Startup del Metaverso: 19 realtà italiane e
internazionali da tenere d’occhio nel 2022
Realtà immersiva, digital twin, realtà aumentata e virtuale, intelligenza
artificiale, NFT, blockchain: sono i campi d’azione di startup nate negli
ultimi anni che stanno diventando parte integrante della nuova realtà del
Metaverso. Ecco una lista di italiane (e non) che hanno già attirato
l’attenzione delle aziende
di Michelle Crisantemi
Metaverso, un ‘occasione per la nascita di nuove startup innovative. Se è vero
che di Metaverso si è iniziato a parlare su larga scala nell’ottobre 2021 dopo
l’annuncio di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, relativo a “una nuova
esperienza di Internet dove l’utente non guarda solo dall’esterno, ma può
viverla in prima persona”, è altrettanto vero che già a quella data vi erano
numerose aziende che stavano creando prodotti e servizi rivolti a questo
mondo dove reale e virtuale interagiscono fino a costruire nuove modalità di
relazioni.
La quota di business correlata al metaverso, già nel 2020, valeva infatti 50
miliardi di dollari e, secondo le previsioni di Grayscale – una piattaforma
online che offre una serie di servizi ed offerte riguardo le principali criptovalute
– è destinata a crescere ulteriormente, arrivando a toccare nel 2024 un valore
di 800 miliardi di dollari.
Anche in Europa l’interesse verso il metaverso sta crescendo, come
dimostrano i dati relativi alle ricerche degli utenti sul web. Tra i Paesi europei,
maggiore interesse si riscontra in Francia, con 1.020 ricerche mensili per
milione di abitanti, seguita dal Regno Unito (942), Svizzera (831), Germania
(778), Belgio (659). L’Italia si attesta invece al nono posto con 326 ricerche
online al mese per milione di abitanti.
Accanto a grandi aziende e brand – tra cui brand molto conosciuti come
Microsoft, Nike e Alibaba – vi sono anche molte startup innovative. Il loro
lavoro è incentrato su questo spazio ibrido, dove l’ambiente fisico e quello
digitale si fondono, che oggi è possibile grazie alla maturità raggiunta da
alcune tecnologie digitali e di realtà immersiva, come i digital twin, la realtà
aumentata, la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale. Ecco alcuni esempi.
Le startup internazionali che investono nel metaverso
Secondo Startus Insight – azienda che ha creato una piattaforma basata su AI
e Big Data che permette di individuare le startup e le scaleup più innovative in
vari settori – tra le startup che già lavorano nel metaverso vale la pena
seguirne cinque in particolare, che si sono distinte tra le oltre 2 milioni di
startup e scaleup presenti nel data base dell’azienda.
- Nextmeet
Categoria: Immersive Virtual Collaboration, metaverso
Startup indiana fondata nel 2020, Nextemet ha sviluppato una piattaforma di
realtà virtuale immersiva (VR) per il lavoro, la collaborazione e
l’apprendimento a distanza.
Attraverso la piattaforma, infatti, gli utenti possono creare avatar 3D che gli
permettono di interagire virtualmente tra loro nel metaverso. In questo modo,
lavorare o studiare a distanza diventano attività interattive e più coinvolgenti
rispetto a quanto accade con l’utilizzo di tecnologie attualmente più diffuse
(come videochiamate e messaggistica istantanea).
La startup crea anche mondi 3D personalizzati per eventi virtuali come
conferenze, fiere e lanci di prodotti. - PolkaWar
Categoria: Immersive gaming, metaverso, NFT
La Singaporiana PolkaWar, che è specializzata in piattaforme di gaming NFT
(Non-Fungible-Token). La piattaforma combina le tecnologie della blockchain
con la realtà immersiva: ogni giocatore può personalizzare il suo personaggio
con degli oggetti acquistabili presso il mercato NFT della piattaforma, con
possibilità di riscattare alcuni oggetti anche nella vita reale. - PlayersOnly
Categoria: NFT, collezionismo digitale, SportsTech, intrattenimento
Startup americana, fondata nel 2020, PlayersOnly ha creato un metaverso di
social media sportivi mainstream che incorpora la finanza decentralizzata. La
startup sfrutta la finanza decentralizzata (DeFi) per creare un mercato che
permette agli atleti e ai brand di collaborare per creare collezioni ed
esperienze digitali.
PlayersOnly offre anche un social network che collega gli atleti tra loro. Le
interazioni DeFi sul marketplace e la rete sociale sono facilitate dal token
PlayersOnly (PO). Oltre a sostenere gli atleti, le soluzioni della startup
consentono ai fan di investire nei loro giocatori e squadre preferiti. - Zash
Categoria: Crypto Investing, FinTech
Fondata nel 2021 e con base a Londra, Zash sfrutta le tecnologie Web3.0 per
sviluppare un social network di investimento dedicato a investitori di
criptovalute.
Sono proprio gli investitori a svolgere il ruolo di creators nel social media: la
piattaforma fornisce agli utenti vari strumenti per creare strategie o spunti per
gli investimenti e condividere queste idee con i propri follower. Sfruttando e
combinando il metaverso e l’economia dei creatori, la soluzione della startup
richiama gli investitori retail, soprattutto quelli più giovani, per far progredire ed
espandere il mercato. - Union
Categoria: Immersive gaming, metaverso
Union è una startup spagnola che opera nel metaverso già dal 2020. Permette
agli utenti di creare avatar 3D realistici da usare in giochi ed esperienze di
realtà aumentata (AR) e virtuale (VR).
Gli avatar possono essere utilizzati sia sui normali social network che nel
metaverso. I servizi dell’azienda, inoltre, si rivolgono anche ad altre imprese
che investono sul metaverso: la soluzione offerta da Union, infatti, permette la
creazione facile e a basso costo di personaggi non giocanti (NPC), che
permettono di migliorare l’esperienza dell’utente nel metaverso. - RTFKT Studios
Categoria: NFT, moda e collezionismo digitale, metaverso
Fondata nel 2020 e con sede negli Stati Uniti, RTFKT Studios è una casa di
moda che opera nel metaverso, meglio conosciuta per le sue sneakers e
l’abbigliamento digitale di fascia alta.
L’azienda utilizza NFT, tecnologia blockchain e realtà aumentata (AR) per
creare prodotti ed esperienze virtuali. L’azienda si è fatta notare fin da subito,
vendendo in 10 minuti ben 3 tre milioni di dollari di sneakers digitali realizzate
grazie alla collaborazione con l’artista americano Fewocious. La startup è
stata acquisita a dicembre 2021 da Nike.
Metaverso, i progetti delle startup italiane
Anche in Italia si contano già diversi progetti sul metaverso e che utilizzano la
tecnologia della blockchain e degli NFT per offrire esperienze uniche agli
utenti. Di seguito riportiamo qualche esempio. - Coderblock
Categoria: Immersive Virtual Collaboration, metaverso
Coderblock è un prodotto della startup innovativa Novatek Srl fondata nel
2016 da Danilo Costa. Il progetto nasce nel 2020, dall’ambizione di offrire alle
aziende dei veri e propri uffici virtuali per il lavoro da remoto.
La piattaforma viene lanciata nel 2020, appena un mese prima della
pandemia e, visto l’interesse che riceve, la startup decide di richiedere un
finanziamento da 80.000 euro attraverso una piattaforma di crowdfunding.
Ne riesce a raccogliere oltre 250.000. Da allora la piattaforma è cresciuta,
introducendo la possibilità di organizzare fiere e convegni, a cui partecipare
attraverso avatar 3D. Il prodotto offre ora anche la possibilità di acquistare
ambienti personalizzati alle proprie esigenze, senza la necessità di acquistare
un software, ma accedendo tramite un link dal browser.
Nel prossimo futuro la piattaforma offrirà anche degli ambienti virtuali educativi
– vere proprie classi con lavagna e cattedra – e una modalità gioco. - Stargraph
Categoria: NTF, collezionismo digitale, intrattenimento
Startup innovativa con sede a Roma, Stargraph è stata fondata nel 2017 da
Michele Imbimbo e Ursula De Masi per coniugare passione per lo sport e
intrattenimento, collezionismo digitale e innovazione, tecnologia e
sostenibilità, grazie alle tecnologie della blockchain, realtà aumentata e realtà
virtuale.
La piattaforma è nata con l’ambizione di permettere agli utenti di collezionare
contenuti esclusivi relativi alle proprie passioni e di vivere eventi esclusivi con i
propri idoli. Inoltre, permette ai fan di monetizzare dalle proprie passioni,
mettendo in vendita oggetti virtuali esclusi, anche associati a un vero asset
fisico.
