ANALISI E COMMENTI – BUSINESS TRASFORMATION – Startup del Metaverso: 19 realtà italiane e internazionali da tenere d’occhio nel 2022

Startup del Metaverso: 19 realtà italiane e
internazionali da tenere d’occhio nel 2022

Realtà immersiva, digital twin, realtà aumentata e virtuale, intelligenza
artificiale, NFT, blockchain: sono i campi d’azione di startup nate negli
ultimi anni che stanno diventando parte integrante della nuova realtà del
Metaverso. Ecco una lista di italiane (e non) che hanno già attirato
l’attenzione delle aziende
di Michelle Crisantemi
Metaverso, un ‘occasione per la nascita di nuove startup innovative. Se è vero
che di Metaverso si è iniziato a parlare su larga scala nell’ottobre 2021 dopo
l’annuncio di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, relativo a “una nuova
esperienza di Internet dove l’utente non guarda solo dall’esterno, ma può
viverla in prima persona”, è altrettanto vero che già a quella data vi erano
numerose aziende che stavano creando prodotti e servizi rivolti a questo
mondo dove reale e virtuale interagiscono fino a costruire nuove modalità di
relazioni.
La quota di business correlata al metaverso, già nel 2020, valeva infatti 50
miliardi di dollari e, secondo le previsioni di Grayscale – una piattaforma
online che offre una serie di servizi ed offerte riguardo le principali criptovalute
– è destinata a crescere ulteriormente, arrivando a toccare nel 2024 un valore
di 800 miliardi di dollari.
Anche in Europa l’interesse verso il metaverso sta crescendo, come
dimostrano i dati relativi alle ricerche degli utenti sul web. Tra i Paesi europei,
maggiore interesse si riscontra in Francia, con 1.020 ricerche mensili per
milione di abitanti, seguita dal Regno Unito (942), Svizzera (831), Germania
(778), Belgio (659). L’Italia si attesta invece al nono posto con 326 ricerche
online al mese per milione di abitanti.
Accanto a grandi aziende e brand – tra cui brand molto conosciuti come
Microsoft, Nike e Alibaba – vi sono anche molte startup innovative. Il loro
lavoro è incentrato su questo spazio ibrido, dove l’ambiente fisico e quello
digitale si fondono, che oggi è possibile grazie alla maturità raggiunta da
alcune tecnologie digitali e di realtà immersiva, come i digital twin, la realtà
aumentata, la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale. Ecco alcuni esempi.
Le startup internazionali che investono nel metaverso
Secondo Startus Insight – azienda che ha creato una piattaforma basata su AI
e Big Data che permette di individuare le startup e le scaleup più innovative in
vari settori – tra le startup che già lavorano nel metaverso vale la pena
seguirne cinque in particolare, che si sono distinte tra le oltre 2 milioni di
startup e scaleup presenti nel data base dell’azienda.

  1. Nextmeet
    Categoria: Immersive Virtual Collaboration, metaverso
    Startup indiana fondata nel 2020, Nextemet ha sviluppato una piattaforma di
    realtà virtuale immersiva (VR) per il lavoro, la collaborazione e
    l’apprendimento a distanza.
    Attraverso la piattaforma, infatti, gli utenti possono creare avatar 3D che gli
    permettono di interagire virtualmente tra loro nel metaverso. In questo modo,
    lavorare o studiare a distanza diventano attività interattive e più coinvolgenti
    rispetto a quanto accade con l’utilizzo di tecnologie attualmente più diffuse
    (come videochiamate e messaggistica istantanea).
    La startup crea anche mondi 3D personalizzati per eventi virtuali come
    conferenze, fiere e lanci di prodotti.
  2. PolkaWar
    Categoria: Immersive gaming, metaverso, NFT
    La Singaporiana PolkaWar, che è specializzata in piattaforme di gaming NFT
    (Non-Fungible-Token). La piattaforma combina le tecnologie della blockchain
    con la realtà immersiva: ogni giocatore può personalizzare il suo personaggio
    con degli oggetti acquistabili presso il mercato NFT della piattaforma, con
    possibilità di riscattare alcuni oggetti anche nella vita reale.
  3. PlayersOnly
    Categoria: NFT, collezionismo digitale, SportsTech, intrattenimento
    Startup americana, fondata nel 2020, PlayersOnly ha creato un metaverso di
    social media sportivi mainstream che incorpora la finanza decentralizzata. La
    startup sfrutta la finanza decentralizzata (DeFi) per creare un mercato che
    permette agli atleti e ai brand di collaborare per creare collezioni ed
    esperienze digitali.
    PlayersOnly offre anche un social network che collega gli atleti tra loro. Le
    interazioni DeFi sul marketplace e la rete sociale sono facilitate dal token
    PlayersOnly (PO). Oltre a sostenere gli atleti, le soluzioni della startup
    consentono ai fan di investire nei loro giocatori e squadre preferiti.
  4. Zash
    Categoria: Crypto Investing, FinTech
    Fondata nel 2021 e con base a Londra, Zash sfrutta le tecnologie Web3.0 per
    sviluppare un social network di investimento dedicato a investitori di
    criptovalute.
