LAVORO – Cambia ancora la busta paga: nuovo taglio del cuneo fiscale per il 2023

Cambia ancora la busta paga: nuovo taglio
del cuneo fiscale per il 2023


di Rosy D’Elia – LEGGI E PRASSI
Grazie al quadro emerso dal Documento di Economia e Finanza 2023,
arrivano oltre tre miliardi per un ulteriore taglio del cuneo fiscale. Si
alleggerisce il carico sugli stipendi e cambia ancora la busta paga nella
seconda parte dell’anno, da maggio a dicembre: in arrivo il
provvedimento con le novità
Sul Documento di Economia e Finanze si basano le strategie economiche e
finanziarie da mettere in atto nell’immediato futuro. Ed è proprio sulla base di
quanto emerso dal DEF 2023, approvato nel Consiglio dei Ministri dell’11
aprile, che prenderà forma un nuovo taglio del cuneo fiscale.
L’obiettivo di legislatura è arrivare a una riduzione di 5 punti: per ora, con le
misure introdotte dalla Legge di Bilancio, la decontribuzione è arrivata a tre
punti, ma solo per i redditi fino a 25.000 euro
Ora il carico sugli stipendi è destinato a calare ulteriormente: il Governo ha
annunciato che la busta paga cambierà ancora per effetto di un
provvedimento di “prossima adozione”.
Nuovo taglio del cuneo fiscale per il 2023: cambiano ancora gli stipendi
in busta paga
Prima di scendere nel dettaglio delle novità in arrivo, è necessario individuare
il fronte su cui l’Esecutivo intende agire: con il termine cuneo fiscale si fa
riferimento all’insieme di imposte e contributi sul lavoro, sia le somme
trattenute al lavoratore stesso che gli oneri a carico delle imprese.
La possibilità di intervento, quindi, è duplice. E il Governo, come ha
sottolineato la premier Giorgia Meloni fin dalle sue dichiarazioni
programmatiche dello scorso ottobre, ha fissato come obiettivo da
raggiungere gradualmente “un taglio di almeno 5 punti del cuneo in favore di
imprese e lavoratori per alleggerire il carico fiscale delle prime e aumentare le
buste paga dei secondi”.
Con la Legge di Bilancio 2023 è stato confermato l’esonero di due punti
percentuali sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia
e i superstiti dovuti da lavoratrici e lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati
con l’esclusione del settore domestico, confermando la linea intrapresa dal
Governo Draghi.
Allo stesso tempo la riduzione è stata portata a tre punti percentuali per coloro
che hanno una retribuzione fino a 25.000 euro su base annua.
Grazie alle stime del DEF 2023, ancora una volta si proverà ad alleggerire il
carico fiscale sugli stipendi.
“Un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi
medio-bassi” prenderà forma in un provvedimento di prossima adozione che
agirà per la seconda parte dell’anno: da maggio a dicembre 2023.
“Ciò sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione
della crescita salariale”, si legge nel comunicato stampa diffuso dal
Governo al termine del Consiglio dei Ministri dell’11 aprile 2023.
Risorse aggiuntive per il taglio del cuneo fiscale: novità in arrivo per il
periodo da maggio a dicembre 2023
In ballo ci sono oltre tre miliardi di euro: la cifra che, dalle valutazioni fatte con
il DEF 2023, potrà essere impiegata per modificare ancora le buste paga non
rappresenterà un semplice accessorio delle misure già previste per la
riduzione del cuneo fiscale.
Il costo dell’intervento messo a punto con la Legge di Bilancio 2023 supera i
4,5 miliardi di euro ma agisce sull’intero anno.
In Italia il peso di tasse e contributi sugli stipendi di lavoratrici e lavoratori è
alto e di conseguenza costosi sono anche gli interventi per ridurlo. Secondo i
dati forniti dal report OCSE Taxing Wages 2022 tocca il 46,5 per cento ed è
di gran lunga superiore alla media del 34,6 per cento.
Come si traducono queste percentuali? Per un lavoratore dipendente senza
figli, con stipendio medio di 34.032 euro annui, il costo del lavoro è pari a
44.779 euro: il cuneo fiscale ha un valore di 20.831 euro e il netto in busta
paga è pari a 23.984 euro. Sono queste le cifre che emergono da uno studio
pubblicato dall’Osservatorio Conti Pubblici.
Con la riduzione dei contributi inserita nella Manovra 2023, i redditi fino a
25.000 euro hanno potuto contare su un guadagno in busta paga pari a 41,15
euro al mese (493,85 euro all’anno), mentre per quelli fino a 35.000 euro il
beneficio scende a 32,85 euro al mese (394,23 all’anno).
Le novità in arrivo, stando alle anticipazioni del Governo, avranno
caratteristiche analoghe a quelle introdotte con la Legge di Bilancio 2023:
riguarderanno sempre le lavoratrici e i lavoratori, e non le imprese, e saranno
destinate ai redditi medio bassi, attualmente si ha diritto alla decontribuzione
in presenza di una retribuzione fino a 35.000 euro.
L’obiettivo è “prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi”. E, sebbene il
nuovo taglio del cuneo fiscale abbia un respiro corto in termini temporali, cifre
alla mano, si prova a guardare al futuro:
“Anche per il 2024, le proiezioni di finanza pubblica mostrano che, dato un
deficit tendenziale del 3,5 per cento, il mantenimento dell’obiettivo del 3,7 per
cento del PIL creerà uno “spazio di bilancio” di circa 0,2 punti di PIL, che sarà
destinato al Fondo per la riduzione della pressione fiscale, al finanziamento
delle cosiddette ‘politiche invariate’ a partire dal 2024 e alla continuazione del
taglio della pressione fiscale nel 2025-2026, e concorrerà a una significativa
revisione della spesa pubblica e a una maggiore intesa tra fisco e
contribuente”.

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