Oltre al marketplace, la piattaforma prevede anche un altro sistema di
remunerazione per gli utenti: acquistato un contenuto esclusivo di una
celebrity, ogni volta che accade un evento importante alla carriera del
personaggio – un premio, un concerto, una gara vinta ecc. – l’utente viene
premiato con alcuni token.
L’azienda vorrebbe espandere la piattaforma ulteriormente – tra gli altri
progetti di sviluppo c’è quello della gamification, che renderà l’esperienza
degli utenti ancora più coinvolgente – e per questo ha richiesto un
finanziamento crowdfunding di 1 milione di euro. - Reasoned Art
Categoria: NFT, cripto arte, collezionismo digitale, cultura e turismo
Reasoned Art è una startup fondata nel 2021 a Genova da Giulio Bozzo e
Andrea Marec che opera nel campo della cripto arte. L’azienda, infatti, vende
opere d’arte digitali e immateriali certificate da NFT e blockchain.
Oltre all’attività di ricerca degli artisti digitali che operano in Italia e all’estero e
alla commercializzazione delle opere, Reasoned Art si occupa di curare
mostre fisiche e virtuali. Si è fatta conoscere al grande pubblico tra fine 2021-
inizio 2022 grazie all’installazione presso l’Arco della Pace di Milano che, con
il supporto di Reasoned Art, è stato trasformato in una “data sculpure a 360⁰”,
dove grazie all’utilizzo di effetti ottici e proiezioni in 3D è stato possibile
trasformare il monumento in un’opera d’arte immersiva.
A gennaio 2022 Forbes ha inserito i fondatori della startup nella lista “100
italiani under 30 da tenere sott’occhio”. - CinTech
Categoria: NFT, intrattenimento, cripto arte
CinTech nasce nella primavera del 2021 da un’idea di Renato Pezzi, Jacopo e
Nicolò Lucignano, tre giovani appassionati di cinema e tecnologia. L’azienda
fa forza sull’esperienza del team in blockchain e NFT e le evoluzioni della
cripto arte per offrire un nuovo modo di concepire film e possedere arte.
L’obiettivo di CinTech è quello di permettere a chiunque di possedere intere
pellicole o parti di esse, grazie proprio all’utilizzo di token per certificarne
autenticità e possesso. L’azienda, grazie alla collaborazione con la
multinazionale EY e con la casa di produzione BlueFilm, ha messo all’asta nel
luglio 2021 ben 62 NFT dell’opera “La leggenda di Kaspar Hauser”.
CinTech sta collaborando con EY e BlueFilm su altre iniziative simili nei settori
dello sport, del turismo, della cultura e dell’intrattenimento. Inoltre, ha anche in
cantiere la realizzazione di una piattaforma dove sarà possibile acquistare,
scambiare e creare asset digitali collezionabili, attraverso logiche orientate
alla gamification. - Smiling
Categoria: NFT, MarTech e AdTech
Altro progetto innovativo nell’ambito della tecnologia NFT viene da Smiling,
startup innovativa fondata nel 2017 da Giorgio D’Amore e Massimo Garzulino
che sviluppa piattaforme proprietarie nell’ambito MarTech (tecnologie per il
Marketing) e AdTech (tecnologie per l’advertising).
Recentemente l’azienda ha creato per l’e-Commerce di un cliente,
ItaliaRegina – che si occupa di vendere all’estero le eccellenze alimentari
Made in Italy – un progetto di eatable token.
Gli eatable token sono NFT tematici dedicati ai prodotti alimentari italiani più
iconici, (immagini e video unici, creati ad hoc), che vengono venduti agli
appassionati di NFT con lo scopo di attirare sull’e-Commerce del cliente utenti
più giovani.
Oltre alla possibilità di essere comprati/venduti sui diversi mercati, l’acquisto di
un eatable token offre al compratore un voucher da riscattare sul sito di
Italiaregina.it, in modo da trasformare un codice fatto di “0101” in un prodotto
fisico da degustare. - Versy
Categoria: Immersive Virtual Collaboration, metaverso
Fondata da Piero Fioretti, Versy è una startup innovativa che riunisce creatori
ed imprenditori italiani che stanno lavorando alla creazione di metaversi privati
per aziende (store virtuali).
Metaversi privati, quindi, ma interconnessi e accessibili direttamente dal loro
sito web, sia attraverso un computer, un headset, una console o un telefono.
L’azienda punta alla socialità e alla condivisione di esperienze e spazi nel
mondo virtuale: chi visiterà il negozio di un brand o di un creator potrà farlo in
compagnia, scambiandosi opinioni e consigli su cosa gli piace e cosa no. - Future Fashion
Categoria: Realtà aumentata, moda
Future Fashion ottimizza l’utilizzo della tecnologia 3D in ottica web per creare
un’esperienza d’acquisto innovativa ed integrabile in tutti i sistemi software
aziendali.
L’azienda marchigiana, fondata da Andrea Carpineti, offre una soluzione
multicanale che consente alle aziende di ridurre i costi di campionario dei
brand, creando cataloghi virtuali in cui gli utenti possono “provare” i modelli 3D
dei capi attraverso la realtà aumentata.
A gennaio 2022 l’azienda si è aggiudicata il premio Innovation Village Retail di
Expo Riva Schuh & Gardabags, un contest dedicato alle realtà più innovative
del fashion retail. - Saysoon
Categoria: Marketplace Digitale per NFT, cripto arte, collezionismo digitale
Saysoon è una piattaforma che permette ad artisti di creare e vendere opere
d’arte digitali facendo leva sulla tecnologia NFT.
La piattaforma si rivolge inoltre ai collezionisti, che possono trovare artisti e
investire nelle opere digitali. Saysoon offre servizi anche a gallerie d’arte,
fondazioni e musei, permettendo di creare copie digitali delle opere esposte. - Pikkart
Categoria: AR, Intelligenza Artificiale
Fondata nel 2014 da Lorenzo Canali, Pikkart è un’azienda che fin dall’inizio si
è concentrata su progetti di Realtà Aumentata e Intelligenza Artificiale.
L’azienda è stata la prima in Italia ad avere realizzato da zero un proprio
Augmented Reality Ecosystem (Pikkart-AR), innovazione che le ha fatto
ricevere il riconoscimento Seal of Excellence, ottenuto nell’ambito dello SME
Instrument di Horizon 2020.
Oggi l’attività di ricerca e sviluppo di Pikkart è incentrata sull’Intelligenza
Aumentata (che integra l’AI con l’AR) su Deep Learning e Computer Vision.
Tra gli ultimi progetti dell’azienda spicca Pikkart-AR Discover, un software di
Realtà Aumentata che riconosce oggetti in contesto – come macchinari in
fabbrica, automobili in concessionaria, opere d’arte in un museo – e permette
di associarvi contenuti come schede informative, immagini, video ed elementi
3D. - OVR
Categoria: soluzioni di Realtà Aumentata per il metaverso
Fondata da Davide Cuttini, OVR è una piattaforma che combina Realtà
Aumentata e Blockchain per fornire agli utenti contenuti tridimensionali
geolocalizzati. Attraverso la piattaforma, gli utenti possono costruire,
acquistare o semplicemente navigare negli spazi virtuali.
Grazie a questa startup del Metaverso, gli spazi virtuali sono acquistati tramite
gettoni OVR (token) e sono messi all’asta al prezzo minimo di 10 dollari,
mentre i gettoni stessi possono essere acquistati a partire da 0,7 dollari. Lo
strato digitale copre l’interno globo, suddiviso in 1,6 trilioni di spazi virtuali. Al
momento la navigazione degli utenti può avvenire attraverso fotocamera dello
smartphone, ma l’azienda assicura che l’infrastruttura sia già compatibile con
l’utilizzo di occhiali VR. - Impersive
Categoria: Video 360 stereoscopici per la Realtà Aumentata
Impersive, startup del Metaverso, realizza tecnologie di produzione e
post-produzione per fornire agli utenti esperienze immersive per la Realtà
Virtuale a 360° stereoscopiche, full body, in movimento.
I servizi dell’azienda – che comprendono soluzioni per la brand experience –
si rivolgono a realtà (italiane ed estere) operanti nei settori dell’automotive,
dell’educazione, dell’intrattenimento, della moda e dello sport.
L’esperienza immersiva è fruibile esclusivamente con l’utilizzo di un visore VR.