    Sono proprio gli investitori a svolgere il ruolo di creators nel social media: la
    piattaforma fornisce agli utenti vari strumenti per creare strategie o spunti per
    gli investimenti e condividere queste idee con i propri follower. Sfruttando e
    combinando il metaverso e l’economia dei creatori, la soluzione della startup
    richiama gli investitori retail, soprattutto quelli più giovani, per far progredire ed
    espandere il mercato.
  5. Union
    Categoria: Immersive gaming, metaverso
    Union è una startup spagnola che opera nel metaverso già dal 2020. Permette
    agli utenti di creare avatar 3D realistici da usare in giochi ed esperienze di
    realtà aumentata (AR) e virtuale (VR).
    Gli avatar possono essere utilizzati sia sui normali social network che nel
    metaverso. I servizi dell’azienda, inoltre, si rivolgono anche ad altre imprese
    che investono sul metaverso: la soluzione offerta da Union, infatti, permette la
    creazione facile e a basso costo di personaggi non giocanti (NPC), che
    permettono di migliorare l’esperienza dell’utente nel metaverso.
  6. RTFKT Studios
    Categoria: NFT, moda e collezionismo digitale, metaverso
    Fondata nel 2020 e con sede negli Stati Uniti, RTFKT Studios è una casa di
    moda che opera nel metaverso, meglio conosciuta per le sue sneakers e
    l’abbigliamento digitale di fascia alta.
    L’azienda utilizza NFT, tecnologia blockchain e realtà aumentata (AR) per
    creare prodotti ed esperienze virtuali. L’azienda si è fatta notare fin da subito,
    vendendo in 10 minuti ben 3 tre milioni di dollari di sneakers digitali realizzate
    grazie alla collaborazione con l’artista americano Fewocious. La startup è
    stata acquisita a dicembre 2021 da Nike.
    Metaverso, i progetti delle startup italiane
    Anche in Italia si contano già diversi progetti sul metaverso e che utilizzano la
    tecnologia della blockchain e degli NFT per offrire esperienze uniche agli
    utenti. Di seguito riportiamo qualche esempio.
  7. Coderblock
    Categoria: Immersive Virtual Collaboration, metaverso
    Coderblock è un prodotto della startup innovativa Novatek Srl fondata nel
    2016 da Danilo Costa. Il progetto nasce nel 2020, dall’ambizione di offrire alle
    aziende dei veri e propri uffici virtuali per il lavoro da remoto.
    La piattaforma viene lanciata nel 2020, appena un mese prima della
    pandemia e, visto l’interesse che riceve, la startup decide di richiedere un
    finanziamento da 80.000 euro attraverso una piattaforma di crowdfunding.
    Ne riesce a raccogliere oltre 250.000. Da allora la piattaforma è cresciuta,
    introducendo la possibilità di organizzare fiere e convegni, a cui partecipare
    attraverso avatar 3D. Il prodotto offre ora anche la possibilità di acquistare
    ambienti personalizzati alle proprie esigenze, senza la necessità di acquistare
    un software, ma accedendo tramite un link dal browser.
    Nel prossimo futuro la piattaforma offrirà anche degli ambienti virtuali educativi
    – vere proprie classi con lavagna e cattedra – e una modalità gioco.
  8. Stargraph
    Categoria: NTF, collezionismo digitale, intrattenimento
    Startup innovativa con sede a Roma, Stargraph è stata fondata nel 2017 da
    Michele Imbimbo e Ursula De Masi per coniugare passione per lo sport e
    intrattenimento, collezionismo digitale e innovazione, tecnologia e
    sostenibilità, grazie alle tecnologie della blockchain, realtà aumentata e realtà
    virtuale.
    La piattaforma è nata con l’ambizione di permettere agli utenti di collezionare
    contenuti esclusivi relativi alle proprie passioni e di vivere eventi esclusivi con i
    propri idoli. Inoltre, permette ai fan di monetizzare dalle proprie passioni,
    mettendo in vendita oggetti virtuali esclusi, anche associati a un vero asset
    fisico.
    Oltre al marketplace, la piattaforma prevede anche un altro sistema di
    remunerazione per gli utenti: acquistato un contenuto esclusivo di una
    celebrity, ogni volta che accade un evento importante alla carriera del
    personaggio – un premio, un concerto, una gara vinta ecc. – l’utente viene
    premiato con alcuni token.
    L’azienda vorrebbe espandere la piattaforma ulteriormente – tra gli altri
    progetti di sviluppo c’è quello della gamification, che renderà l’esperienza
    degli utenti ancora più coinvolgente – e per questo ha richiesto un
    finanziamento crowdfunding di 1 milione di euro.
  9. Reasoned Art
    Categoria: NFT, cripto arte, collezionismo digitale, cultura e turismo
    Reasoned Art è una startup fondata nel 2021 a Genova da Giulio Bozzo e
    Andrea Marec che opera nel campo della cripto arte. L’azienda, infatti, vende
    opere d’arte digitali e immateriali certificate da NFT e blockchain.
    Oltre all’attività di ricerca degli artisti digitali che operano in Italia e all’estero e
    alla commercializzazione delle opere, Reasoned Art si occupa di curare
    mostre fisiche e virtuali. Si è fatta conoscere al grande pubblico tra fine 2021-
    inizio 2022 grazie all’installazione presso l’Arco della Pace di Milano che, con
    il supporto di Reasoned Art, è stato trasformato in una “data sculpure a 360⁰”,
    dove grazie all’utilizzo di effetti ottici e proiezioni in 3D è stato possibile
    trasformare il monumento in un’opera d’arte immersiva.
