Fondo Impresa Donna: come funziona, a chi
spetta, Decreto
La guida su come richiedere le agevolazioni e gli incentivi del Fondo
Impresa Donna per avviare o consolidare un’azienda gestita per almeno
la metà o interamente da donne
Il Ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha firmato il Decreto
interministeriale insieme al Ministro dell’economia e delle Finanze Daniele
Franco e al Ministro per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti che
rende operativo il Fondo Impresa Donna.
Si tratta di un Fondo da 40 milioni di euro che mira a rafforzare gli
investimenti e i servizi a sostegno dell’imprenditorialità femminile, secondo le
linee guida del PNRR.
Come previsto nel Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, vediamo come
funziona il Fondo Impresa Donna, a chi spetta, quali sono i suoi obiettivi e
come usufruire delle sue agevolazioni.
FONDO IMPRESA DONNA, COS’È
Il Fondo Impresa Donna è stato istituito con un finanziamento iniziale di 40
milioni di euro nella Legge di Bilancio 2021, ai quali si aggiungeranno le
risorse PNRR, 400 milioni, destinate all’imprenditoria femminile nell’arco di
tempo tra il 2021 e il 2026.
Il progetto costituisce un intervento cardine inserito tra le linee d’intervento del
Ministero dello sviluppo economico nel Piano nazionale di Ripresa e
Resilienza nell’ambito della missione “Inclusione e coesione”.
Con l’attuazione della misura a sostegno dell’imprenditoria femminile, che
doveva partire a marzo scorso, si avvia dunque una delle linee guida chiave
del PNRR. Per garantire il buon funzionamento del fondo, il Ministero si
avvarrà anche del Comitato impresa donna istituito in Bilancio e da
disciplinare con un apposito Decreto. Intanto, dell’erogazione delle risorse alle
donne che ne faranno richiesta, se ne occuperà Invitalia che ha ricevuto al tal
fine un sovvenzionamento di 1,3 milioni di euro. Il Fondo è disciplinato dal
Decreto Mise 30 settembre 2021 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Serie
Generale n.296 del 14-12-2021).
COME FUNZIONA IL FONDO IMPRESA DONNA
Il Fondo finanzierà dei programmi d’investimento da realizzare entro due
anni e con un tetto di spese ammissibili fissato a 250.000 euro per nuove
imprese e fino a 400.000 euro quelle già esistenti. Al momento però si
conoscono già i tipi di interventi che spieghiamo di seguito.
Gli interventi di supporto del Fondo Impresa Donna possono consistere in:
● contributi a fondo perduto per avviare imprese femminili (con
particolare attenzione alle imprese individuali e alle attività libero
professionali in generale e con specifica attenzione a quelle avviate da
donne disoccupate di qualsiasi età);
● finanziamenti a tasso zero o comunque agevolati – è ammessa
anche la combinazione di contributi a fondo perduto e finanziamenti –
per avviare e sostenere le attività d’imprese femminili. In proposito, la
Legge di Bilancio, a decorrere dall’anno 2021 ha autorizzato la spesa
annua di 0,8 milioni di euro dell’Ente nazionale per il microcredito per
le attività istituzionali finalizzate alla concessione di finanziamenti per
l’avvio o l’esercizio di attività di lavoro autonomo o di microimpresa, con
particolare riferimento alla promozione e al rafforzamento della micro
imprenditoria femminile;
● incentivi per rafforzare le imprese femminili, costituite da almeno
36 mesi, sotto la forma di contributo a fondo perduto del fabbisogno di
circolante nella misura massima dell’80% della media del circolante
degli ultimi 3 esercizi;
● percorsi di assistenza tecnico-gestionale, per attività di marketing e
di comunicazione durante tutto il periodo di realizzazione degli
investimenti o di compimento del programma di spesa, anche attraverso
un sistema di voucher per accedervi;
● investimenti nel capitale, anche tramite la sottoscrizione di strumenti
finanziari partecipativi, a beneficio esclusivo delle imprese a guida
femminile tra le start-up innovative e le PMI innovative, nei settori
individuati in coerenza con gli indirizzi strategici nazionali.
Il Ministero inoltre, promuove anche la collaborazione con le Regioni e gli
Enti locali, con le associazioni di categoria, con il sistema delle Camere di
Commercio e con i comitati per l’imprenditoria femminile, anche
prevedendo forme di cofinanziamento tra i rispettivi programmi in materia.