L’azienda, fondata da Guido Geminiani, offre anche servizi di live-streaming
VR fino a 8K utilizzando camere VR per rendere ancora più coinvlgenti gli
eventi live. - Revibe
Categoria: Metaverse Experience, 3D Assets Production, NFT, Blockchain
Revibe si occupa della progettazione strategica, della costruzione e dello
sviluppo dei processi interattivi legati alla presenza di brand e aziende nei vari
metaversi, centralizzati e decentralizzati come The Sandbox, Decentraland,
Roblox e Spatial. La startup nasce dall’unione delle competenze di tre società
torinesi, RIBELLI, Mixedbag.it e 3×1010 e può contare sull’entusiasmo e sulle
competenze di più di 50 persone. La società lavora sulle nuove opportunità di
ingaggio delle persone nei mondi virtuali, creando sinergia con la dimensione
“fisica” della realtà. Seppure lanciata a marzo 2022, conta già collaborazioni
con top player nel food & beverage, percorsi di consulenze e progetti all’attivo
di metaverse experience. - Aryel
Categoria: Augmented Reality, AR Marketing, SaaS
Aryel è una piattaforma fai-da-te per campagne di AR Marketing, fondata a
Milano nel 2020 da Mattia Salvi, Luca Petri e Leonardo Persico. Permette la
creazione in pochi step di una realtà aumentata customizzata da applicare alle
strategie di marketing per migliorare le performance delle campagne e
rendere le esperienze degli utenti più interattive e immersive. La gamma di
offerta proposta da Aryel consente la creazione in pochi step di soluzioni di
AR customizzate: dal “virtual try on” di accessori fashion e beauty, al product
visualization per la verifica del fitting dei mobili e complementi all’interno della
propria casa, fino alla visualizzazione tridimensionale dei piatti in menù ed
esperienze interattive di gamification. Tra i suoi clienti figurano realtà come
Ferrero, Cisco, Lavazza e Nove25. Aryel permette inoltre di realizzare report e
insights circa le abitudini degli utenti online.
LA GUIDA
Metaverso, come funziona il mondo
reale-virtuale su cui sta puntando
Facebook
di Pierluigi Sandonnini
Metaverso è un modo di connettere gli esseri umani a Internet e ad altri esseri
umani, andando oltre i concetti di realtà virtuale e aumentata. Le persone
collegate fanno parte del mondo fisico, ma interagiscono con avatar e cose
virtuali. Facebook ha cambiato il proprio nome in Meta con questo obiettivo
Metaverse, in italiano “metaverso”, è un mondo virtuale, per lo più ancora
ipotetico, al quale si può accedere da una particolare tecnologia di realtà
virtuale (VR) e realtà aumentata (AR). L’idea è quella di creare una sorta di
Internet di livello superiore, sovrapposto al mondo fisico. Le persone collegate
al metaverso fanno parte del mondo fisico, ma possono vedere e interagire
con cose che gli altri non vedono, perché appartengono a un mondo virtuale.
Poiché si tratta ancora solo di un’idea, non esiste un’unica definizione del
metaverso sulla quale siano tutti concordi. Quel che sembra certo è che il
metaverso potrebbe stare alla realtà virtuale come gli attuali smartphone
stanno ai primi, rozzi, modelli di cellulari degli anni ’90.
Invece di utilizzare un computer, nel metaverso basterebbe usare un
auricolare (o un visore) per entrare in un mondo virtuale che collega tutti i tipi
di ambienti digitali.
Da dove proviene il concetto di metaverso
A differenza dell’attuale realtà virtuale, utilizzata principalmente per i giochi,
questo nuovo mondo virtuale potrebbe essere utilizzato praticamente per
qualsiasi cosa: lavoro, concerti, viaggi, cinema. O semplicemente, come
surrogato dell’uscire di casa per incontrare altre persone. Come? Con un
avatar 3D, una rappresentazione digitale noi stessi.
Se ne parla molto in questo periodo, per via delle dichiarazioni rilasciate da
Mark Zuckerberg: “Siamo all’inizio di un nuovo capitolo per Internet, ed è
anche un nuovo capitolo per la nostra azienda”, ha detto il fondatore e CEO di
Facebook il 28 ottobre 2021, annunciando il metaverse e Meta, il nuovo nome
di Facebook. Un termine che deriva dalla parola greca che significa “oltre”.
“D’ora in poi, saremo metaverse-first, non Facebook-first. Ciò significa che nel
tempo non avrai bisogno di un account Facebook per utilizzare i nostri altri
servizi”, ha scritto Zuckerberg nella lettera ai founders.
Il concetto di metaverso, però, non è nuovo: il termine è stato coniato dallo
scrittore Neal Stephenson nel 1992, nel suo romanzo di fantascienza del
Snow Crash, ambientato in un futuro prossimo in cui il mondo virtuale e il
mondo fisico sono indissolubilmente interconnessi.
Nella fantasia di Stephenson, il metaverso è immaginato come una immensa
sfera nera di 65.536 km di circonferenza, tagliata in due all’altezza
dell’equatore da una strada percorribile anche su una monorotaia, che ha 256
stazioni, ognuna a 256 km di distanza. Su questa sfera ogni persona può
realizzare in 3D ciò che desidera: negozi, uffici, locali pubblici e altro, il tutto
visitabile dagli altri utenti.
Facebook e il metaverso: 10mila assunzioni nei prossimi anni
C’è un grandissimo entusiasmo per il metaverso tra gli investitori e le big tech.
Facebook ha fatto della costruzione del metaverso una delle sue priorità; tanto
che recentemente ha investito 50 milioni di dollari nel finanziamento di gruppi
senza scopo di lucro per aiutare a “costruire il metaverso in modo
responsabile”, anche se esprime la convinzione che questa idea impiegherà
10-15 anni per avverarsi. Intanto, ha già annunciato che per sviluppare il
metaverso assumerà 10mila persone in Europa. L’intenzione, comunque, è di
arrivare a investire 10 miliardi di dollari nel metaverso.
Zuckerberg e altri imprenditori miliardari della Silicon Valley sembrano convinti
che il metaverso sia ormai un traguardo vicino. In una recente intervista
apparsa su The Verge, il fondatore di Facebook lo descrive come “il
successore di Internet mobile“, una sorta di “Internet incarnato, in cui invece di
visualizzare solo i contenuti, ci sei dentro”.
L’estate scorsa, in Facebook è stato creato un nuovo team appositamente
dedicato allo sviluppo del metaverso. Il team fa parte della divisione di realtà
virtuale Reality Labs, guidata da Andrew ‘Boz’ Bosworth, l’autore delle cuffie
Oculus, ed è composto da specialisti di Instagram, Facebook Gaming
(videogiochi) e della stessa Oculus.
Un cambio di passo nella strategia dell’azienda, pronta a investire sempre di
più nelle tecnologie AR e VR in grado di offrirle la possibilità di controllare la
propria piattaforma hardware.
Si tratta di un concetto che richiama, in qualche maniera, quello degli NFT
(Non Fungible Token), legati alla blockchain, che nell’ultimo anno hanno
conquistato il mondo dell’arte, con i loro certificati di possesso di beni non
tangibili. Pur facendo le debite differenze (le bit tech come Facebook tendono
a essere dei centralizzatori, mentre la blockchain e le criptovalute sono opera
dei decentralizzatori) entrambi immaginano il progresso tecnologico più o
meno negli stessi termini: qualcosa per sfuggire alla realtà.
Il metaverso non piace a tutti
Ad esempio, a Frances Haugen, l’ex product manager di Facebook che a
ottobre ha rivelato che Facebook dà priorità al profitto rispetto alla sicurezza
degli utenti e programma i suoi algoritmi per promuovere contenuti divisivi. La
Haugen è preoccupata per la capacità di Meta di controllare ciò che viene
pubblicato nel mondo virtuale. In una intervista alla CBS ha dichiarato che gli
stessi problemi che ha denunciato si potrebbero ripetere nella realtà virtuale
del metaverse. “Facebook non ha effettivamente pensato alla sicurezza fin
dalla progettazione”, ha detto.
Secondo la Haugen, piattaforme come TikTok, dove una piccola parte dei
contenuti genera la maggior parte delle visualizzazioni, sono più facili da
moderare rispetto al modello più distribuito di Facebook. Negli spazi virtuali in
cui Meta scommette in grande, moderare i contenuti, rimuovere la
disinformazione e tracciare i trasgressori sarà una sfida, perché le interazioni
non vengono registrate.
Quali sviluppi per la realtà virtuale
Una realtà virtuale, dunque. Qualcosa di non certamente nuovo. La sua
nascita, infatti, risale agli anni ’80, a opera dello scienziato informatico Jaron
Lanier, con la sua azienda VPL Research, acronimo di Virtual Programming
Languages. A oltre trent’anni di distanza, però, la realtà virtuale (VR) e
aumentata (AR) di qualsiasi tipo non si sono affermate come si prevedeva.
