LAVORO – Come cambiano i contratti a termine (a tempo determinato) nel 2023

Come cambiano i contratti a termine (a
tempo determinato) nel 2023


Ecco come cambieranno i contratti a tempo determinato (contratti a termine)
secondo le nuove regole stabilite dal Decreto lavoro 2023 in corso di
definizione
Come cambiano i contratti a termine con il Decreto lavoro 2023? Il Governo
ha previsto importanti cambiamenti per i contratti a termine ossia i contratti a
tempo determinato.
Tra le varie novità introdotte dal provvedimento, almeno stando alla prima
versione del testo, vi sono delle nuove regole sulla disciplina dei contratti
a tempo determinato e delle relative causali. Il Decreto dovrebbe essere
approvato il 1° maggio 2023 dal Consiglio dei Ministri.
In questo articolo vi spieghiamo come cambiano i contratti a termine con il
Decreto lavoro e quali novità introduce il testo in fase di definizione.
COSA SONO I CONTRATTI A TERMINE O A TEMPO DETERMINATO
Ricordiamo, innanzitutto, che il contratto a tempo determinato o a termine
è un contratto di lavoro subordinato nel quale è prevista una durata
predeterminata, mediante l’apposizione (appunto) di un termine.
Attualmente, secondo le disposizioni del Decreto Legislativo n. 81 del 2015
come modificate dal Decreto Dignità, ovvero il Decreto legge 12 luglio
2018, n. 87, i contratti a termine sono ammessi a condizione che non vi siano
espliciti divieti, e salvo determinati limiti quantitativi e di durata. Ovvero, in
linea generale sono ammessi fino ad un massimo di 12 mesi.
Per la loro ammissibilità per termini superiori – ma non oltre i 24 mesi – è
necessario che vi siano le seguenti specifiche causali:
● esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività;
● esigenze di sostituzione di altri lavoratori;
● esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non
programmabili, dell’attività ordinaria.
Nell’eventualità di una durata ulteriore, nel limite massimo complessivo di 36
mesi, è previsto il passaggio innanzi ai competenti servizi ispettivi del
lavoro o, in alternativa, ad una delle sedi delle commissioni di certificazione di
cui Decreto Legislativo n. 276 del 2003. Ciò, per accertare la sussistenza
delle ragioni tecniche, organizzative, produttive, che richiedono la
necessità dell’ulteriore periodo o la previsione iniziale di un contratto a tempo
determinato oltre i 24 mesi, ed entro il limite massimo di 36 mesi.
NOVITÀ CONTRATTI A TERMINE NEL 2023
Il Decreto lavoro 2023 in fase di redazione, all’articolo 35, specifica come
cambiano i contratti a termine, ossia i contratti a tempo determinato, già a
partire dall’entrata in vigore del provvedimento.
Sebbene bisognerà attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per avere
certezza sulle misure previste dal Decreto lavoro in via di definizione, la bozza
chiarisce che le nuove causali per i contratti a termine di durata superiore ai
12 mesi, sono quelle che seguono:
● particolari esigenze previste dai CCNL, sottoscritti dalle associazioni
sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale,
oppure dalle rappresentanze sindacali aziendali ovvero dalla
rappresentanza sindacale unitaria;
● particolari esigenze di ambito tecnico, organizzativo e produttivo
rintracciate dalle parti in mancanza della previsione della contrattazione
collettiva, previa certificazione delle stesse presso una delle apposite
commissioni;
● esigenze dovute alla necessaria sostituzione di altri dipendenti.
In sostanza, la disciplina proposta è orientata al ragionevole contenimento
dell’utilizzo del contratto a termine nel 2023, consentendo il controllo della
sua applicazione e diffusione, nonché assecondando la preoccupazione di
evitarne una diffusione indiscriminata.
Ma allo stesso tempo, considera le nuove causali per i contratti a termine di
durata extra da usare in via alternativa nel caso in cui la sua applicazione
derivi da condizioni oggettive. Ad esempio, come accennato, il
raggiungimento di una certa data, il completamento di un compito specifico
oppure il verificarsi di un evento specifico.
Restano confermate le regole per ottenere contratti a tempo determinato di
durata superiore a 24 mesi ma non oltre i 36 mesi complessivi.
LE TRE NUOVE CASUALI
Vediamo, adesso, i dettagli sulle nuove tre causali proposte sui contratti a
termine nel 2023 di durata superiore ai 12 mesi che sostituiranno quelle
attualmente in vigore e sul limite massimo di proroga a 36 mesi.
1) ESIGENZE PARTICOLARI PREVISTE DAI CCNL
Secondo quanto previsto dalla bozza del Decreto lavoro 2023, l’apposizione
del termine superiore ai 12 mesi, e non eccedente i 24 mesi per i contratti a
termine nell’anno in corso, è giustificata dalle ragioni tecniche, organizzative e
produttive, che potranno essere riconosciute dalla contrattazione collettiva,
anche aziendale. Cioè, tali contratti sono ammessi oltre i 12 mesi per le
ragioni previste nel CCNL di riferimento dell’azienda o della categoria
professionale.
2) ESIGENZE PARTICOLARI NON PREVISTE DAI CCNL
Il testo del Decreto lavoro 2023 prevede che, in caso di mancato esercizio di
delega da parte della contrattazione collettiva, le ragioni tecniche,
organizzative e produttive, giustificative dell’apposizione del nuovo termine,
dovranno essere preventivamente certificate.
Se non le prevede specificamente il CCNL, allora affinché siano valide
devono essere certificate. La certificazione deve essere fatta presso una
delle sedi delle commissioni di certificazione, di cui agli articoli 75 e seguenti
del Decreto Legislativo n. 276 del 2003.
3) ESIGENZE DOVUTE ALLA SOSTITUZIONE DI LAVORATORI
Infine, il Decreto lavoro prevede per i contratti a termine nel 2023 quale ultima
condizione che può giustificare l’apposizione del termine superiore ai 12 mesi
e comunque non eccedente i 24 mesi, l’esigenza di sostituire altri lavoratori.
CONFERMATA LA POSSIBILITÀ DI CONTRATTI A TERMINE FINO A 36
MESI
Restano valide le regole stabilite dal Decreto Dignità per ottenere contratti a
tempo determinato di durata superiore a 24 mesi, ma non oltre i 36 mesi
complessivi. Ovvero, per accertare la sussistenza delle ragioni tecniche,
organizzative, produttive, che richiedono la necessità di prorogare un
contratto a tempo determinato oltre i 24 mesi, ed entro il limite massimo di 36
mesi, è previsto il passaggio, alternativamente, innanzi:
● ai competenti servizi ispettivi del lavoro;
● a una delle sedi delle commissioni di certificazione di cui Decreto
Legislativo n. 276 del 2003.
IL TESTO BOZZA DEL DECRETO LAVORO 2023
Mettiamo a vostra disposizione il testo bozza (Pdf 742 Kb) del Decreto lavoro

  1. Vi aggiorneremo non appena sarà approvato e reso definitivo dalla
    pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
    Vi invitiamo a non fidarvi di chi spiega le misure previste dal Decreto lavoro
    come se fossero già certe, perché la strada verso l’approvazione è lunga e
    sicuramente ci saranno modifiche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.