La Legge di Bilancio poi, impone al Ministro dello sviluppo economico la
presentazione annuale alle Camere di una relazione sull’attività svolta e sulle
possibili misure da adottare per risolvere i problemi relativi alla partecipazione
della popolazione femminile alla vita economica e imprenditoriale del Paese.
In tal senso, il Ministero punterà sull’aiuto del Comitato impresa donna.
A CHI SONO DESTINATE LE AGEVOLAZIONI DEL FONDO IMPRESA
DONNA
Il Fondo Impresa Donna è destinato alle imprese femminili nascenti o già
esistenti, in particolare si rivolge a 4 categorie di beneficiari:
● cooperative e società di persone con ameno il 60% di donne socie.
Inoltre, è d’obbligo che i legali rappresentanti o amministratori non siano
mai stati condannati con sentenza definitiva per reati che costituiscono
motivo di esclusione dagli appalti;
● società di capitale con quote e componenti del CDA per almeno
due terzi di donne, sempre con il vincolo dell’assenza di condanne
definitive per i reati che comportano esclusione degli appalti pubblici;
● imprese individuali la cui titolare è una donna e risulti non condannata
in via definitiva per reati che costituiscono motivo di esclusione dagli
appalti;
● lavoratrici autonome che presentano l’apertura della Partita IVA entro
60 giorni dalla comunicazione positiva della valutazione della domanda.
● persone fisiche che intendono avviare l’attività purché, entro 60 giorni
dalla comunicazione positiva della valutazione della domanda,
trasmettano documentazione sull’avvenuta costituzione.
Nel caso di una società, cooperativa, società di capitale o impresa individuale
costituita da meno di un anno, la sede legale o operativa dell’impresa deve
essere collocata in Italia.
Sono ammesse alle richieste le attività nei settori dell’industria,
dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli, dei servizi, del
commercio e del turismo, per gli specifici programmi d’investimento da
realizzare nei limiti temporali ed economici fissati dal Decreto (2 anni per un
tetto massimo di spesa di 250 o 400 mila euro).
Gli incentivi vengono concessi con il regime di esenzione delle regole UE sugli
aiuti di Stato se le imprese hanno i requisiti del regolamento europeo Gber –
651 del 2014, altrimenti secondo i limiti del “de minimis” (aiuti complessivi
per 200.000 euro in 3 anni). Sono cumulabilità con altri aiuti di Stato
previsti per le imprese e per i cittadini.
SPESE AMMISSIBILI
Le agevolazioni del Fondo Impresa Donna possono essere utilizzate per:
● impianti, macchinari e attrezzature nuove di fabbrica;
● immobilizzazioni immateriali;
● servizi cloud per la gestione aziendale;
● personale dipendente, assunto a tempo indeterminato o determinato
dopo la data di presentazione della domanda e impiegato nell’iniziativa
agevolata.
Sono ammissibili agli incentivi del Fondo Impresa Donna le sole spese che
risultino sostenute successivamente alla data di presentazione della
domanda oppure, nel caso di persone fisiche, alla data di costituzione
dell’impresa o dell’apertura della partita IVA. Il Decreto ha previsto anche un
voucher fino a 5.000 euro per impresa da spendere in assistenza tecnica e
di gestione dell’impresa (di cui 3.000 euro per servizi di Invitalia).
Inoltre, una dotazione di 6,2 milioni il Fondo sostiene anche iniziative di
promozione dell’imprenditoria femminile nelle scuole e nelle università,
attività di orientamento e formazione verso percorsi di studio nelle discipline
scientifiche e azioni di comunicazione per diffondere la cultura femminile
d’impresa.
CRITERI PER OTTENERE LE AGEVOLAZIONI
I criteri per ottenere le agevolazioni del Fondo Impresa Donna si dividono in
due ambiti, ovvero:
● agevolazioni per le nuove imprese;
● incentivi per le imprese già esistenti.
1) AGEVOLAZIONI PER LE NUOVE IMPRESE
Per le nuove imprese si tratta di contributi a fondo perduto che:
● entro spese ammissibili di 100.000 euro, coprono l’80% fino a un
massimo di 50.000 euro. Per le donne disoccupate la percentuale
massima di copertura sale al 90%;
● entro spese ammissibili superiori a 100.000 euro e fino a 250.000
euro, la copertura scende al 50%.
