CREDITO – Cessione del quinto pensione o stipendio 2023: cos’è, come funziona

Cessione del quinto pensione o stipendio
2023: cos’è, come funziona


Tutti i dettagli sui prestiti con la cessione del quinto della pensione o dello
stipendio, tra vantaggi e rischi
La cessione del quinto della pensione o dello stipendio è un particolare tipo di
prestito personale, destinato ai lavoratori dipendenti e pensionati, tramite
il quale il datore di lavoro o l’Ente previdenziale trattiene le rate dovute dallo
stipendio o dalla pensione del richiedente e le versa al finanziatore.
È un finanziamento che si può richiedere per bisogni personali che
riguardano la vita privata e familiare come, ad esempio, l’acquisto di un’auto,
di un televisore, di un corso di formazione o per necessità di liquidità.
In questa guida vi spieghiamo in modo chiaro e dettagliato cos’è la cessione
del quinto della pensione o dello stipendio, chi può richiederla e come
funziona.
COS’È LA CESSIONE DEL QUINTO DELLA PENSIONE O DELLO
STIPENDIO
La cessione del quinto è un prestito che ha caratteristiche simili a quelle di
un prestito personale, richiesto da un privato cittadino, con la differenza che è
dedicato solo a lavoratori dipendenti o a pensionati. Si distingue, inoltre, da
un normale prestito in quanto il rimborso delle rate non spetta al titolare del
prestito ma al suo datore di lavoro oppure all’Ente pensionistico.
Si chiama in questo modo perché la rata costituisce proprio un quinto dello
stipendio e non può eccedere questa quota. Il finanziamento può essere a
rate costanti e a tasso fisso, con tempi di rimborso che vanno dai 24 ai 120
mesi. Si può richiedere per effettuare acquisti nell’ambito della vita privata
oppure quando si ha bisogno di liquidità. Trattandosi infatti di una forma di
credito non finalizzato, al momento della richiesta, non si è tenuti a
specificare come si spenderanno i soldi presi in prestito.
La cessione del quinto, inizialmente garantita solo ai dipendenti pubblici, è
stata introdotta dal DPR 5 gennaio 1950, n. 180, il Testo Unico delle leggi
concernenti il sequestro, il pignoramento e la cessione di stipendi, salari e
pensioni dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Modificata più volte,
prima dalla Legge Finanziaria 2005 che l’ha estesa anche ai lavoratori privati
e pensionati, poi dalla Legge Finanziaria 2006 che stabilisce condizioni
contrattuali di maggiore trasparenza e agevolazioni aggiuntive per gli anziani.
Infine, il Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n. 141 ha stabilito l’obbligo di
rimborso dei costi accessori già anticipati per tutta la durata della cessione del
quinto, nel caso in cui il cliente decida di saldare prima il prestito. Ma vediamo
i dettagli.
A CHI SI RIVOLGE LA CESSIONE DEL QUINTO
I soggetti ammessi alla cessione del quinto sono i seguenti:
● dipendenti privati;
● dipendenti pubblici;
● pensionati.
Ma quali sono i requisiti per la cessione del quinto? Chi può ottenerla?
Vediamo tutto nel dettaglio.
REQUISITI
Per ottenere la cessione del quinto, occorre dimostrare la propria posizione
lavorativa o di essere titolari di pensione. Inoltre, è importante verificare la
propria affidabilità creditizia. In sostanza, chi ha già dei finanziamenti
aperti potrebbe non essere meritevole di ottenere un ulteriore credito, ossia la
cessione del quinto. Infatti, i finanziamenti accesi, in particolare se insoluti,
vengono registrati in diversi sistemi informativi sul credito, tra i quali – a
seconda dell’importo – sono gestiti dalla Banca d’Italia e denominato Centrale
dei Rischi.
La Centrale Rischi è una banca dati consultabile dagli Enti di credito prima di
concedere un prestito. Consente di verificare la capacità del richiedente di
estinguere un debito, in base ai finanziamenti precedenti accessi, estinti o
meno. Dunque, oltre ai requisiti minimi, prima di richiedere la cessione del
quinto va verificata anche la possibilità personale di ottenere un prestito.
Vediamo più in dettaglio, quali sono i requisiti canonici per ottenere il prestito
con la cessione del quinto.
1) DIPENDENTI
I requisiti richiesti per accedere a questa forma di credito personale per i
dipendenti sono i seguenti:
● contratto a tempo indeterminato;