    A gennaio 2022 Forbes ha inserito i fondatori della startup nella lista “100
    italiani under 30 da tenere sott’occhio”.
  10. CinTech
    Categoria: NFT, intrattenimento, cripto arte
    CinTech nasce nella primavera del 2021 da un’idea di Renato Pezzi, Jacopo e
    Nicolò Lucignano, tre giovani appassionati di cinema e tecnologia. L’azienda
    fa forza sull’esperienza del team in blockchain e NFT e le evoluzioni della
    cripto arte per offrire un nuovo modo di concepire film e possedere arte.
    L’obiettivo di CinTech è quello di permettere a chiunque di possedere intere
    pellicole o parti di esse, grazie proprio all’utilizzo di token per certificarne
    autenticità e possesso. L’azienda, grazie alla collaborazione con la
    multinazionale EY e con la casa di produzione BlueFilm, ha messo all’asta nel
    luglio 2021 ben 62 NFT dell’opera “La leggenda di Kaspar Hauser”.
    CinTech sta collaborando con EY e BlueFilm su altre iniziative simili nei settori
    dello sport, del turismo, della cultura e dell’intrattenimento. Inoltre, ha anche in
    cantiere la realizzazione di una piattaforma dove sarà possibile acquistare,
    scambiare e creare asset digitali collezionabili, attraverso logiche orientate
    alla gamification.
  11. Smiling
    Categoria: NFT, MarTech e AdTech
    Altro progetto innovativo nell’ambito della tecnologia NFT viene da Smiling,
    startup innovativa fondata nel 2017 da Giorgio D’Amore e Massimo Garzulino
    che sviluppa piattaforme proprietarie nell’ambito MarTech (tecnologie per il
    Marketing) e AdTech (tecnologie per l’advertising).
    Recentemente l’azienda ha creato per l’e-Commerce di un cliente,
    ItaliaRegina – che si occupa di vendere all’estero le eccellenze alimentari
    Made in Italy – un progetto di eatable token.
    Gli eatable token sono NFT tematici dedicati ai prodotti alimentari italiani più
    iconici, (immagini e video unici, creati ad hoc), che vengono venduti agli
    appassionati di NFT con lo scopo di attirare sull’e-Commerce del cliente utenti
    più giovani.
    Oltre alla possibilità di essere comprati/venduti sui diversi mercati, l’acquisto di
    un eatable token offre al compratore un voucher da riscattare sul sito di
    Italiaregina.it, in modo da trasformare un codice fatto di “0101” in un prodotto
    fisico da degustare.
  12. Versy
    Categoria: Immersive Virtual Collaboration, metaverso
    Fondata da Piero Fioretti, Versy è una startup innovativa che riunisce creatori
    ed imprenditori italiani che stanno lavorando alla creazione di metaversi privati
    per aziende (store virtuali).
    Metaversi privati, quindi, ma interconnessi e accessibili direttamente dal loro
    sito web, sia attraverso un computer, un headset, una console o un telefono.
    L’azienda punta alla socialità e alla condivisione di esperienze e spazi nel
    mondo virtuale: chi visiterà il negozio di un brand o di un creator potrà farlo in
    compagnia, scambiandosi opinioni e consigli su cosa gli piace e cosa no.
  13. Future Fashion
    Categoria: Realtà aumentata, moda
    Future Fashion ottimizza l’utilizzo della tecnologia 3D in ottica web per creare
    un’esperienza d’acquisto innovativa ed integrabile in tutti i sistemi software
    aziendali.
    L’azienda marchigiana, fondata da Andrea Carpineti, offre una soluzione
    multicanale che consente alle aziende di ridurre i costi di campionario dei
    brand, creando cataloghi virtuali in cui gli utenti possono “provare” i modelli 3D
    dei capi attraverso la realtà aumentata.
    A gennaio 2022 l’azienda si è aggiudicata il premio Innovation Village Retail di
    Expo Riva Schuh & Gardabags, un contest dedicato alle realtà più innovative
    del fashion retail.
  14. Saysoon
    Categoria: Marketplace Digitale per NFT, cripto arte, collezionismo digitale
    Saysoon è una piattaforma che permette ad artisti di creare e vendere opere
    d’arte digitali facendo leva sulla tecnologia NFT.
    La piattaforma si rivolge inoltre ai collezionisti, che possono trovare artisti e
    investire nelle opere digitali. Saysoon offre servizi anche a gallerie d’arte,
    fondazioni e musei, permettendo di creare copie digitali delle opere esposte.
  15. Pikkart
    Categoria: AR, Intelligenza Artificiale
    Fondata nel 2014 da Lorenzo Canali, Pikkart è un’azienda che fin dall’inizio si
    è concentrata su progetti di Realtà Aumentata e Intelligenza Artificiale.
    L’azienda è stata la prima in Italia ad avere realizzato da zero un proprio
    Augmented Reality Ecosystem (Pikkart-AR), innovazione che le ha fatto
    ricevere il riconoscimento Seal of Excellence, ottenuto nell’ambito dello SME
    Instrument di Horizon 2020.