Oculus VR, il visore per la realtà virtuale realizzato dalla omonima società
acquisita da Facebook nel 2014, è rimasto niente più che un gadget,
perlomeno a livello consumer. La realtà virtuale sembrava dover essere il
futuro tecno-utopico. Ma, come ha recentemente notato Paul Skallas, l’autore
della piattaforma per newsletter Substack, “Nel 2000 ti dicevano che la realtà
virtuale era sul punto di esplodere, che avrebbe cambiato tutto. È il 2020:
dov’è?”.
La realtà virtuale – e insieme l’AR – si sono imbattute in un grosso scoglio: la
consuetudine delle persone a relazionarsi fisicamente. Anziché nella
quotidianità, quindi, VR e AR si sono affermate maggiormente nell’industria.
Quali società potrebbero essere interessate
Facebook ha investito molto nella realtà virtuale attraverso i suoi visori
Oculus, rendendoli più economici dei rivali, forse anche in perdita secondo
alcuni analisti. Sta anche creando app VR per i social e per il lavoro,
comprese app che interagiscono con il mondo reale. Nelle intenzioni del
colosso tech, però, il metaverso “non sarà costruito da un giorno all’altro da
una singola azienda”.
Quali altre aziende potrebbero essere interessate? Epic Games, che produce
Fortnite, gioco multipiattaforma free to play, potrebbe essere una di quelle. I
giochi multiplayer online condividono mondi interattivi da decenni; non sono il
metaverso, ma hanno diverse idee in comune. Negli ultimi anni, Fortnite ha
ampliato il suo prodotto, ospitando concerti, eventi del brand e altro ancora
all’interno del proprio mondo digitale. Ciò ha mostrato a molti ciò che è
possibile fare con la realtà virtuale e ha messo sotto i riflettori la visione del
metaverso.
Altri giochi si stanno avvicinando a un’idea del metaverso. Roblox, ad
esempio, è una piattaforma per migliaia di singoli giochi collegati
all’ecosistema più ampio.
Unity, una piattaforma di sviluppo 3D, sta investendo in “gemelli digitali“, copie
digitali del mondo reale, e la società di hardware grafico Nvidia sta
realizzando il suo Omniverse, che viene descritto come “una piattaforma per
connettere mondi virtuali 3D”.
Metaverso, non solo videogame
Il metaverso è quindi solo una forma evoluta e sofisticata di videogame? No,
anche se le idee su cosa potrebbe essere sono molte e diverse, la maggior
parte di esse vede al centro l’interazione umana e sociale.
Ancora Facebook ha sperimentato un’app per riunioni VR chiamata
Workplace e uno spazio sociale chiamato Horizons, che utilizzano entrambi
sistemi di avatar. Il posto di lavoro del futuro di Facebook prefigura riunioni in
realtà virtuale in cui le persone utilizzino dei personal computer.
Un’altra app VR, VRChat, è interamente incentrata sull’incontrarsi online e
chattare, senza alcun obiettivo o scopo diverso dall’esplorazione degli
ambienti e dall’incontro con le persone.
Altre applicazioni aspettano solo di essere scoperte.
Il Ceo di Epic Games, Tim Sweeney, ha dichiarato di recente al Washington
Post che immagina un futuro in cui una casa automobilistica, per pubblicizzare
un nuovo modello “lascerà la sua auto nel mondo digitale in tempo reale e
chiunque sarà in grado di guidarla”.
Allo stesso modo, quando faremo shopping online proveremo i vestiti in una
realtà digitale, ossia virtuale, prima di ordinare quelli che ci arriveranno nel
mondo reale.
Appare ormai chiaro che stiamo assistendo alla nascita del “metaverse
marketing”, come lo ha definito la rivista Forbes.
Metaverso e Retail
Le applicazioni nel luxury
Varie realtà del fashion e del luxury stanno cominciando ad investire nella
realtà virtuale. Balenciaga vende “skin” su Fortnite, Gucci ha messo in vendita
una borsa solo virtuale, Dolce&Gabbana ha ottenuto 5,7 milioni dalla vendita
di 9 Non-Fungible-Token, Nike ha deciso di vendere scarpe “virtuali”.
Secondo Morgan Stanley, per il settore moda e lusso, gli introiti derivanti dalla
realtà virtuale potrebbero ammontare, entro il 2030, a 50 miliardi di dollari
(circa 44 miliardi di euro). È normale che le multinazionali del settore si stiano
attrezzando in questo senso.
QUI ALCUNI ESEMPI DI METAVERSO APPLICATO AL MONDO
DEL RETAIL
Le applicazioni nella GDO
Carrefour ha acquistato un terreno dell’equivalente di 36 ettari di superficie nel
mondo virtuale del videogioco Sandbox. Creato dallo studio francese Pixowl,
Sandbox consente a privati e imprese di diventare proprietari di terreni e di
sfruttarli a proprio piacimento. Secondo i dati della piattaforma OpenSea, la
transazione è costata al gruppo 120 unità della criptovaluta Ethereum, poco
meno di 300 mila euro. La direttrice della trasformazione digitale di Carrefour
ha affermato che su questo territorio virtuale si potrebbero organizzare “eventi
o lanci di prodotti.
Wallmart, gigante statunitense della grande distribuzione, ha depositato il 30
dicembre 2021, presso l’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti, diversi nuovi
marchi che, sostengono i media specializzati, indicherebbero la sua
intenzione di produrre e vendere beni virtuali, tra cui elettronica, decorazioni
per la casa, giocattoli, articoli sportivi e prodotti per la cura personale.
Metaverso e automotive
A inizio 2022 Hyundai Motor Company ha svelato il suo nuovo concetto di
Metamobility, crasi tra Metaverso e mobilità. Dopo aver annunciato a
settembre 2021 Hyundai Mobility Adventure, uno spazio metaverse dove gli
utenti possono sperimentare i prodotti avanzati di Hyundai Motor e le soluzioni
di mobilità del futuro, il Gruppo ha deciso di scendere più in profondità. Ha
dunque deciso di allargare il ruolo della mobilità alla realtà virtuale (VR),
consentendo in definitiva alle persone di superare i limiti fisici del movimento
nel tempo e nello spazio.
Metaverso ed eventi virtuali
Il caso Würth Italia
A marzo 2022 Würth Italia ha annunciato di avere sviluppato il proprio
Metaverso per offrire ai clienti la possibilità di vivere un’esperienza immersiva
visitando i numerosi servizi e prodotti dell’azienda. Il Metaverso di Würth sarà
quindi un luogo virtuale nel quale è possibile incontrare e accompagnare i
propri clienti per sperimentare le diverse soluzioni offerte dall’azienda, attiva
sul mercato dal 1963 e ad oggi partner di riferimento per 280.000
professionisti nel mondo dell’automotive, dell’artigianato, dell’edilizia e
dell’industria.
All’interno del Metaverso sarà possibile effettuare meeting, svolgere attività
di formazione a clienti e collaboratori, interagire a distanza per la
presentazione di prodotti e per la condivisione di progetti ed impianti.
Metaverso: quale sarà il futuro?
Il metaverso si propone di offrire una versione ordinata e razionalizzata del
mondo, per sua natura caotica. Siamo ancora alle prime fasi; l’evoluzione del
metaverso sarà disputata tra i colossi della tecnologia nel prossimo decennio,
o forse anche di più. Ma ad oggi è difficile prevederne gli sviluppi e capire
quanto inciderà nelle sue concrete applicazioni l’eventuale preferenza delle
persone per la realtà fisica rispetto a quella virtuale.
Brent Mittelstadt, un ricercatore senior in etica dei dati presso l’Oxford Internet
Institute, ritiene che il potenziale impatto sociale del metaverso sia tutt’altro
che certo. “Se diventasse dirompente, ad esempio conducendo le persone ad
andare ad appuntamenti virtuali anziché incontrarsi, sarebbe molto difficile
dire quale effetto avrebbe sulla natura delle relazioni, nello stesso modo in cui
era difficile prevedere l’impatto che i social media avrebbero avuto quando se
ne parlava solo come un’idea”.
Mittelstadt vede nel metaverso principalmente un modo per Facebook per fare
più soldi. “Se riesce a farti passare molto tempo lì, sta raggiungendo il suo
obiettivo di raccogliere più dati e monetizzarli. Avrebbe più fonti di dati di
quelle attualmente esistenti che vengono combinate e incanalate attraverso
questa cosa che è il metaverso”.
È sempre difficile fare previsioni quando si parla di tecnologie, e anche i
migliori possono sbagliare. Come accadde a Paul Krugman, economista,
premio Nobel ed editorialista del New York Times, che nel 1998 affermava:
“Entro il 2005, diventerà chiaro che l’impatto di Internet sull’economia non
sarà stato maggiore di quello del fax”.
