti sulla tredicesima), all’incremento
di 4 punti percentuali del taglio del cuneo fiscale per i dipendenti rispetto a
quanto già previsto in legge di bilancio.
Lo sgravio contributivo, tutto a beneficio dei lavoratori, viene quindi elevato dal
3% al 7% per i redditi fino a 25 mila euro mentre viene innalzato dal 2% al 6%
per i redditi fino a 35 mila. L’aumento nella busta paga dei dipendenti viene
stimato, nel periodo luglio-dicembre, fino a 100 euro mensili di media”
È stata quindi ufficializzata la volontà della maggioranza, anticipata da alcuni
organi di stampa in mattinata, di proporre al ministro dell’Economia e delle
Finanze Giancarlo Giorgetti la volontà di ricomprendere anche la mensilità di
dicembre.
Per poi arrivare pronti a proporre una misura strutturale già con la Legge di
Bilancio per il 2024.
Detrazione spese notarili nel modello
730/2023: limiti e istruzioni
di Anna Maria D’Andrea – MODELLO 730
Le spese notarili pagate per comprare casa possono essere portate in
detrazione con il modello 730/2023. Non è però possibile detrarre l’intera
parcella, ma solo la quota corrisposta per l’atto di mutuo. Di seguito il
focus su spese ammesse, limiti e istruzioni dell’Agenzia delle Entrate.
La detrazione delle spese notarili è una delle agevolazioni previste per chi ha
comprato casa e che potrà essere fruita con il modello 730/2023.
Il costo del notaio rientra infatti tra gli oneri accessori relativi all’acquisto di
casa per i quali si può beneficiare del rimborso IRPEF del 19 per cento, ma è
necessario soffermarsi nello specifico sulle spese ammesse in detrazione,
così come sui limiti previsti.
Non tutto l’onorario del notaio è infatti detraibile con il modello 730/2023, ma
soltanto la quota corrisposta per la stipula dell’atto di mutuo. Un focus
specifico è inoltre fondamentale in relazione al limite di spesa.
Detrazione spese notarili nel modello 730/2023: limiti e istruzioni
Le spese notarili rientrano tra gli oneri accessori relativi alla stipula del mutuo
per comprare casa che è possibile portare in detrazione fiscale con il modello
730/2023.
Nella voce oneri accessori rientrano quindi le spese collegate all’ottenimento
del mutuo. Il costo del notaio ammesso in detrazione fiscale IRPEF è quindi
da intendersi in relazione alle somme spese per questo fine.
Questo il primo limite da considerare: la detrazione delle spese notarili
riguarda esclusivamente la quota dell’onorario relativa all’atto per il mutuo, e
non quella relativa all’atto di compravendita.
Nel modello 730/2023 sarà quindi possibile portare in detrazione le seguenti
spese notarili:
● relative all’onorario del notaio per la stipula del mutuo (con esclusione di
quelle sostenute per il contratto di compravendita);
● le spese sostenute dal notaio per conto del cliente come, ad esempio,
l’iscrizione e la cancellazione dell’ipoteca.
All’interno del modello 730/2023 le spese del notaio dovranno essere indicate
all’interno del Quadro E, Sezione I, al rigo E7, denominato “Interessi per
mutui ipotecari per l’acquisto dell’abitazione principale”.
Detrazione spese notarili nel modello 730/2023: limite di spesa pari a
4.000 euro
La detrazione IRPEF del 19 per cento per le spese notarili e degli altri oneri
accessori si applica fino al limite di 4.000 euro di spesa e, in linea generale, il
rimborso riconosciuto può arrivare fino a 760 euro.
Il limite di 4.000 euro è quindi da intendersi complessivo per tutti gli oneri
accessori. Come indicato dall’Agenzia delle Entrate, tra questi sono compresi:
● l’intero importo delle maggiori somme corrisposte a causa delle
variazioni del cambio per mutui stipulati in altra valuta;
● la commissione spettante agli istituti per la loro attività di
intermediazione;
● gli oneri fiscali (compresa l’imposta per l’iscrizione o la cancellazione di
ipoteca e l’imposta sostitutiva sul capitale prestato), la cosiddetta
“provvigione” per scarto rateizzato;
● le spese di istruttoria, notarili e di perizia tecnica;
● la penalità per anticipata estinzione del mutuo, ecc.
Detrazione spese notarili: esempio di calcolo del limite massimo da
indicare nel modello 730/2023
Facciamo alcuni esempi pratici per capire meglio come considerare il limite
massimo di spesa detraibile con il modello 730/2023.
Il signor Rossi nel corso del 2022 ha contratto un mutuo per l’acquisto
dell’abitazione principale, pagando un totale di 700 euro di interessi passivi e
2.000 euro di spese notarili. La spesa da indicare nel modello 730/2023 dovrà
essere considerata nel suo complesso, e quindi si potrà detrarre il 19 per
cento sul totale di 2.700 euro.

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