    Oggi l’attività di ricerca e sviluppo di Pikkart è incentrata sull’Intelligenza
    Aumentata (che integra l’AI con l’AR) su Deep Learning e Computer Vision.
    Tra gli ultimi progetti dell’azienda spicca Pikkart-AR Discover, un software di
    Realtà Aumentata che riconosce oggetti in contesto – come macchinari in
    fabbrica, automobili in concessionaria, opere d’arte in un museo – e permette
    di associarvi contenuti come schede informative, immagini, video ed elementi
    3D.
  16. OVR
    Categoria: soluzioni di Realtà Aumentata per il metaverso
    Fondata da Davide Cuttini, OVR è una piattaforma che combina Realtà
    Aumentata e Blockchain per fornire agli utenti contenuti tridimensionali
    geolocalizzati. Attraverso la piattaforma, gli utenti possono costruire,
    acquistare o semplicemente navigare negli spazi virtuali.
    Grazie a questa startup del Metaverso, gli spazi virtuali sono acquistati tramite
    gettoni OVR (token) e sono messi all’asta al prezzo minimo di 10 dollari,
    mentre i gettoni stessi possono essere acquistati a partire da 0,7 dollari. Lo
    strato digitale copre l’interno globo, suddiviso in 1,6 trilioni di spazi virtuali. Al
    momento la navigazione degli utenti può avvenire attraverso fotocamera dello
    smartphone, ma l’azienda assicura che l’infrastruttura sia già compatibile con
    l’utilizzo di occhiali VR.
  17. Impersive
    Categoria: Video 360 stereoscopici per la Realtà Aumentata
    Impersive, startup del Metaverso, realizza tecnologie di produzione e
    post-produzione per fornire agli utenti esperienze immersive per la Realtà
    Virtuale a 360° stereoscopiche, full body, in movimento.
    I servizi dell’azienda – che comprendono soluzioni per la brand experience –
    si rivolgono a realtà (italiane ed estere) operanti nei settori dell’automotive,
    dell’educazione, dell’intrattenimento, della moda e dello sport.
    L’esperienza immersiva è fruibile esclusivamente con l’utilizzo di un visore VR.
    L’azienda, fondata da Guido Geminiani, offre anche servizi di live-streaming
    VR fino a 8K utilizzando camere VR per rendere ancora più coinvlgenti gli
    eventi live.
  18. Revibe
    Categoria: Metaverse Experience, 3D Assets Production, NFT, Blockchain
    Revibe si occupa della progettazione strategica, della costruzione e dello
    sviluppo dei processi interattivi legati alla presenza di brand e aziende nei vari
    metaversi, centralizzati e decentralizzati come The Sandbox, Decentraland,
    Roblox e Spatial. La startup nasce dall’unione delle competenze di tre società
    torinesi, RIBELLI, Mixedbag.it e 3×1010 e può contare sull’entusiasmo e sulle
    competenze di più di 50 persone. La società lavora sulle nuove opportunità di
    ingaggio delle persone nei mondi virtuali, creando sinergia con la dimensione
    “fisica” della realtà. Seppure lanciata a marzo 2022, conta già collaborazioni
    con top player nel food & beverage, percorsi di consulenze e progetti all’attivo
    di metaverse experience.
  19. Aryel
    Categoria: Augmented Reality, AR Marketing, SaaS
    Aryel è una piattaforma fai-da-te per campagne di AR Marketing, fondata a
    Milano nel 2020 da Mattia Salvi, Luca Petri e Leonardo Persico. Permette la
    creazione in pochi step di una realtà aumentata customizzata da applicare alle
    strategie di marketing per migliorare le performance delle campagne e
    rendere le esperienze degli utenti più interattive e immersive. La gamma di
    offerta proposta da Aryel consente la creazione in pochi step di soluzioni di
    AR customizzate: dal “virtual try on” di accessori fashion e beauty, al product
    visualization per la verifica del fitting dei mobili e complementi all’interno della
    propria casa, fino alla visualizzazione tridimensionale dei piatti in menù ed
    esperienze interattive di gamification. Tra i suoi clienti figurano realtà come
    Ferrero, Cisco, Lavazza e Nove25. Aryel permette inoltre di realizzare report e
    insights circa le abitudini degli utenti online.
    LA GUIDA
    Metaverso, come funziona il mondo
    reale-virtuale su cui sta puntando
    Facebook
    di Pierluigi Sandonnini
    Metaverso è un modo di connettere gli esseri umani a Internet e ad altri esseri
    umani, andando oltre i concetti di realtà virtuale e aumentata. Le persone
    collegate fanno parte del mondo fisico, ma interagiscono con avatar e cose
    virtuali. Facebook ha cambiato il proprio nome in Meta con questo obiettivo
    Metaverse, in italiano “metaverso”, è un mondo virtuale, per lo più ancora
    ipotetico, al quale si può accedere da una particolare tecnologia di realtà
    virtuale (VR) e realtà aumentata (AR). L’idea è quella di creare una sorta di
    Internet di livello superiore, sovrapposto al mondo fisico. Le persone collegate
    al metaverso fanno parte del mondo fisico, ma possono vedere e interagire
    con cose che gli altri non vedono, perché appartengono a un mondo virtuale.
