FORMAZIONE E LAVORO – Cosa è l’alto apprendistato e cosa lolega al mondo ITS

Cosa è l’alto apprendistato e cosa lo
lega al mondo ITS


Conseguire un titolo mentre si lavora: è la chance offerta da una
tipologia di contratto che favorisce l’integrazione tra formazione e lavoro
La rilevanza di una formazione in grado di intercettare le esigenze del mondo
del lavoro, e quindi dei fabbisogni delle imprese, continua a essere un tema
decisamente attuale. Lo dimostrano anche i recenti dati del bollettino del
sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal (divulgato lo
scorso 14 ottobre, ndr).
Le assunzioni sono in flessione a ottobre e, in prospettiva, per l’ultimo
trimestre, a causa di dinamiche poco favorevoli connesse al rallentamento
dell’economia globale, ma non viene meno il tema della quota di assunzioni
“che le imprese giudicano difficili da realizzare“. La quota raggiunge il 45,5%,
secondo il bollettino “un valore superiore di 9 punti percentuali rispetto a un
anno fa“. Più semplicemente, le aziende faticano a reperire personale,
siano essi operai specializzati, tecnici ma anche professionisti qualificati nelle
attività commerciali e nei servizi e, in altri casi, in professioni intellettuali ma
a elevata specializzazione.
Gli strumenti che possono incidere favorevolmente su questa dinamica,
accorciando per esempio la distanza tra il mono della formazione e quello del
lavoro, sono quindi fondamentali e in questa categoria rientra l’apprendistato,
un contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato alla formazione e
all’occupazione dei giovani.
Le tipologie di apprendistato sono tre e, in particolare, come indica la
normativa, “l’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il
diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione
tecnica superiore (I tipo) e quello di alta formazione e ricerca (III tipo)
integrano organicamente, in un sistema duale, formazione e lavoro“.
L’apprendistato di alta formazione e ricerca è funzionale all’inserimento
degli studenti ITS.
Infatti, la finalità di questa tipologia di contratto – che interessa persone di età
compresa tra i 18 e i 29 anni- è consentire il conseguimento di un titolo di
studio universitario e di alta formazione, categoria quest’ultima nella quale
rientrano “i diplomi relativi ai percorsi degli istituti tecnici superiori“.
Come funziona? Nell’apprendistato coesistono il lavoro subordinato e la
formazione. Il datore di lavoro che vuole utilizzare questa tipologia di contratto
di lavoro deve sottoscrivere un protocollo con l’istituzione formativa a cui
lo studente è iscritto (nel “nostro” caso, l’istituto ITS di riferimento). Nel
protocollo viene stabilita la durata e la modalità, anche temporale, della
formazione a carico del datore di lavoro. Le ore di formazione svolte in
azienda sono riconosciute attraverso un numero stabilito di crediti formativi
(sempre in base al protocollo, ndr).
Naturalmente, la formazione esterna all’azienda continua, nell’istituzione
formativa a cui lo studente è iscritto. Un ruolo importante è anche quello svolto
dalle regioni o dalle province autonome (Trento e Bolzano, ndr) che hanno
voce in capitolo nell’attivazione dei percorsi formativi, potendo incidere
sulla regolamentazione e sulla durata del periodo di apprendistato,
rapportandosi con le associazioni territoriali dei datori di lavoro e dei
lavoratori, con le università, gli istituti tecnici superiori e altre istituzioni che
mettono al centro lavoro, formazione, innovazione, ecc. La formazione interna
all’azienda è retribuita (così come le ore lavorate), in quella esterna (quindi
nell’istituzione formativa originaria) non ci sono invece obblighi di
retribuzione per il datore di lavoro.
Ma quanto dura il contratto di apprendistato di alta formazione? Mai meno di
sei mesi e, al massimo, è pari alla durata del percorso per come prevede
l’ordinamento.
Lo studente/lavoratore avanza nel suo percorso grazie a una serie di momenti
e tappe ben stabilite, con il confronto e la guida di figure specifiche (il tutor
formativo e quello aziendale, quest’ultimo può essere anche il datore di lavoro
stesso). Il monitoraggio e la valutazione degli apprendimenti sono processi
centrali e la validazione delle competenze è garantita anche nei casi in cui
il contratto viene interrotto, per vari motivi, anticipatamente. Niente vieta,
terminato il periodo di apprendistato, di proseguire il rapporto come ordinario
tempo indeterminato (nessuna delle parti, quindi, sceglie di recedere dal
contratto).
Le potenzialità dell’apprendistato, come strumento di cerniera tra lavoro e
formazione, sono molteplici e non a caso il Piano nazionale di ripresa e
resilienza – nell’ambito della missione 5 – indicava il potenziamento del
sistema duale e dell’istituto dell’apprendistato come via per promuovere
l’occupazione dei giovani e l’acquisizione di nuove competenze tecniche e
trasversali in un’ottica di matching tra istruzione, formazione e lavoro.
L’importanza, infine, di avvicinare i giovani alla formazione tecnica superiore è
confermata dallo scenario e dai numeri: come indicava Indire (Istituto
nazionale documentazione innovazione ricerca educativa, ndr) in occasione
degli Its Pop Days 2021,”ogni anno le imprese cercano 20mila diplomati
provenienti dagli Istituti tecnici superiori, ma ne trovano solo 5mila“.

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