Non resta che attendere per vedere quale sorte spetterà al metaverso che sta
suscitando tanto interesse.
fonte:
Realtà immersiva, digital twin, realtà aumentata e virtuale, intelligenza
artificiale, NFT, blockchain: sono i campi d’azione di startup nate negli
ultimi anni che stanno diventando parte integrante della nuova realtà del
Metaverso. Ecco una lista di italiane (e non) che hanno già attirato
l’attenzione delle aziende
di Michelle Crisantemi
Metaverso, un ‘occasione per la nascita di nuove startup innovative. Se è vero
che di Metaverso si è iniziato a parlare su larga scala nell’ottobre 2021 dopo
l’annuncio di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, relativo a “una nuova
esperienza di Internet dove l’utente non guarda solo dall’esterno, ma può
viverla in prima persona”, è altrettanto vero che già a quella data vi erano
numerose aziende che stavano creando prodotti e servizi rivolti a questo
mondo dove reale e virtuale interagiscono fino a costruire nuove modalità di
relazioni.
La quota di business correlata al metaverso, già nel 2020, valeva infatti 50
miliardi di dollari e, secondo le previsioni di Grayscale – una piattaforma
online che offre una serie di servizi ed offerte riguardo le principali criptovalute
– è destinata a crescere ulteriormente, arrivando a toccare nel 2024 un valore
di 800 miliardi di dollari.
Anche in Europa l’interesse verso il metaverso sta crescendo, come
dimostrano i dati relativi alle ricerche degli utenti sul web. Tra i Paesi europei,
maggiore interesse si riscontra in Francia, con 1.020 ricerche mensili per
milione di abitanti, seguita dal Regno Unito (942), Svizzera (831), Germania
(778), Belgio (659). L’Italia si attesta invece al nono posto con 326 ricerche
online al mese per milione di abitanti.
Accanto a grandi aziende e brand – tra cui brand molto conosciuti come
Microsoft, Nike e Alibaba – vi sono anche molte startup innovative. Il loro
lavoro è incentrato su questo spazio ibrido, dove l’ambiente fisico e quello
digitale si fondono, che oggi è possibile grazie alla maturità raggiunta da
alcune tecnologie digitali e di realtà immersiva, come i digital twin, la realtà
aumentata, la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale. Ecco alcuni esempi.
Le startup internazionali che investono nel metaverso
Secondo Startus Insight – azienda che ha creato una piattaforma basata su AI
e Big Data che permette di individuare le startup e le scaleup più innovative in
vari settori – tra le startup che già lavorano nel metaverso vale la pena
seguirne cinque in particolare, che si sono distinte tra le oltre 2 milioni di
startup e scaleup presenti nel data base dell’azienda.
- Nextmeet
Categoria: Immersive Virtual Collaboration, metaverso
Startup indiana fondata nel 2020, Nextemet ha sviluppato una piattaforma di
realtà virtuale immersiva (VR) per il lavoro, la collaborazione e
l’apprendimento a distanza.
Attraverso la piattaforma, infatti, gli utenti possono creare avatar 3D che gli
permettono di interagire virtualmente tra loro nel metaverso. In questo modo,
lavorare o studiare a distanza diventano attività interattive e più coinvolgenti
rispetto a quanto accade con l’utilizzo di tecnologie attualmente più diffuse
(come videochiamate e messaggistica istantanea).
La startup crea anche mondi 3D personalizzati per eventi virtuali come
conferenze, fiere e lanci di prodotti. - PolkaWar
Categoria: Immersive gaming, metaverso, NFT
La Singaporiana PolkaWar, che è specializzata in piattaforme di gaming NFT
(Non-Fungible-Token). La piattaforma combina le tecnologie della blockchain
con la realtà immersiva: ogni giocatore può personalizzare il suo personaggio
con degli oggetti acquistabili presso il mercato NFT della piattaforma, con
possibilità di riscattare alcuni oggetti anche nella vita reale. - PlayersOnly
Categoria: NFT, collezionismo digitale, SportsTech, intrattenimento
Startup americana, fondata nel 2020, PlayersOnly ha creato un metaverso di
social media sportivi mainstream che incorpora la finanza decentralizzata. La
startup sfrutta la finanza decentralizzata (DeFi) per creare un mercato che
permette agli atleti e ai brand di collaborare per creare collezioni ed
esperienze digitali.
PlayersOnly offre anche un social network che collega gli atleti tra loro. Le
interazioni DeFi sul marketplace e la rete sociale sono facilitate dal token
PlayersOnly (PO). Oltre a sostenere gli atleti, le soluzioni della startup
consentono ai fan di investire nei loro giocatori e squadre preferiti. - Zash
Categoria: Crypto Investing, FinTech
Fondata nel 2021 e con base a Londra, Zash sfrutta le tecnologie Web3.0 per
sviluppare un social network di investimento dedicato a investitori di
criptovalute.
Sono proprio gli investitori a svolgere il ruolo di creators nel social media: la
piattaforma fornisce agli utenti vari strumenti per creare strategie o spunti per
gli investimenti e condividere queste idee con i propri follower. Sfruttando e
combinando il metaverso e l’economia dei creatori, la soluzione della startup
richiama gli investitori retail, soprattutto quelli più giovani, per far progredire ed
espandere il mercato. - Union
Categoria: Immersive gaming, metaverso
Union è una startup spagnola che opera nel metaverso già dal 2020. Permette
agli utenti di creare avatar 3D realistici da usare in giochi ed esperienze di
realtà aumentata (AR) e virtuale (VR).
Gli avatar possono essere utilizzati sia sui normali social network che nel
metaverso. I servizi dell’azienda, inoltre, si rivolgono anche ad altre imprese
che investono sul metaverso: la soluzione offerta da Union, infatti, permette la
creazione facile e a basso costo di personaggi non giocanti (NPC), che
permettono di migliorare l’esperienza dell’utente nel metaverso. - RTFKT Studios
Categoria: NFT, moda e collezionismo digitale, metaverso
Fondata nel 2020 e con sede negli Stati Uniti, RTFKT Studios è una casa di
moda che opera nel metaverso, meglio conosciuta per le sue sneakers e
l’abbigliamento digitale di fascia alta.
L’azienda utilizza NFT, tecnologia blockchain e realtà aumentata (AR) per
creare prodotti ed esperienze virtuali. L’azienda si è fatta notare fin da subito,
vendendo in 10 minuti ben 3 tre milioni di dollari di sneakers digitali realizzate
grazie alla collaborazione con l’artista americano Fewocious. La startup è
stata acquisita a dicembre 2021 da Nike.
Metaverso, i progetti delle startup italiane
Anche in Italia si contano già diversi progetti sul metaverso e che utilizzano la
tecnologia della blockchain e degli NFT per offrire esperienze uniche agli
utenti. Di seguito riportiamo qualche esempio. - Coderblock
Categoria: Immersive Virtual Collaboration, metaverso
Coderblock è un prodotto della startup innovativa Novatek Srl fondata nel
2016 da Danilo Costa. Il progetto nasce nel 2020, dall’ambizione di offrire alle
aziende dei veri e propri uffici virtuali per il lavoro da remoto.
La piattaforma viene lanciata nel 2020, appena un mese prima della
pandemia e, visto l’interesse che riceve, la startup decide di richiedere un
finanziamento da 80.000 euro attraverso una piattaforma di crowdfunding.
Ne riesce a raccogliere oltre 250.000. Da allora la piattaforma è cresciuta,
introducendo la possibilità di organizzare fiere e convegni, a cui partecipare
attraverso avatar 3D. Il prodotto offre ora anche la possibilità di acquistare
ambienti personalizzati alle proprie esigenze, senza la necessità di acquistare
un software, ma accedendo tramite un link dal browser.
Nel prossimo futuro la piattaforma offrirà anche degli ambienti virtuali educativi
– vere proprie classi con lavagna e cattedra – e una modalità gioco. - Stargraph
Categoria: NTF, collezionismo digitale, intrattenimento
Startup innovativa con sede a Roma, Stargraph è stata fondata nel 2017 da
Michele Imbimbo e Ursula De Masi per coniugare passione per lo sport e
intrattenimento, collezionismo digitale e innovazione, tecnologia e
sostenibilità, grazie alle tecnologie della blockchain, realtà aumentata e realtà
virtuale.
La piattaforma è nata con l’ambizione di permettere agli utenti di collezionare
contenuti esclusivi relativi alle proprie passioni e di vivere eventi esclusivi con i
propri idoli. Inoltre, permette ai fan di monetizzare dalle proprie passioni,
mettendo in vendita oggetti virtuali esclusi, anche associati a un vero asset
fisico.