residenza Italiana;

età compresa tra 18 e 63 anni;

assicurabilità dell’azienda se si è dipendenti di un’azienda privata.
Anche l’azienda, presso la quale il soggetto richiedente è impiegato, deve
soddisfare alcuni requisiti minimi di ammissibilità secondo criteri che sono
variabili a seconda dell’istituto finanziatore. Un Ente creditore controlla spesso
il capitale sociale di un’azienda che deve essere oltre una soglia stabilita e il
numero di dipendenti, prima di concedere la cessione del quinto.
2) PENSIONATI
Possono richiedere la cessione del quinto tutti pensionati INPS, Ex Inpdap,
Enasarco e tutti gli Enti che rilasciano il certificato di quota cedibile, i titolari di
pensioni di anzianità, di vecchiaia e di reversibilità. Inoltre, sono valide per
accedere al prestito anche le pensioni di inabilità e di invalidità (purché
affiancata da una di anzianità o vecchiaia, nonché reversibilità e inabilità). Gli
altri requisiti da rispettare sono i seguenti:
● età non superiore ai 90 anni al momento della scadenza del
finanziamento (spesso le società limitano a 85 anni);
● con una pensione con un importo minimo (ovvero ci si riferisce alle
pensioni minime) al netto della quota cedibile. Sono esclusi assegni
sociali e pensioni cointestate.
CHI SONO GLI ENTI FINANZIATORI
Gli Enti finanziatori dei prestiti con la cessione del quinto sono banche e
istituti finanziari a cui è opportuno chiedere tutti i dettagli di questo tipo di
finanziamento. In questa pagina è possibile leggere quali sono gli istituti
convenzionati con l’INPS per la cessione del quinto.
COME FUNZIONA LA CESSIONE DEL QUINTO
Come qualunque altro prestito, per ottenere la cessione del quinto, l’avente
diritto deve sottoscrivere un contratto con un Ente creditizio che eroga il
prestito e ne stabilisce la durata oltre che i termini. Sia per i lavoratori, pubblici
o privati, sia per i pensionati è possibile restituire la somma avuta in prestito
cedendo al finanziatore fino a un quinto della pensione o dello stipendio.
In pratica, il datore di lavoro o l’Ente previdenziale trattiene la rata dallo
stipendio o dalla pensione e la versa al finanziatore.
Per ottenere un prestito con cessione del quinto non sono richieste
particolari garanzie. La vera garanzia di questa formula di finanziamento è
costituita infatti dal Trattamento di Fine Rapporto maturato dal dipendente, o
dalla pensione nel caso si tratti di un pensionato. Ricordiamo che il debitore
non può in alcun modo chiedere anticipi sul Trattamento per tutta la durata del
prestito.
In aggiunta, per sottoscrivere questa forma di prestito occorre stipulare
un’assicurazione obbligatoria richiesta al momento della stipula del
contratto di finanziamento. Ad esempio, una polizza rischio vita o rischio
impiego tutela l’istituto finanziatore nel caso di infortunio, decesso o perdita
del lavoro del debitore, qualora il TFR non fosse sufficiente a coprire un debito
residuo. L’assicurazione garantisce il pagamento del debito residuo anche
nei casi in cui il titolare del prestito perde il lavoro o la vita.
In aggiunta, chi richiede la cessione del quinto ha tutte le tutele e i diritti
previsti dal credito ai consumatori qualunque sia l’importo del
finanziamento.
CONTRATTO
Quando si stipula un contratto di finanziamento con la cessione del quinto,
secondo quanto definito dalla normativa vigente, è necessario che tale
documento contenga questi elementi:
● l’ammontare e le condizioni del finanziamento;

