ANALISI E COMMENTI – COINVOLGERE TUTTA LA COMUNITÀ PER SVILUPPARE LE COMPETENZE PER LA SOSTENIBILITÀ?

COINVOLGERE TUTTA LA COMUNITÀ PER
SVILUPPARE LE COMPETENZE PER LA
SOSTENIBILITÀ


di Maddalena Binda
Formare non solo gli insegnanti, ma anche la società civile: questo il
messaggio chiave emerso dall’evento nazionale sull’istruzione.
Presentato il Quaderno ASviS per la messa in pratica dell’educazione
allo sviluppo sostenibile.
“Quello dell’educazione è un tema fondamentale, decisivo, in una certa misura
abbraccia e raccoglie nell’insieme l’ispirazione, i valori, il paradigma
dell’Agenda 2030”. Queste le parole con cui Pierluigi Stefanini, presidente
dell’ASviS, ha aperto l’evento nazionale del 17 ottobre “Mettere in pratica
l’educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza per
un’istruzione di qualità: oltre il Target 4.7”, organizzato dai Gruppi di lavoro
ASviS sul Goal 4 “Istruzione di qualità” e su “Educazione allo sviluppo
sostenibile e alla cittadinanza globale” (Ess e Ecg) nell’ambito del Festival
dello Sviluppo Sostenibile.
Durante l’incontro è stato presentato il Quaderno “Target 4.7 – Educazione
allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale”, realizzato dai due
Gruppi di lavoro ASviS con il supporto incondizionato della Fondazione
Cariplo e del Gruppo Hera, che offre una panoramica internazionale e
italiana, proposte e strumenti concreti per la messa in pratica dell’educazione
allo sviluppo sostenibile..
“A noi sembra che questo impegno, questa azione, rappresenti il cuore e uno
degli scopi fondamentali della nascita della nostra Alleanza nel 2016: quello di
cercare di promuovere l’educazione allo sviluppo sostenibile, convinti che se
ognuno verrà messo nelle condizioni di attingere, di conoscere, di avere
maggiori abilità, valori e attitudini può diventare protagonista e un
importante agente di cambiamento”, ha proseguito Stefanini.
Marco Gioannini, della Fondazione Agnelli e coordinatore del Gruppo di
lavoro dell’ASviS sul Goal 4, ha poi commentato i risultati riportati nel
Rapporto annuale dell’Alleanza: “Possiamo dire che la valutazione in questi
anni non è positiva, per quasi tutti i Target. Certamente la pandemia ha, non
dico creato, ma aggravato molte delle criticità della scuola italiana”.
“Per noi prendere sul serio il Target 4.7”, ha raccontato Gioannini, “ha voluto
dire sostanzialmente una cosa, rispondere a questa domanda: quando si
parla di educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale, come
collocare il progresso di queste dimensioni nell’ambito più generale di
un’istruzione di qualità?”. Il quesito ha guidato anche gli approfondimenti
delle tre sessioni dell’incontro.
Giordana Francia, coordinatrice ASviS dei due Gdl che hanno curato il lavoro
editoriale, è intervenuta per presentare la struttura del documento: “cosa
troverete nel Quaderno? Una prima parte che restituisce lo scenario
internazionale, in modo non esaustivo ma ampio, con i principali attori,
istituzioni e un po’ di storia; una seconda parte che restituisce il quadro del
panorama italiano e l’impegno dell’Italia per questo Target; e infine una terza
parte, una parte che ci piace chiamare aperta e speriamo in continua
evoluzione, dove abbiamo identificato piste e strumenti di lavoro”.
“Questo Quaderno mira a dare un contributo per definire e orientare la
messa in pratica della transizione culturale, necessaria alla realizzazione
della giusta transizione ecologica”, ha proseguito Chiara Pettenati,
coordinatrice dei due Gdl insieme a Francia, “quella transizione ecologica che
è socialmente giusta e socialmente desiderabile”.
Sul ruolo dell’educazione allo sviluppo sostenibile e sul contributo della
Commissione europea è intervenuta, con un video contributo, Deirdre
Hodson, membro del team per le politiche scolastiche del dipartimento di
istruzione della Commissione europea e coordinatrice del working group
europeo interministeriale Learning for sustainability. “Molti giovani in Europa e
nel mondo sono profondamente preoccupati per il cambiamento climatico, per
la perdita di biodiversità, e molti ritengono che l’educazione e la formazione
non li preparino nel modo che ritengono per affrontare queste sfide
complesse”, ha ricordato Deirdre Hodson, sottolineando la necessità di
coinvolgere tutta la comunità nell’insegnamento delle competenze per lo
sviluppo sostenibile.
Anche nel Quaderno si evidenzia come “il Target 4.7 sia raggiungibile con il
contributo e la sinergia tra educazione formale e non formale”, ha aggiunto
Giordana Francia. L’integrazione di risorse, sia finanziare sia umane, e la
collaborazione tra istituzioni locali, nazionali e internazionali e con i diversi
attori della società sono necessarie per la realizzazione del Target 4.7.
Per approfondire il contributo dato dalla società civile nell’ambito
dell’educazione allo sviluppo sostenibile è intervenuta Paola Berbeglia,
presidente Concord Italia. “La società civile fa la differenza tra le democrazie
e le dittature”, ha affermato Berbeglia, apprezzando il riferimento, presente nel
Quaderno, della necessità di formare non solo gli insegnanti, ma anche gli
altri attori della comunità.