Oltre al marketplace, la piattaforma prevede anche un altro sistema di
remunerazione per gli utenti: acquistato un contenuto esclusivo di una
celebrity, ogni volta che accade un evento importante alla carriera del
personaggio – un premio, un concerto, una gara vinta ecc. – l’utente viene
premiato con alcuni token.
L’azienda vorrebbe espandere la piattaforma ulteriormente – tra gli altri
progetti di sviluppo c’è quello della gamification, che renderà l’esperienza
degli utenti ancora più coinvolgente – e per questo ha richiesto un
finanziamento crowdfunding di 1 milione di euro. - Reasoned Art
Categoria: NFT, cripto arte, collezionismo digitale, cultura e turismo
Reasoned Art è una startup fondata nel 2021 a Genova da Giulio Bozzo e
Andrea Marec che opera nel campo della cripto arte. L’azienda, infatti, vende
opere d’arte digitali e immateriali certificate da NFT e blockchain.
Oltre all’attività di ricerca degli artisti digitali che operano in Italia e all’estero e
alla commercializzazione delle opere, Reasoned Art si occupa di curare
mostre fisiche e virtuali. Si è fatta conoscere al grande pubblico tra fine 2021-
inizio 2022 grazie all’installazione presso l’Arco della Pace di Milano che, con
il supporto di Reasoned Art, è stato trasformato in una “data sculpure a 360⁰”,
dove grazie all’utilizzo di effetti ottici e proiezioni in 3D è stato possibile
trasformare il monumento in un’opera d’arte immersiva.
A gennaio 2022 Forbes ha inserito i fondatori della startup nella lista “100
italiani under 30 da tenere sott’occhio”. - CinTech
Categoria: NFT, intrattenimento, cripto arte
CinTech nasce nella primavera del 2021 da un’idea di Renato Pezzi, Jacopo e
Nicolò Lucignano, tre giovani appassionati di cinema e tecnologia. L’azienda
fa forza sull’esperienza del team in blockchain e NFT e le evoluzioni della
cripto arte per offrire un nuovo modo di concepire film e possedere arte.
L’obiettivo di CinTech è quello di permettere a chiunque di possedere intere
pellicole o parti di esse, grazie proprio all’utilizzo di token per certificarne
autenticità e possesso. L’azienda, grazie alla collaborazione con la
multinazionale EY e con la casa di produzione BlueFilm, ha messo all’asta nel
luglio 2021 ben 62 NFT dell’opera “La leggenda di Kaspar Hauser”.
CinTech sta collaborando con EY e BlueFilm su altre iniziative simili nei settori
dello sport, del turismo, della cultura e dell’intrattenimento. Inoltre, ha anche in
cantiere la realizzazione di una piattaforma dove sarà possibile acquistare,
scambiare e creare asset digitali collezionabili, attraverso logiche orientate
alla gamification. - Smiling
Categoria: NFT, MarTech e AdTech
Altro progetto innovativo nell’ambito della tecnologia NFT viene da Smiling,
startup innovativa fondata nel 2017 da Giorgio D’Amore e Massimo Garzulino
che sviluppa piattaforme proprietarie nell’ambito MarTech (tecnologie per il
Marketing) e AdTech (tecnologie per l’advertising).
Recentemente l’azienda ha creato per l’e-Commerce di un cliente,
ItaliaRegina – che si occupa di vendere all’estero le eccellenze alimentari
Made in Italy – un progetto di eatable token.
Gli eatable token sono NFT tematici dedicati ai prodotti alimentari italiani più
iconici, (immagini e video unici, creati ad hoc), che vengono venduti agli
appassionati di NFT con lo scopo di attirare sull’e-Commerce del cliente utenti
più giovani.
Oltre alla possibilità di essere comprati/venduti sui diversi mercati, l’acquisto di
un eatable token offre al compratore un voucher da riscattare sul sito di
Italiaregina.it, in modo da trasformare un codice fatto di “0101” in un prodotto
fisico da degustare. - Versy
Categoria: Immersive Virtual Collaboration, metaverso
Fondata da Piero Fioretti, Versy è una startup innovativa che riunisce creatori
ed imprenditori italiani che stanno lavorando alla creazione di metaversi privati
per aziende (store virtuali).
Metaversi privati, quindi, ma interconnessi e accessibili direttamente dal loro
sito web, sia attraverso un computer, un headset, una console o un telefono.
L’azienda punta alla socialità e alla condivisione di esperienze e spazi nel
mondo virtuale: chi visiterà il negozio di un brand o di un creator potrà farlo in
compagnia, scambiandosi opinioni e consigli su cosa gli piace e cosa no. - Future Fashion
Categoria: Realtà aumentata, moda
Future Fashion ottimizza l’utilizzo della tecnologia 3D in ottica web per creare
un’esperienza d’acquisto innovativa ed integrabile in tutti i sistemi software
aziendali.
L’azienda marchigiana, fondata da Andrea Carpineti, offre una soluzione
multicanale che consente alle aziende di ridurre i costi di campionario dei
brand, creando cataloghi virtuali in cui gli utenti possono “provare” i modelli 3D
dei capi attraverso la realtà aumentata.
A gennaio 2022 l’azienda si è aggiudicata il premio Innovation Village Retail di
Expo Riva Schuh & Gardabags, un contest dedicato alle realtà più innovative
del fashion retail. - Saysoon
Categoria: Marketplace Digitale per NFT, cripto arte, collezionismo digitale
Saysoon è una piattaforma che permette ad artisti di creare e vendere opere
d’arte digitali facendo leva sulla tecnologia NFT.
La piattaforma si rivolge inoltre ai collezionisti, che possono trovare artisti e
investire nelle opere digitali. Saysoon offre servizi anche a gallerie d’arte,
fondazioni e musei, permettendo di creare copie digitali delle opere esposte. - Pikkart
Categoria: AR, Intelligenza Artificiale
Fondata nel 2014 da Lorenzo Canali, Pikkart è un’azienda che fin dall’inizio si
è concentrata su progetti di Realtà Aumentata e Intelligenza Artificiale.
L’azienda è stata la prima in Italia ad avere realizzato da zero un proprio
Augmented Reality Ecosystem (Pikkart-AR), innovazione che le ha fatto
ricevere il riconoscimento Seal of Excellence, ottenuto nell’ambito dello SME
Instrument di Horizon 2020.
Oggi l’attività di ricerca e sviluppo di Pikkart è incentrata sull’Intelligenza
Aumentata (che integra l’AI con l’AR) su Deep Learning e Computer Vision.
Tra gli ultimi progetti dell’azienda spicca Pikkart-AR Discover, un software di
Realtà Aumentata che riconosce oggetti in contesto – come macchinari in
fabbrica, automobili in concessionaria, opere d’arte in un museo – e permette
di associarvi contenuti come schede informative, immagini, video ed elementi
3D. - OVR
Categoria: soluzioni di Realtà Aumentata per il metaverso
Fondata da Davide Cuttini, OVR è una piattaforma che combina Realtà
Aumentata e Blockchain per fornire agli utenti contenuti tridimensionali
geolocalizzati. Attraverso la piattaforma, gli utenti possono costruire,
acquistare o semplicemente navigare negli spazi virtuali.
Grazie a questa startup del Metaverso, gli spazi virtuali sono acquistati tramite
gettoni OVR (token) e sono messi all’asta al prezzo minimo di 10 dollari,
mentre i gettoni stessi possono essere acquistati a partire da 0,7 dollari. Lo
strato digitale copre l’interno globo, suddiviso in 1,6 trilioni di spazi virtuali. Al
momento la navigazione degli utenti può avvenire attraverso fotocamera dello
smartphone, ma l’azienda assicura che l’infrastruttura sia già compatibile con
l’utilizzo di occhiali VR. - Impersive
Categoria: Video 360 stereoscopici per la Realtà Aumentata
Impersive, startup del Metaverso, realizza tecnologie di produzione e
post-produzione per fornire agli utenti esperienze immersive per la Realtà
Virtuale a 360° stereoscopiche, full body, in movimento.
I servizi dell’azienda – che comprendono soluzioni per la brand experience –
si rivolgono a realtà (italiane ed estere) operanti nei settori dell’automotive,
dell’educazione, dell’intrattenimento, della moda e dello sport.
L’esperienza immersiva è fruibile esclusivamente con l’utilizzo di un visore VR.