il tasso di interesse applicato;

il numero, gli importi e la scadenza delle singole rate;

il TAEG, ovvero il Tasso Annuo Effettivo Globale che indica il costo
totale del finanziamento espresso in percentuale annua sul credito
concesso. Vanno indicati anche i maggiori oneri in caso di mora;

le condizioni che consentono di modificare il TAEG;

gli oneri eventualmente esclusi dal TAEG;

le garanzie richieste;

le coperture assicurative.
A seconda dei soggetti interessati, cioè se si tratta di dipendenti pubblici,
privati o pensionati, sarà necessario fornire alla società finanziatrice questi
documenti:
● il certificato di stipendio rilasciato dall’amministrazione dell’azienda o
dell’Ente pensionistico;

il TFR maturato;

l’ultima busta paga o l’ultimo cedolino della pensione;

eventuali trattenute o pignoramenti sullo stipendio;

l’assenso da parte dell’azienda o dell’Ente pensionistico, incaricati
di corrispondere le rate direttamente all’istituto finanziatore, con
l’impegno a rispettare le scadenze dei pagamenti.
DIRITTO DI RECESSO
È possibile recedere dal contratto di prestito entro 14 giorni dalla data della
firma inviando una comunicazione al finanziatore secondo le modalità indicate
in sede di stipula. Per recedere non serve dare alcuna motivazione. Infatti,
quando un finanziamento è “credito ai consumatori”, la legge prevede
particolari tutele e diritti del consumatore rispetto ad altri tipi di finanziamento.
Se nel frattempo il beneficiario ha ricevuto il finanziamento, anche solo in
parte, dovrà restituire la somma ricevuta entro 30 giorni dalla
comunicazione del recesso, pagando gli interessi maturati fino alla
restituzione. Recedere dal contratto di credito significa recedere anche dai
servizi accessori forniti dal finanziatore o da terzi, a meno che i terzi non
dimostrino che forniscono autonomamente tali servizi, a prescindere
dall’accordo con il finanziatore. Anche il finanziatore può recedere, ma deve
comunicarlo con almeno due mesi di preavviso.
COSTI PRESTITO CON CESSIONE DEL QUINTO
Se si richiede un finanziamento con cessione del quinto, ecco quali sono le
voci di costo da tenere in considerazione:
● TAN ovvero il Tasso Annuo Nominale che indica il tasso di interesse
applicato dall’istituto finanziario sull’importo lordo del prestito;
● TAEG ovvero il Tasso Annuo Effettivo Globale, vero indicatore di costo
del prestito. Espresso in termini percentuali, è un indice del costo
complessivo del finanziamento, calcolato su base annua in relazione
alla durata del finanziamento e alla periodicità delle rate. Comprende gli
oneri accessori dalle spese di istruttoria del finanziamento, di apertura
pratica, di incasso delle rate e quelle dell’assicurazione obbligatoria;
● spese di istruttoria, quelle che l’istituto finanziario addebita al cliente
per la valutazione della richiesta di prestito e della gestione della
pratica. Nel caso della cessione del quinto, vengono conteggiate di
norma al momento dell’erogazione della somma che sarà decurtata
dell’ammontare previsto per la spesa;
● spese assicurative, quelle previste per la sottoscrizione
dell’assicurazione obbligatoria richiesta a garanzia della somma