    Poiché si tratta ancora solo di un’idea, non esiste un’unica definizione del
    metaverso sulla quale siano tutti concordi. Quel che sembra certo è che il
    metaverso potrebbe stare alla realtà virtuale come gli attuali smartphone
    stanno ai primi, rozzi, modelli di cellulari degli anni ’90.
    Invece di utilizzare un computer, nel metaverso basterebbe usare un
    auricolare (o un visore) per entrare in un mondo virtuale che collega tutti i tipi
    di ambienti digitali.
    Da dove proviene il concetto di metaverso
    A differenza dell’attuale realtà virtuale, utilizzata principalmente per i giochi,
    questo nuovo mondo virtuale potrebbe essere utilizzato praticamente per
    qualsiasi cosa: lavoro, concerti, viaggi, cinema. O semplicemente, come
    surrogato dell’uscire di casa per incontrare altre persone. Come? Con un
    avatar 3D, una rappresentazione digitale noi stessi.
    Se ne parla molto in questo periodo, per via delle dichiarazioni rilasciate da
    Mark Zuckerberg: “Siamo all’inizio di un nuovo capitolo per Internet, ed è
    anche un nuovo capitolo per la nostra azienda”, ha detto il fondatore e CEO di
    Facebook il 28 ottobre 2021, annunciando il metaverse e Meta, il nuovo nome
    di Facebook. Un termine che deriva dalla parola greca che significa “oltre”.
    “D’ora in poi, saremo metaverse-first, non Facebook-first. Ciò significa che nel
    tempo non avrai bisogno di un account Facebook per utilizzare i nostri altri
    servizi”, ha scritto Zuckerberg nella lettera ai founders.
    Il concetto di metaverso, però, non è nuovo: il termine è stato coniato dallo
    scrittore Neal Stephenson nel 1992, nel suo romanzo di fantascienza del
    Snow Crash, ambientato in un futuro prossimo in cui il mondo virtuale e il
    mondo fisico sono indissolubilmente interconnessi.
    Nella fantasia di Stephenson, il metaverso è immaginato come una immensa
    sfera nera di 65.536 km di circonferenza, tagliata in due all’altezza
    dell’equatore da una strada percorribile anche su una monorotaia, che ha 256
    stazioni, ognuna a 256 km di distanza. Su questa sfera ogni persona può
    realizzare in 3D ciò che desidera: negozi, uffici, locali pubblici e altro, il tutto
    visitabile dagli altri utenti.
    Facebook e il metaverso: 10mila assunzioni nei prossimi anni
    C’è un grandissimo entusiasmo per il metaverso tra gli investitori e le big tech.
    Facebook ha fatto della costruzione del metaverso una delle sue priorità; tanto
    che recentemente ha investito 50 milioni di dollari nel finanziamento di gruppi
    senza scopo di lucro per aiutare a “costruire il metaverso in modo
    responsabile”, anche se esprime la convinzione che questa idea impiegherà
    10-15 anni per avverarsi. Intanto, ha già annunciato che per sviluppare il
    metaverso assumerà 10mila persone in Europa. L’intenzione, comunque, è di
    arrivare a investire 10 miliardi di dollari nel metaverso.
    Zuckerberg e altri imprenditori miliardari della Silicon Valley sembrano convinti
    che il metaverso sia ormai un traguardo vicino. In una recente intervista
    apparsa su The Verge, il fondatore di Facebook lo descrive come “il
    successore di Internet mobile“, una sorta di “Internet incarnato, in cui invece di
    visualizzare solo i contenuti, ci sei dentro”.
    L’estate scorsa, in Facebook è stato creato un nuovo team appositamente
    dedicato allo sviluppo del metaverso. Il team fa parte della divisione di realtà
    virtuale Reality Labs, guidata da Andrew ‘Boz’ Bosworth, l’autore delle cuffie
    Oculus, ed è composto da specialisti di Instagram, Facebook Gaming
    (videogiochi) e della stessa Oculus.
    Un cambio di passo nella strategia dell’azienda, pronta a investire sempre di
    più nelle tecnologie AR e VR in grado di offrirle la possibilità di controllare la
    propria piattaforma hardware.
    Si tratta di un concetto che richiama, in qualche maniera, quello degli NFT
    (Non Fungible Token), legati alla blockchain, che nell’ultimo anno hanno
    conquistato il mondo dell’arte, con i loro certificati di possesso di beni non
    tangibili. Pur facendo le debite differenze (le bit tech come Facebook tendono
    a essere dei centralizzatori, mentre la blockchain e le criptovalute sono opera
    dei decentralizzatori) entrambi immaginano il progresso tecnologico più o
    meno negli stessi termini: qualcosa per sfuggire alla realtà.
    Il metaverso non piace a tutti
    Ad esempio, a Frances Haugen, l’ex product manager di Facebook che a
    ottobre ha rivelato che Facebook dà priorità al profitto rispetto alla sicurezza
    degli utenti e programma i suoi algoritmi per promuovere contenuti divisivi. La
    Haugen è preoccupata per la capacità di Meta di controllare ciò che viene
    pubblicato nel mondo virtuale. In una intervista alla CBS ha dichiarato che gli
    stessi problemi che ha denunciato si potrebbero ripetere nella realtà virtuale
    del metaverse. “Facebook non ha effettivamente pensato alla sicurezza fin
    dalla progettazione”, ha detto.