Gabriella Calvano, della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile
(Rus), ha spiegato il ruolo degli atenei nella promozione dell’educazione per
“formare non solo professionisti, ma educare i cittadini”. L’educazione allo
sviluppo sostenibile ha incontrato degli ostacoli, in particolare burocratici e
organizzativi, perché “non è facile immaginare un insegnamento trasversale
all’interno di un contesto che è organizzato per discipline.” Tra gli scopi della
Rus c’è proprio quello di aiutare gli atenei che da soli non riescono a superare
questi impedimenti.
Stefano Versari, capo dipartimento per il sistema educativo di istruzione e
formazione del ministero dell’Istruzione, ha successivamente raccontato i
risultati del monitoraggio svolto durante l’estate per capire come gli istituti
scolastici italiani abbiano recepito l’introduzione dell’educazione civica. Un
elemento su cui riflettere è che “le scuole le cui famiglie hanno una condizione
economica culturale e sociale bassa si sono adoperate maggiormente per
l’insegnamento dell’educazione civica”. Stefano Versarsi ha anche ricordato il
rischio di scivolare in moralismi etici al posto di fornire competenze declinabili
e quello di moltiplicare competenze frantumate.
“Per attuare delle politiche rivolte al nostro sistema di educazione, per quel
che riguarda in particolare le competenze e l’educazione alla sostenibilità e
alla cittadinanza globale, è importante mettere a fuoco i vari aspetti e la
misurazione”, ha affermato Andrea Gavosto della Fondazione Agnelli e
coordinatore Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 4, introducendo la sessione di
approfondimento sul tema della misurazione delle competenze.
Francesca Borgonovi, head of skills analysis dell’Organizzazione per la
cooperazione socio-economica (Ocse), ha illustrato i dati emersi nell’ambito di
una mappatura sulle competenze di sostenibilità dei ragazzi e delle
ragazze di 15 anni, realizzata in collaborazione con la Commissione europea:
solo un terzo dei quindicenni in Europa e nell’area Ocse e un quarto in Italia
ha competenze base per la sostenibilità. “Per quanto riguarda la
consapevolezza degli studenti sulle questioni globali l’Italia è nella media dei
Paesi Ocse”, ha continuato Francesca Borgonovi.
Anche Roberto Ricci, presidente Invalsi, ha approfondito il tema delle
competenze per lo sviluppo sostenibile: “I dati cosa ci dicono? Che a
differenza di quello che noi riscontriamo negli altri Paesi, e sto parlando della
scala generale dove i Paesi europei vedono un incremento delle
competenze civiche di cittadinanza, questo non è vero per i nostri
ragazzi. Siamo al di sopra della media di tutti i Paesi partecipanti, ma non
sopra i Paesi dell’Unione europea.” “Il messaggio positivo che possiamo dare
alla scuola è che non stiamo aggiungendo qualcosa, ma stiamo costruendo
un ulteriore aspetto fondamentale per la nostra crescita che affronta la
missione tradizionale della nostra scuola”, ha concluso Roberto Ricci.
L’ultima sessione, introdotta e moderata da Francesca Bilotta, di Save the
children Italia e coordinatrice Gruppo di lavoro ASviS sui Goal 4 e Ess-Ecg,
ha raccontato l’impegno delle organizzazioni giovanili, ricordando il “senso di
impotenza che molti studenti europei e dei Paesi Ocse sentono nei confronti
dei problemi globali”.
Federico Brignacca, membro di Change the future e coordinatore del
Gruppo di lavoro ASviS “Organizzazioni giovanili”, ha presentato il paper
“Verso un futuro sostenibile” realizzato dal Gruppo di lavoro per
“promuovere metodi e strumenti per orientare i futuri possibili e preferibili, per
ampliare le prospettive dei giovani di oggi”. Tra i temi trattati ci sono l’impatto
della pandemia sul raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e la
modifica degli articoli della Costituzione, con l’inserimento del principio di
giustizia intergenerazionale.
Vera Lazzaro, Asya Turchi e Simona Vassallo, membri della redazione di
Change the future e del Movimento giovani per Save the children, hanno
raccontato il progetto di giornalismo partecipativo, rivolto a studenti e
studentesse delle superiori e dell’università sul tema della scuola e della
sostenibilità. “Manca un’informazione per i giovani fatta dai giovani”, ha
sottolineato Vera Lazzaro.
“Più strumenti si danno più c’è la possibilità che qualcuno riesca ad avere le
competenze e il ruolo di cui abbiamo parlato prima”, ha dichiarato Giuseppe
Gagliano, direttore centrale relazioni esterne Gruppo Hera, raccontando
l’impegno del Gruppo Hera nella formazione.
Noemi Canevarolo, programme officer Fondazione Cariplo, ha descritto il
ruolo delle fondazioni per il supporto ai territori: “con il progetto Scuola21
abbiamo promosso percorsi interdisciplinari a carattere ambientale nelle
scuole, innovando le metodologie didattiche. La cosa interessante è che le
scuole partivano da un’analisi territoriale”.
Le conclusioni dell’evento sono state a cura dei coordinatori e delle
coordinatrici dei Gdl che hanno ricordato la necessità di sostenere le scuole
che intendono promuovere l’educazione allo sviluppo sostenibile e di formare i
futuri insegnanti. È fondamentale, inoltre, dotarsi di indicatori per monitorare
carenze e progressi. Anche gli spazi scolastici devono essere inclusivi e adatti
per i diversi stili cognitivi e di apprendimento.
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