L’azienda, fondata da Guido Geminiani, offre anche servizi di live-streaming
VR fino a 8K utilizzando camere VR per rendere ancora più coinvlgenti gli
eventi live. - Revibe
Categoria: Metaverse Experience, 3D Assets Production, NFT, Blockchain
Revibe si occupa della progettazione strategica, della costruzione e dello
sviluppo dei processi interattivi legati alla presenza di brand e aziende nei vari
metaversi, centralizzati e decentralizzati come The Sandbox, Decentraland,
Roblox e Spatial. La startup nasce dall’unione delle competenze di tre società
torinesi, RIBELLI, Mixedbag.it e 3×1010 e può contare sull’entusiasmo e sulle
competenze di più di 50 persone. La società lavora sulle nuove opportunità di
ingaggio delle persone nei mondi virtuali, creando sinergia con la dimensione
“fisica” della realtà. Seppure lanciata a marzo 2022, conta già collaborazioni
con top player nel food & beverage, percorsi di consulenze e progetti all’attivo
di metaverse experience. - Aryel
Categoria: Augmented Reality, AR Marketing, SaaS
Aryel è una piattaforma fai-da-te per campagne di AR Marketing, fondata a
Milano nel 2020 da Mattia Salvi, Luca Petri e Leonardo Persico. Permette la
creazione in pochi step di una realtà aumentata customizzata da applicare alle
strategie di marketing per migliorare le performance delle campagne e
rendere le esperienze degli utenti più interattive e immersive. La gamma di
offerta proposta da Aryel consente la creazione in pochi step di soluzioni di
AR customizzate: dal “virtual try on” di accessori fashion e beauty, al product
visualization per la verifica del fitting dei mobili e complementi all’interno della
propria casa, fino alla visualizzazione tridimensionale dei piatti in menù ed
esperienze interattive di gamification. Tra i suoi clienti figurano realtà come
Ferrero, Cisco, Lavazza e Nove25. Aryel permette inoltre di realizzare report e
insights circa le abitudini degli utenti online.
- LA GUIDA
Metaverso, come funziona il mondo
reale-virtuale su cui sta puntando
Facebook
- di Pierluigi Sandonnini
Metaverso è un modo di connettere gli esseri umani a Internet e ad altri esseri
umani, andando oltre i concetti di realtà virtuale e aumentata. Le persone
collegate fanno parte del mondo fisico, ma interagiscono con avatar e cose
virtuali. Facebook ha cambiato il proprio nome in Meta con questo obiettivo
Metaverse, in italiano “metaverso”, è un mondo virtuale, per lo più ancora
ipotetico, al quale si può accedere da una particolare tecnologia di realtà
virtuale (VR) e realtà aumentata (AR). L’idea è quella di creare una sorta di
Internet di livello superiore, sovrapposto al mondo fisico. Le persone collegate
al metaverso fanno parte del mondo fisico, ma possono vedere e interagire
con cose che gli altri non vedono, perché appartengono a un mondo virtuale.
Poiché si tratta ancora solo di un’idea, non esiste un’unica definizione del
metaverso sulla quale siano tutti concordi. Quel che sembra certo è che il
metaverso potrebbe stare alla realtà virtuale come gli attuali smartphone
stanno ai primi, rozzi, modelli di cellulari degli anni ’90.
Invece di utilizzare un computer, nel metaverso basterebbe usare un
auricolare (o un visore) per entrare in un mondo virtuale che collega tutti i tipi
di ambienti digitali.
Da dove proviene il concetto di metaverso
A differenza dell’attuale realtà virtuale, utilizzata principalmente per i giochi,
questo nuovo mondo virtuale potrebbe essere utilizzato praticamente per
qualsiasi cosa: lavoro, concerti, viaggi, cinema. O semplicemente, come
surrogato dell’uscire di casa per incontrare altre persone. Come? Con un
avatar 3D, una rappresentazione digitale noi stessi.
Se ne parla molto in questo periodo, per via delle dichiarazioni rilasciate da
Mark Zuckerberg: “Siamo all’inizio di un nuovo capitolo per Internet, ed è
anche un nuovo capitolo per la nostra azienda”, ha detto il fondatore e CEO di
Facebook il 28 ottobre 2021, annunciando il metaverse e Meta, il nuovo nome
di Facebook. Un termine che deriva dalla parola greca che significa “oltre”.
“D’ora in poi, saremo metaverse-first, non Facebook-first. Ciò significa che nel
tempo non avrai bisogno di un account Facebook per utilizzare i nostri altri
servizi”, ha scritto Zuckerberg nella lettera ai founders.
Il concetto di metaverso, però, non è nuovo: il termine è stato coniato dallo
scrittore Neal Stephenson nel 1992, nel suo romanzo di fantascienza del
Snow Crash, ambientato in un futuro prossimo in cui il mondo virtuale e il
mondo fisico sono indissolubilmente interconnessi.
Nella fantasia di Stephenson, il metaverso è immaginato come una immensa
sfera nera di 65.536 km di circonferenza, tagliata in due all’altezza
dell’equatore da una strada percorribile anche su una monorotaia, che ha 256
stazioni, ognuna a 256 km di distanza. Su questa sfera ogni persona può
realizzare in 3D ciò che desidera: negozi, uffici, locali pubblici e altro, il tutto
visitabile dagli altri utenti.
Facebook e il metaverso: 10mila assunzioni nei prossimi anni
C’è un grandissimo entusiasmo per il metaverso tra gli investitori e le big tech.
Facebook ha fatto della costruzione del metaverso una delle sue priorità; tanto
che recentemente ha investito 50 milioni di dollari nel finanziamento di gruppi
senza scopo di lucro per aiutare a “costruire il metaverso in modo
responsabile”, anche se esprime la convinzione che questa idea impiegherà
10-15 anni per avverarsi. Intanto, ha già annunciato che per sviluppare il
metaverso assumerà 10mila persone in Europa. L’intenzione, comunque, è di
arrivare a investire 10 miliardi di dollari nel metaverso.
Zuckerberg e altri imprenditori miliardari della Silicon Valley sembrano convinti
che il metaverso sia ormai un traguardo vicino. In una recente intervista
apparsa su The Verge, il fondatore di Facebook lo descrive come “il
successore di Internet mobile“, una sorta di “Internet incarnato, in cui invece di
visualizzare solo i contenuti, ci sei dentro”.
L’estate scorsa, in Facebook è stato creato un nuovo team appositamente
dedicato allo sviluppo del metaverso. Il team fa parte della divisione di realtà
virtuale Reality Labs, guidata da Andrew ‘Boz’ Bosworth, l’autore delle cuffie
Oculus, ed è composto da specialisti di Instagram, Facebook Gaming
(videogiochi) e della stessa Oculus.
Un cambio di passo nella strategia dell’azienda, pronta a investire sempre di
più nelle tecnologie AR e VR in grado di offrirle la possibilità di controllare la
propria piattaforma hardware.
Si tratta di un concetto che richiama, in qualche maniera, quello degli NFT
(Non Fungible Token), legati alla blockchain, che nell’ultimo anno hanno
conquistato il mondo dell’arte, con i loro certificati di possesso di beni non
tangibili. Pur facendo le debite differenze (le bit tech come Facebook tendono
a essere dei centralizzatori, mentre la blockchain e le criptovalute sono opera
dei decentralizzatori) entrambi immaginano il progresso tecnologico più o
meno negli stessi termini: qualcosa per sfuggire alla realtà.
Il metaverso non piace a tutti
Ad esempio, a Frances Haugen, l’ex product manager di Facebook che a
ottobre ha rivelato che Facebook dà priorità al profitto rispetto alla sicurezza
degli utenti e programma i suoi algoritmi per promuovere contenuti divisivi. La
Haugen è preoccupata per la capacità di Meta di controllare ciò che viene
pubblicato nel mondo virtuale. In una intervista alla CBS ha dichiarato che gli
stessi problemi che ha denunciato si potrebbero ripetere nella realtà virtuale
del metaverse. “Facebook non ha effettivamente pensato alla sicurezza fin
dalla progettazione”, ha detto.
Secondo la Haugen, piattaforme come TikTok, dove una piccola parte dei
contenuti genera la maggior parte delle visualizzazioni, sono più facili da
moderare rispetto al modello più distribuito di Facebook. Negli spazi virtuali in
cui Meta scommette in grande, moderare i contenuti, rimuovere la
disinformazione e tracciare i trasgressori sarà una sfida, perché le interazioni
non vengono registrate.
Quali sviluppi per la realtà virtuale
Una realtà virtuale, dunque. Qualcosa di non certamente nuovo. La sua
nascita, infatti, risale agli anni ’80, a opera dello scienziato informatico Jaron
Lanier, con la sua azienda VPL Research, acronimo di Virtual Programming
Languages. A oltre trent’anni di distanza, però, la realtà virtuale (VR) e
aumentata (AR) di qualsiasi tipo non si sono affermate come si prevedeva.