    Secondo la Haugen, piattaforme come TikTok, dove una piccola parte dei
    contenuti genera la maggior parte delle visualizzazioni, sono più facili da
    moderare rispetto al modello più distribuito di Facebook. Negli spazi virtuali in
    cui Meta scommette in grande, moderare i contenuti, rimuovere la
    disinformazione e tracciare i trasgressori sarà una sfida, perché le interazioni
    non vengono registrate.
    Quali sviluppi per la realtà virtuale
    Una realtà virtuale, dunque. Qualcosa di non certamente nuovo. La sua
    nascita, infatti, risale agli anni ’80, a opera dello scienziato informatico Jaron
    Lanier, con la sua azienda VPL Research, acronimo di Virtual Programming
    Languages. A oltre trent’anni di distanza, però, la realtà virtuale (VR) e
    aumentata (AR) di qualsiasi tipo non si sono affermate come si prevedeva.
    Oculus VR, il visore per la realtà virtuale realizzato dalla omonima società
    acquisita da Facebook nel 2014, è rimasto niente più che un gadget,
    perlomeno a livello consumer. La realtà virtuale sembrava dover essere il
    futuro tecno-utopico. Ma, come ha recentemente notato Paul Skallas, l’autore
    della piattaforma per newsletter Substack, “Nel 2000 ti dicevano che la realtà
    virtuale era sul punto di esplodere, che avrebbe cambiato tutto. È il 2020:
    dov’è?”.
    La realtà virtuale – e insieme l’AR – si sono imbattute in un grosso scoglio: la
    consuetudine delle persone a relazionarsi fisicamente. Anziché nella
    quotidianità, quindi, VR e AR si sono affermate maggiormente nell’industria.
    Quali società potrebbero essere interessate
    Facebook ha investito molto nella realtà virtuale attraverso i suoi visori
    Oculus, rendendoli più economici dei rivali, forse anche in perdita secondo
    alcuni analisti. Sta anche creando app VR per i social e per il lavoro,
    comprese app che interagiscono con il mondo reale. Nelle intenzioni del
    colosso tech, però, il metaverso “non sarà costruito da un giorno all’altro da
    una singola azienda”.
    Quali altre aziende potrebbero essere interessate? Epic Games, che produce
    Fortnite, gioco multipiattaforma free to play, potrebbe essere una di quelle. I
    giochi multiplayer online condividono mondi interattivi da decenni; non sono il
    metaverso, ma hanno diverse idee in comune. Negli ultimi anni, Fortnite ha
    ampliato il suo prodotto, ospitando concerti, eventi del brand e altro ancora
    all’interno del proprio mondo digitale. Ciò ha mostrato a molti ciò che è
    possibile fare con la realtà virtuale e ha messo sotto i riflettori la visione del
    metaverso.
    Altri giochi si stanno avvicinando a un’idea del metaverso. Roblox, ad
    esempio, è una piattaforma per migliaia di singoli giochi collegati
    all’ecosistema più ampio.
    Unity, una piattaforma di sviluppo 3D, sta investendo in “gemelli digitali“, copie
    digitali del mondo reale, e la società di hardware grafico Nvidia sta
    realizzando il suo Omniverse, che viene descritto come “una piattaforma per
    connettere mondi virtuali 3D”.
    Metaverso, non solo videogame
    Il metaverso è quindi solo una forma evoluta e sofisticata di videogame? No,
    anche se le idee su cosa potrebbe essere sono molte e diverse, la maggior
    parte di esse vede al centro l’interazione umana e sociale.
    Ancora Facebook ha sperimentato un’app per riunioni VR chiamata
    Workplace e uno spazio sociale chiamato Horizons, che utilizzano entrambi
    sistemi di avatar. Il posto di lavoro del futuro di Facebook prefigura riunioni in
    realtà virtuale in cui le persone utilizzino dei personal computer.
    Un’altra app VR, VRChat, è interamente incentrata sull’incontrarsi online e
    chattare, senza alcun obiettivo o scopo diverso dall’esplorazione degli
    ambienti e dall’incontro con le persone.
    Altre applicazioni aspettano solo di essere scoperte.
    Il Ceo di Epic Games, Tim Sweeney, ha dichiarato di recente al Washington
    Post che immagina un futuro in cui una casa automobilistica, per pubblicizzare
    un nuovo modello “lascerà la sua auto nel mondo digitale in tempo reale e
    chiunque sarà in grado di guidarla”.
    Allo stesso modo, quando faremo shopping online proveremo i vestiti in una
    realtà digitale, ossia virtuale, prima di ordinare quelli che ci arriveranno nel
    mondo reale.
    Appare ormai chiaro che stiamo assistendo alla nascita del “metaverse
    marketing”, come lo ha definito la rivista Forbes.
    Metaverso e Retail
    Le applicazioni nel luxury
    Varie realtà del fashion e del luxury stanno cominciando ad investire nella
    realtà virtuale. Balenciaga vende “skin” su Fortnite, Gucci ha messo in vendita
    una borsa solo virtuale, Dolce&Gabbana ha ottenuto 5,7 milioni dalla vendita
    di 9 Non-Fungible-Token, Nike ha deciso di vendere scarpe “virtuali”.