2) INCENTIVI PER LE IMPRESE GIÀ ESISTENTI
Per supportare le imprese già esistenti, va fatta una distinzione a seconda
degli anni di anzianità della ditta e tipi di spese. Dunque:
● per le imprese costituite da almeno un anno e massimo 3 anni, le
agevolazioni possono essere per il 50% come “contributo a fondo
perduto” e per un altro 50% come “finanziamento agevolato” di 8
anni a tasso zero, per coprire fino all’80% delle spese ammissibili. Il
tetto massimo è di 400.000 euro;
● per le aziende che hanno più di 3 anni le spese di capitale circolante
sono agevolate solo con il “contributo a fondo perduto”, mentre
quelle di investimento anche con il “finanziamento agevolato”. Il tetto
massimo è sempre pari a 400.000 euro.
GLI OBIETTIVI DEL FONDO E LE RISORSE
L’obiettivo della misura è quello d’incentivare la partecipazione delle donne al
mondo delle imprese, supportando le loro competenze e creatività per l’avvio
di nuove attività imprenditoriali e la realizzazione di progetti innovativi,
attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. Nello specifico
il Fondo sostiene:
● l’avvio dell’attività, gli investimenti e il rafforzamento della struttura
finanziaria e patrimoniale delle imprese femminili, con specifica
attenzione ai settori dell’alta tecnologia. Per questo asse operativo sono
stati stanziati assegnati 32,5 milioni di euro (2021-2022);
● programmi e iniziative per la diffusione di cultura imprenditoriale tra
la popolazione femminile e programmi di formazione e orientamento
verso materie e professioni in cui la presenza femminile va adeguata
alle indicazioni di livello europeo e nazionale, con iniziative per
promuovere il valore dell’impresa femminile nelle scuole e nelle
Università. Inoltre si punta all’orientamento e formazione verso
percorsi di studio STEM e verso professioni tipiche dell’economia
digitale, nonché a tutte le azioni di comunicazione volte a diffondere la
cultura femminile d’impresa e promuovere i programmi finanziati. Per
questo asse sono stati stanziati 6,2 milioni di euro (2021-2022).
COME FARE DOMANDA PER IL FONDO IMPRESA DONNA
Non è stata ancora stabilita la data di apertura delle domande per le
agevolazioni previste dal Fondo Impresa Donna. Aggiorneremo questo
articolo fornendovi i dettagli non appena saranno disponibili.
E’ invece già certo che le domande andranno presentate online attraverso la
piattaforma di Invitalia e poi valutate secondo l’ordine di presentazione e
seguendo specifici criteri. Invitalia infatti, esaminerà il progetto
imprenditoriale, le potenzialità del mercato di riferimento e sarà data una
premialità alle iniziative ad alta tecnologia. Esaurite le risorse, le
agevolazioni saranno concesse in misura parziale rispetto all’importo
ammissibile. L’esito della domanda sarà comunicato via PEC.
DOCUMENTI DA ALLEGARE ALLA DOMANDA
Le domande di agevolazione devono essere accompagnate da un progetto
imprenditoriale, da Compilare utilizzando la procedura informatica Invitalia e
devono contenere:
● dati e profilo dell’impresa femminile richiedente;
● descrizione dell’attività;
● analisi del mercato e relative strategie;
● aspetti tecnico-produttivi ed organizzativi;
● aspetti economico-finanziari.
Per le iniziative relative alle imprese già esistenti, ai fini della determinazione
del valore medio su cui parametrare il contributo concedibile, la domanda
deve, altresì, essere corredata da documentazione idonea ad attestare
l’importo delle poste di bilancio, relative ai tre esercizi antecedenti la
presentazione della domanda di agevolazione.
Nel caso di persone fisiche richiedenti per conto di impresa femminile
costituenda, la documentazione atta a comprovare la costituzione dell’impresa
o l’apertura della partita IVA deve essere trasmessa elettronicamente tramite
la procedura informatica di domanda, entro 60 giorni dalla data di
comunicazione di esito positivo della valutazione.
CASI DI REVOCA DELLE AGEVOLAZIONI
Tra i motivi di revoca delle agevolazioni per cui si è avuto esito positivo vi
sono oltre a tutti quelli previsti nel regolamento Europeo 651/2014, anche:
● il mancato mantenimento dell’investimento programmato e oggetto
del progetto presentato;
● il trasferimento dell’attività prima che siano trascorsi tre anni dal
completamento del programma di spesa.
RIFERIMENTI NORMATIVI E DECRETO
Legge di Bilancio 2021 (Pdf 4 Mb)
Regolamento (UE) n. 651-2014 della Commissione del 17 giugno 2014
(Pdf 760 Kb)
Decreto Mise 30 settembre 2021 (Pdf 219 Kb) pubblicato in Gazzetta
Ufficiale, Serie Generale n.296 del 14-12-2021.