erogata;
● commissioni bancarie ovvero gli importi spettanti alla banca che
derivano dal servizio finanziario reso al cliente. Vengono calcolati sulla
somma totale del prestito che sarà erogata al netto anche di queste
spese.
QUANTO SI PUÒ RICHIEDERE CON LA CESSIONE DEL QUINTO
La legge stabilisce che la somma massima del prestito con la cessione del
quinto si determina sulla base dell’importo dello stipendio o della pensione. Di
conseguenza, maggiore sarà il reddito o la pensione riscossa, più alta sarà
la percentuale di un quinto che potrà essere concessa. Stesso discorso
anche per gli anni di retribuzione. Più è alta l’anzianità lavorativa, tanto
maggiore sarà la garanzia per l’istituto finanziatore.
Questo perché l’importo di un finanziamento con cessione del quinto dipende
da tre principali variabili:
● la retribuzione del dipendente o del pensionato;
● il TFR maturato;
● gli anni di anzianità lavorativa.
DURATA RIMBORSO CESSIONE QUINTO
La durata del rimborso della cessione del quinto va da un minimo di 2 anni a
un massimo di 10 anni, ovvero dai 24 ai 120 mesi. Alcuni istituti finanziari
fissano comunque una cifra massima per i dipendenti PA o privati. Ad
esempio, Poste Italiane fissa il massimo a 75.000 euro.
Il finanziamento con la cessione del quinto è anche rinnovabile, a
determinate condizioni:
● se è decorso un limite minimo di tempo pari ai 2/5 dell’intera durata
del prestito iniziale, ovvero se hai rimborsato almeno il 40% del numero
delle rate previste;
● se si ha intenzione di rinnovare un’operazione di durata pari o
inferiore a 5 anni con una durata di 10 anni.
I pensionati possono, però, richiedere la cessione di un solo quinto, perché
sulla pensione si può fare una sola trattenuta, il cui valore non può superare il
quinto della somma mensile percepita.
Ricordiamo, infine, che è possibile rimborsare anticipatamente in qualsiasi
momento in tutto o in parte l’importo dovuto. In questo caso si ha diritto alla
riduzione del costo totale del credito, pari all’importo degli interessi e dei
costi – di fatto anticipato – dovuti alla vita residua del contratto, per esempio
quelli dell’assicurazione.
DIFFERENZA TRA CESSIONE DEL QUINTO E DELEGA DI PAGAMENTO
I dipendenti possono chiedere un finanziamento più alto cedendo un
ulteriore quinto dello stipendio. In questo caso, si parla della cessione del
doppio quinto che si ottiene con un contratto di “delegazione di pagamento”.
A differenza della cessione del quinto, la delega di pagamento è un
prestito estinguibile mediante una doppia trattenuta dello stipendio su
approvazione del datore di lavoro. Infatti, dobbiamo precisare che il datore di
lavoro è tenuto ad aderire alla cessione del quinto mentre è libero di aderire o
meno alla delegazione di pagamento.
COME SI CALCOLANO LE RATE DELLA CESSIONE DEL QUINTO
Quanto è il quinto di 1.500 euro o di 1.000 euro? Come si calcolano le rate
della cessione del quinto? Per capire a quanto ammontano le rate del prestito
con cessione del quinto, bastano questi tre passaggi:
● calcolare lo stipendio netto eliminando le voci variabili che incidono sul
salario o sulla pensione;