    Secondo Morgan Stanley, per il settore moda e lusso, gli introiti derivanti dalla
    realtà virtuale potrebbero ammontare, entro il 2030, a 50 miliardi di dollari
    (circa 44 miliardi di euro). È normale che le multinazionali del settore si stiano
    attrezzando in questo senso.
    QUI ALCUNI ESEMPI DI METAVERSO APPLICATO AL MONDO
    DEL RETAIL
    Le applicazioni nella GDO
    Carrefour ha acquistato un terreno dell’equivalente di 36 ettari di superficie nel
    mondo virtuale del videogioco Sandbox. Creato dallo studio francese Pixowl,
    Sandbox consente a privati e imprese di diventare proprietari di terreni e di
    sfruttarli a proprio piacimento. Secondo i dati della piattaforma OpenSea, la
    transazione è costata al gruppo 120 unità della criptovaluta Ethereum, poco
    meno di 300 mila euro. La direttrice della trasformazione digitale di Carrefour
    ha affermato che su questo territorio virtuale si potrebbero organizzare “eventi
    o lanci di prodotti.
    Wallmart, gigante statunitense della grande distribuzione, ha depositato il 30
    dicembre 2021, presso l’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti, diversi nuovi
    marchi che, sostengono i media specializzati, indicherebbero la sua
    intenzione di produrre e vendere beni virtuali, tra cui elettronica, decorazioni
    per la casa, giocattoli, articoli sportivi e prodotti per la cura personale.
    Metaverso e automotive
    A inizio 2022 Hyundai Motor Company ha svelato il suo nuovo concetto di
    Metamobility, crasi tra Metaverso e mobilità. Dopo aver annunciato a
    settembre 2021 Hyundai Mobility Adventure, uno spazio metaverse dove gli
    utenti possono sperimentare i prodotti avanzati di Hyundai Motor e le soluzioni
    di mobilità del futuro, il Gruppo ha deciso di scendere più in profondità. Ha
    dunque deciso di allargare il ruolo della mobilità alla realtà virtuale (VR),
    consentendo in definitiva alle persone di superare i limiti fisici del movimento
    nel tempo e nello spazio.
    Metaverso ed eventi virtuali
    Il caso Würth Italia
    A marzo 2022 Würth Italia ha annunciato di avere sviluppato il proprio
    Metaverso per offrire ai clienti la possibilità di vivere un’esperienza immersiva
    visitando i numerosi servizi e prodotti dell’azienda. Il Metaverso di Würth sarà
    quindi un luogo virtuale nel quale è possibile incontrare e accompagnare i
    propri clienti per sperimentare le diverse soluzioni offerte dall’azienda, attiva
    sul mercato dal 1963 e ad oggi partner di riferimento per 280.000
    professionisti nel mondo dell’automotive, dell’artigianato, dell’edilizia e
    dell’industria.
    All’interno del Metaverso sarà possibile effettuare meeting, svolgere attività
    di formazione a clienti e collaboratori, interagire a distanza per la
    presentazione di prodotti e per la condivisione di progetti ed impianti.
    Metaverso: quale sarà il futuro?
    Il metaverso si propone di offrire una versione ordinata e razionalizzata del
    mondo, per sua natura caotica. Siamo ancora alle prime fasi; l’evoluzione del
    metaverso sarà disputata tra i colossi della tecnologia nel prossimo decennio,
    o forse anche di più. Ma ad oggi è difficile prevederne gli sviluppi e capire
    quanto inciderà nelle sue concrete applicazioni l’eventuale preferenza delle
    persone per la realtà fisica rispetto a quella virtuale.
    Brent Mittelstadt, un ricercatore senior in etica dei dati presso l’Oxford Internet
    Institute, ritiene che il potenziale impatto sociale del metaverso sia tutt’altro
    che certo. “Se diventasse dirompente, ad esempio conducendo le persone ad
    andare ad appuntamenti virtuali anziché incontrarsi, sarebbe molto difficile
    dire quale effetto avrebbe sulla natura delle relazioni, nello stesso modo in cui
    era difficile prevedere l’impatto che i social media avrebbero avuto quando se
    ne parlava solo come un’idea”.
    Mittelstadt vede nel metaverso principalmente un modo per Facebook per fare
    più soldi. “Se riesce a farti passare molto tempo lì, sta raggiungendo il suo
    obiettivo di raccogliere più dati e monetizzarli. Avrebbe più fonti di dati di
    quelle attualmente esistenti che vengono combinate e incanalate attraverso
    questa cosa che è il metaverso”.
    È sempre difficile fare previsioni quando si parla di tecnologie, e anche i
    migliori possono sbagliare. Come accadde a Paul Krugman, economista,
    premio Nobel ed editorialista del New York Times, che nel 1998 affermava:
    “Entro il 2005, diventerà chiaro che l’impatto di Internet sull’economia non
    sarà stato maggiore di quello del fax”.
