Inail, rapporto infortuni sul lavoro 2021 – Il rapporto dell’Istituto si riferisce alle denunce presentate che risentono dei ritardi da pandemia I dati nazionali

Inail, rapporto infortuni sul lavoro 2021
Il rapporto dell’Istituto si riferisce alle denunce presentate che risentono
dei ritardi da pandemia

I dati nazionali
Se ne parla quasi tutti i giorni, purtroppo. Di morti e di infortuni più o meno
gravi sul lavoro. Ora arriva il rapporto Inail a dimostrare con i numeri la
crescente drammaticità del problema con qualche sorpresa rispetto alla
situazione percepita. Nel 2021 Le denunce di infortunio sul lavoro
presentate all’Istituto tra gennaio e ottobre sono state 448.110 (+6,3%
rispetto allo stesso periodo del 2020) mentre sono 1.017 quelle per infortuni
con esito mortale (-1,8%). Lo fa sapere l’Inail pubblicando i dati della sezione
Open data e sottolineando che sono in aumento le patologie di origine
professionale denunciate che sono state 45.395 (+24,0%). L’Inail ricorda che
si tratta solo di denunce e non di casi accertati e che i dati mensili sono
fortemente influenzati dall’emergenza Coronavirus. «Gli open data pubblicati –
spiega – sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare
rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto
distorsivo di punte occasionali e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per
quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente
dall’Inail, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero
2021, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni
denuncia».
Confronto 2020-2021
Il confronto tra i primi 10 mesi del 2020 e del 2021 richiede duqnue molta
prudenza – spiega l’Inail – ed è da ritenersi ancora poco significativo a causa
della pandemia che in particolare nel 2020 ha provocato, soprattutto per gli
infortuni mortali, una manifesta tardività nella denuncia, anomala ma
rilevantissima, generalizzata in tutti i mesi ma amplificata soprattutto a marzo
2020, mese di inizio pandemia, che ne inficia la comparazione con i mesi del

  1. Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail nei primi 10 mesi
    del 2021 sono state 448.110, quasi 27mila in più (+6,3%) rispetto allo stesso
    periodo del del 2020, sintesi di un decremento delle denunce nel trimestre
    gennaio-marzo (-11%), di un incremento nel periodo aprile-settembre (+21%)
    e di un -8% ad ottobre, nel confronto tra i due anni. I dati risentono delle
    restrizioni decise per fronteggiare la pandemia.
    Le regioni
    Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel
    Nord-Ovest (-3,6%), al contrario del Nord-Est (+11,9%), delle Isole (+11,8%),
    del Centro (+10,6%) e del Sud (+9,0%). Tra le regioni si registrano decrementi
    percentuali solo in Valle d`Aosta, Piemonte, Lombardia e Provincia autonoma
    di Trento, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di
    Basilicata, Friuli Venezia Giulia e Molise. L’aumento che emerge dal
    confronto dei primi 10 mesi del 2020 e del 2021 è legato alla sola componente
    maschile, che registra un +12,2% (da 257.096 a 288.586 denunce), mentre
    quella femminile presenta un -3,0% (da 164.401 a 159.524). L’incremento ha
    interessato sia i lavoratori italiani (+5,7%) sia quelli extracomunitari (+12,1%)
    e comunitari (+0,2%). L’analisi per età mostra incrementi tra gli under 40
    (+16,5%) e per i 55-69enni (+1,7%) e decrementi, in particolare, per la classe
    40-54 anni (-1,2%).
    Viaggi “pericolosi”
    Nei primi 10 mesi del 2021 si registra un aumento a livello nazionale degli
    infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione
    e il posto di lavoro (+20,4%, da 51.809 a 62.403 casi), che sono diminuiti del
    32% nel primo bimestre di quest’anno e aumentati del 44% nel periodo
    marzo-ottobre (complice il massiccio ricorso allo smart working nello scorso
    anno, a partire proprio dal mese di marzo), e un incremento del 4,3% (da
    369.688 a 385.707) di quelli avvenuti in occasione di lavoro, che sono calati
    del 10% nel primo trimestre di quest’anno, aumentati del 18% nel periodo
    aprile-settembre e di nuovo in calo a ottobre (-11%). L’aumento che emerge
    dal confronto dei primi 10 mesi del 2020 e del 2021 è legato alla sola
    componente maschile, che registra un +12,2% (da 257.096 a 288.586
    denunce), mentre quella femminile presenta un -3,0% (da 164.401 a
    159.524).
    Morti bianche
    Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto
    entro il mese di ottobre sono state 1.017, 19 in meno rispetto alle 1.036
    registrate nei primi 10 mesi del 2020 (-1,8%, confermando il dato di
    settembre). Il confronto richiede cautela perché i dati sono influenzati dalla
    pandemia da Covid con molte denunce tardive di decesso per contagio. A
    livello nazionale si registra un aumento solo dei casi avvenuti in itinere,
    passati da 176 a 202 (+14,8%), mentre quelli in occasione di lavoro sono stati
    45 in meno (da 860 a 815, -5,2%). La gestione Industria e servizi è l’unica a
    fare registrare un segno negativo (-5,3%, da 907 a 859 denunce mortali), al
    contrario dell’Agricoltura, che passa da 94 a 112 denunce (+19,1%), e del
    Conto Stato da 35 a 46 (+31,4%). Dall’analisi territoriale emerge un aumento
    nel Sud (da 209 a 271 casi mortali), nel Nord-Est (da 207 a 226) e nel Centro
    (da 183 a 196). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest (da
    363 a 254) e nelle Isole (da 74 a 70).
    Malattia professionale
    Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi 10 mesi
    del 2021 sono state 45.395, 8.776 in più rispetto allo stesso periodo del 2020
    (+24,0%), sintesi di un calo del 26% nel periodo gennaio-febbraio e di un
    aumento del 44% in quello di marzo-ottobre, nel confronto tra i due anni.

FONTE – QN IL GIORNO

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