moltiplicare la somma netta per il numero di mensilità ricevute,
solitamente sono 13 o 14;

dividere la cifra ottenuta in un primo momento per 12, riferita ai mesi
(quindi alle rate del prestito) e poi per 5, che serve appunto a
individuare il quinto cedibile.
Per fortuna, fare i conti per i pensionati è un po’ più semplice, perché sul
cedolino della pensione è riportato con chiarezza l’importo netto ricevuto
mensilmente. Va ricordato che se si percepiscono più pensioni, si deve fare il
cumulo per il calcolo della cessione del quinto.
ESEMPIO RATA CESSIONE DEL QUINTO
Nel caso di uno stipendio o una pensione netta di 1.500 euro al mese, il
calcolo della cessione del quinto va svolto, in questo modo:
● la somma netta percepita si moltiplica per le mensilità ricevute,
ovvero 1.500 x 13, cioè 19.500 euro;
● la somma netta annuale deve essere divisa per il numero delle rate
annuali, ovvero 19.500 :12, cioè 1.625 euro.
● la cifra ottenuta dall’operazione precedente deve essere ancora divisa
per 5. Se riprendiamo l’esempio di prima, 1.625 : 5 dà come risultato
325 euro. La cifra ottenuta è il quinto dello stipendio o della
pensione che costituisce il limite massimo cedibile per pagare le rate
del prestito contratto.
Queste operazioni sono propedeutiche al passaggio finale, quello che
consente di arrivare a fare un conto che porti al risultato del capitale ottenibile.
In questo caso esempio, poiché è possibile ottenere fino a un massimo di 120
rate, vuol dire che si potrà chiedere fino a 39.000 euro.
CASI DI PAGAMENTO TARDIVO
Nel caso in cui il debitore ritardi il pagamento di una rata, per qualsiasi
motivo, scatteranno gli interessi di mora previsti secondo il contratto stipulato.
Inoltre, l’istituto finanziatore può risolvere il contratto anche nel caso di
interruzione del contratto di lavoro o riduzione dello stipendio.
In tal caso, l’istituto potrà avvalersi della garanzia sul TFR. Se la capienza del
trattamento di fine rapporto non sarà sufficiente, allora il cliente sarà tenuto a
rimborsare il debito nella parte eccedente.
COME RICHIEDERE LA CESSIONE DEL QUINTO
La richiesta per ottenere la cessione del quinto va presentata direttamente
alla Banca o all’Istituto finanziario che erogherà il prestito. La procedura di
apertura del finanziamento vero e proprio può essere eseguita da remoto,
tramite SPID e firma digitale oppure pressa il proprio istituto di credito di
fiducia.
Prima di richiederlo, è bene ottenere un preventivo dettagliato, da parte
dell’Istituto finanziario a cui ci rivolgiamo, per evitare rischi. Infatti, la cessione
del quinto è un impegno economico importante da sostenere nel tempo, sia
per una persona sia per una famiglia. Quindi, è bene valutare costi e spese
con attenzione prima di sottoscrivere un contratto di tal genere.
Dopo la fase preliminare di consulenza finanziaria, in cui l’Ente spiega
vantaggi e rischi dell’operazione e fornisce un preventivo al richiedente, si
passa poi alla valutazione della documentazione reddituale, e in caso, di
accordo da entrambe le parti si firma un preventivo Secci precontrattuale.
A questo punto, il richiedente deve presentare la documentazione attestante il
possesso del TFR e l’Ente creditore verifica la correttezza della stessa. In
seguito, anche l’Ente assicurativo controlla che la documentazione presentata
e il rischio siano accettabili, prima di erogare la polizza di copertura che
interviene in caso di insolvenza.
Dopo questo step fondamentale, l’Ente creditore notifica all’azienda o all’Ente
previdenziale che il lavoratore o il pensionato vuole procedere alla cessione
del quinto. A questo punto, il datore di lavoro o l’Ente previdenziale devono
indicare la data di inizio e del finanziamento. Se tutti questi step vanno a buon
fine, si stipula il contratto e avviene l’erogazione del prestito al richiedente.
VANTAGGI DELLA CESSIONE DEL QUINTO
Il prestito con la cessione del quinto ha una serie di vantaggi per il richiedente
che si possono riassumere nei seguenti punti:
● è garantito e, quindi, è più facile da ottenere. Rappresenta la scelta
perfetta per chi non gode di una storia creditizia favorevole o a chi ha
avuto in passato episodi di insolvenza, condizione che potrebbe
rendergli complesso ottenere un prestito personale;
● chi è in possesso dei requisiti necessari, riesce a ottenere questo
prestito facilmente;
● nel caso di lunga anzianità lavorativa, la cessione del quinto consente
di ottenere importi alti;
● i costi di accensione sono molto più bassi dei finanziamenti normali;
● è a basso rischio di insolvenza, avvalendosi direttamente della busta
paga;
Infine, è vantaggiosa anche per l’istituto finanziatore che può contare
sulla garanzia del TFR e sul benestare del datore di lavoro o dell’Ente
pensionistico, soggetti delegati a corrispondere direttamente le rate, oltre che
sull’assicurazione obbligatoria.

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