Oculus VR, il visore per la realtà virtuale realizzato dalla omonima società
acquisita da Facebook nel 2014, è rimasto niente più che un gadget,
perlomeno a livello consumer. La realtà virtuale sembrava dover essere il
futuro tecno-utopico. Ma, come ha recentemente notato Paul Skallas, l’autore
della piattaforma per newsletter Substack, “Nel 2000 ti dicevano che la realtà
virtuale era sul punto di esplodere, che avrebbe cambiato tutto. È il 2020:
dov’è?”.
La realtà virtuale – e insieme l’AR – si sono imbattute in un grosso scoglio: la
consuetudine delle persone a relazionarsi fisicamente. Anziché nella
quotidianità, quindi, VR e AR si sono affermate maggiormente nell’industria.
Quali società potrebbero essere interessate
Facebook ha investito molto nella realtà virtuale attraverso i suoi visori
Oculus, rendendoli più economici dei rivali, forse anche in perdita secondo
alcuni analisti. Sta anche creando app VR per i social e per il lavoro,
comprese app che interagiscono con il mondo reale. Nelle intenzioni del
colosso tech, però, il metaverso “non sarà costruito da un giorno all’altro da
una singola azienda”.
Quali altre aziende potrebbero essere interessate? Epic Games, che produce
Fortnite, gioco multipiattaforma free to play, potrebbe essere una di quelle. I
giochi multiplayer online condividono mondi interattivi da decenni; non sono il
metaverso, ma hanno diverse idee in comune. Negli ultimi anni, Fortnite ha
ampliato il suo prodotto, ospitando concerti, eventi del brand e altro ancora
all’interno del proprio mondo digitale. Ciò ha mostrato a molti ciò che è
possibile fare con la realtà virtuale e ha messo sotto i riflettori la visione del
metaverso.
Altri giochi si stanno avvicinando a un’idea del metaverso. Roblox, ad
esempio, è una piattaforma per migliaia di singoli giochi collegati
all’ecosistema più ampio.
Unity, una piattaforma di sviluppo 3D, sta investendo in “gemelli digitali“, copie
digitali del mondo reale, e la società di hardware grafico Nvidia sta
realizzando il suo Omniverse, che viene descritto come “una piattaforma per
connettere mondi virtuali 3D”.
Metaverso, non solo videogame
Il metaverso è quindi solo una forma evoluta e sofisticata di videogame? No,
anche se le idee su cosa potrebbe essere sono molte e diverse, la maggior
parte di esse vede al centro l’interazione umana e sociale.
Ancora Facebook ha sperimentato un’app per riunioni VR chiamata
Workplace e uno spazio sociale chiamato Horizons, che utilizzano entrambi
sistemi di avatar. Il posto di lavoro del futuro di Facebook prefigura riunioni in
realtà virtuale in cui le persone utilizzino dei personal computer.
Un’altra app VR, VRChat, è interamente incentrata sull’incontrarsi online e
chattare, senza alcun obiettivo o scopo diverso dall’esplorazione degli
ambienti e dall’incontro con le persone.
Altre applicazioni aspettano solo di essere scoperte.
Il Ceo di Epic Games, Tim Sweeney, ha dichiarato di recente al Washington
Post che immagina un futuro in cui una casa automobilistica, per pubblicizzare
un nuovo modello “lascerà la sua auto nel mondo digitale in tempo reale e
chiunque sarà in grado di guidarla”.
Allo stesso modo, quando faremo shopping online proveremo i vestiti in una
realtà digitale, ossia virtuale, prima di ordinare quelli che ci arriveranno nel
mondo reale.
Appare ormai chiaro che stiamo assistendo alla nascita del “metaverse
marketing”, come lo ha definito la rivista Forbes.
Metaverso e Retail
Le applicazioni nel luxury
Varie realtà del fashion e del luxury stanno cominciando ad investire nella
realtà virtuale. Balenciaga vende “skin” su Fortnite, Gucci ha messo in vendita
una borsa solo virtuale, Dolce&Gabbana ha ottenuto 5,7 milioni dalla vendita
di 9 Non-Fungible-Token, Nike ha deciso di vendere scarpe “virtuali”.
Secondo Morgan Stanley, per il settore moda e lusso, gli introiti derivanti dalla
realtà virtuale potrebbero ammontare, entro il 2030, a 50 miliardi di dollari
(circa 44 miliardi di euro). È normale che le multinazionali del settore si stiano
attrezzando in questo senso.
QUI ALCUNI ESEMPI DI METAVERSO APPLICATO AL MONDO
DEL RETAIL
Le applicazioni nella GDO
Carrefour ha acquistato un terreno dell’equivalente di 36 ettari di superficie nel
mondo virtuale del videogioco Sandbox. Creato dallo studio francese Pixowl,
Sandbox consente a privati e imprese di diventare proprietari di terreni e di
sfruttarli a proprio piacimento. Secondo i dati della piattaforma OpenSea, la
transazione è costata al gruppo 120 unità della criptovaluta Ethereum, poco
meno di 300 mila euro. La direttrice della trasformazione digitale di Carrefour
ha affermato che su questo territorio virtuale si potrebbero organizzare “eventi
o lanci di prodotti.
Wallmart, gigante statunitense della grande distribuzione, ha depositato il 30
dicembre 2021, presso l’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti, diversi nuovi
marchi che, sostengono i media specializzati, indicherebbero la sua
intenzione di produrre e vendere beni virtuali, tra cui elettronica, decorazioni
per la casa, giocattoli, articoli sportivi e prodotti per la cura personale.
Metaverso e automotive
A inizio 2022 Hyundai Motor Company ha svelato il suo nuovo concetto di
Metamobility, crasi tra Metaverso e mobilità. Dopo aver annunciato a
settembre 2021 Hyundai Mobility Adventure, uno spazio metaverse dove gli
utenti possono sperimentare i prodotti avanzati di Hyundai Motor e le soluzioni
di mobilità del futuro, il Gruppo ha deciso di scendere più in profondità. Ha
dunque deciso di allargare il ruolo della mobilità alla realtà virtuale (VR),
consentendo in definitiva alle persone di superare i limiti fisici del movimento
nel tempo e nello spazio.
Metaverso ed eventi virtuali
Il caso Würth Italia
A marzo 2022 Würth Italia ha annunciato di avere sviluppato il proprio
Metaverso per offrire ai clienti la possibilità di vivere un’esperienza immersiva
visitando i numerosi servizi e prodotti dell’azienda. Il Metaverso di Würth sarà
quindi un luogo virtuale nel quale è possibile incontrare e accompagnare i
propri clienti per sperimentare le diverse soluzioni offerte dall’azienda, attiva
sul mercato dal 1963 e ad oggi partner di riferimento per 280.000
professionisti nel mondo dell’automotive, dell’artigianato, dell’edilizia e
dell’industria.
All’interno del Metaverso sarà possibile effettuare meeting, svolgere attività
di formazione a clienti e collaboratori, interagire a distanza per la
presentazione di prodotti e per la condivisione di progetti ed impianti.
Metaverso: quale sarà il futuro?
Il metaverso si propone di offrire una versione ordinata e razionalizzata del
mondo, per sua natura caotica. Siamo ancora alle prime fasi; l’evoluzione del
metaverso sarà disputata tra i colossi della tecnologia nel prossimo decennio,
o forse anche di più. Ma ad oggi è difficile prevederne gli sviluppi e capire
quanto inciderà nelle sue concrete applicazioni l’eventuale preferenza delle
persone per la realtà fisica rispetto a quella virtuale.
Brent Mittelstadt, un ricercatore senior in etica dei dati presso l’Oxford Internet
Institute, ritiene che il potenziale impatto sociale del metaverso sia tutt’altro
che certo. “Se diventasse dirompente, ad esempio conducendo le persone ad
andare ad appuntamenti virtuali anziché incontrarsi, sarebbe molto difficile
dire quale effetto avrebbe sulla natura delle relazioni, nello stesso modo in cui
era difficile prevedere l’impatto che i social media avrebbero avuto quando se
ne parlava solo come un’idea”.
Mittelstadt vede nel metaverso principalmente un modo per Facebook per fare
più soldi. “Se riesce a farti passare molto tempo lì, sta raggiungendo il suo
obiettivo di raccogliere più dati e monetizzarli. Avrebbe più fonti di dati di
quelle attualmente esistenti che vengono combinate e incanalate attraverso
questa cosa che è il metaverso”.
È sempre difficile fare previsioni quando si parla di tecnologie, e anche i
migliori possono sbagliare. Come accadde a Paul Krugman, economista,
premio Nobel ed editorialista del New York Times, che nel 1998 affermava:
“Entro il 2005, diventerà chiaro che l’impatto di Internet sull’economia non
sarà stato maggiore di quello del fax”.
Non resta che attendere per vedere quale sorte spetterà al metaverso che sta
suscitando tanto interesse.
fonte: DIGITAL 360