    Non resta che attendere per vedere quale sorte spetterà al metaverso che sta
    suscitando tanto interesse.
    fonte:


Realtà immersiva, digital twin, realtà aumentata e virtuale, intelligenza
artificiale, NFT, blockchain: sono i campi d’azione di startup nate negli
ultimi anni che stanno diventando parte integrante della nuova realtà del
Metaverso. Ecco una lista di italiane (e non) che hanno già attirato
l’attenzione delle aziende
di Michelle Crisantemi
Metaverso, un ‘occasione per la nascita di nuove startup innovative. Se è vero
che di Metaverso si è iniziato a parlare su larga scala nell’ottobre 2021 dopo
l’annuncio di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, relativo a “una nuova
esperienza di Internet dove l’utente non guarda solo dall’esterno, ma può
viverla in prima persona”, è altrettanto vero che già a quella data vi erano
numerose aziende che stavano creando prodotti e servizi rivolti a questo
mondo dove reale e virtuale interagiscono fino a costruire nuove modalità di
relazioni.
La quota di business correlata al metaverso, già nel 2020, valeva infatti 50
miliardi di dollari e, secondo le previsioni di Grayscale – una piattaforma
online che offre una serie di servizi ed offerte riguardo le principali criptovalute
– è destinata a crescere ulteriormente, arrivando a toccare nel 2024 un valore
di 800 miliardi di dollari.
Anche in Europa l’interesse verso il metaverso sta crescendo, come
dimostrano i dati relativi alle ricerche degli utenti sul web. Tra i Paesi europei,
maggiore interesse si riscontra in Francia, con 1.020 ricerche mensili per
milione di abitanti, seguita dal Regno Unito (942), Svizzera (831), Germania
(778), Belgio (659). L’Italia si attesta invece al nono posto con 326 ricerche
online al mese per milione di abitanti.
Accanto a grandi aziende e brand – tra cui brand molto conosciuti come
Microsoft, Nike e Alibaba – vi sono anche molte startup innovative. Il loro
lavoro è incentrato su questo spazio ibrido, dove l’ambiente fisico e quello
digitale si fondono, che oggi è possibile grazie alla maturità raggiunta da
alcune tecnologie digitali e di realtà immersiva, come i digital twin, la realtà
aumentata, la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale. Ecco alcuni esempi.
Le startup internazionali che investono nel metaverso
Secondo Startus Insight – azienda che ha creato una piattaforma basata su AI
e Big Data che permette di individuare le startup e le scaleup più innovative in
vari settori – tra le startup che già lavorano nel metaverso vale la pena
seguirne cinque in particolare, che si sono distinte tra le oltre 2 milioni di
startup e scaleup presenti nel data base dell’azienda.

  1. Nextmeet
    Categoria: Immersive Virtual Collaboration, metaverso
    Startup indiana fondata nel 2020, Nextemet ha sviluppato una piattaforma di
    realtà virtuale immersiva (VR) per il lavoro, la collaborazione e
    l’apprendimento a distanza.
    Attraverso la piattaforma, infatti, gli utenti possono creare avatar 3D che gli
    permettono di interagire virtualmente tra loro nel metaverso. In questo modo,
    lavorare o studiare a distanza diventano attività interattive e più coinvolgenti
    rispetto a quanto accade con l’utilizzo di tecnologie attualmente più diffuse
    (come videochiamate e messaggistica istantanea).
    La startup crea anche mondi 3D personalizzati per eventi virtuali come
    conferenze, fiere e lanci di prodotti.
  2. PolkaWar
    Categoria: Immersive gaming, metaverso, NFT
    La Singaporiana PolkaWar, che è specializzata in piattaforme di gaming NFT
    (Non-Fungible-Token). La piattaforma combina le tecnologie della blockchain
    con la realtà immersiva: ogni giocatore può personalizzare il suo personaggio
    con degli oggetti acquistabili presso il mercato NFT della piattaforma, con
    possibilità di riscattare alcuni oggetti anche nella vita reale.
  3. PlayersOnly
    Categoria: NFT, collezionismo digitale, SportsTech, intrattenimento
    Startup americana, fondata nel 2020, PlayersOnly ha creato un metaverso di
    social media sportivi mainstream che incorpora la finanza decentralizzata. La
    startup sfrutta la finanza decentralizzata (DeFi) per creare un mercato che
    permette agli atleti e ai brand di collaborare per creare collezioni ed
    esperienze digitali.
    PlayersOnly offre anche un social network che collega gli atleti tra loro. Le
    interazioni DeFi sul marketplace e la rete sociale sono facilitate dal token
    PlayersOnly (PO). Oltre a sostenere gli atleti, le soluzioni della startup
    consentono ai fan di investire nei loro giocatori e squadre preferiti.
  4. Zash
    Categoria: Crypto Investing, FinTech
    Fondata nel 2021 e con base a Londra, Zash sfrutta le tecnologie Web3.0 per
    sviluppare un social network di investimento dedicato a investitori di
    criptovalute.
    Sono proprio gli investitori a svolgere il ruolo di creators nel social media: la
    piattaforma fornisce agli utenti vari strumenti per creare strategie o spunti per
    gli investimenti e condividere queste idee con i propri follower. Sfruttando e
    combinando il metaverso e l’economia dei creatori, la soluzione della startup
    richiama gli investitori retail, soprattutto quelli più giovani, per far progredire ed
    espandere il mercato.
  5. Union
    Categoria: Immersive gaming, metaverso
    Union è una startup spagnola che opera nel metaverso già dal 2020. Permette
    agli utenti di creare avatar 3D realistici da usare in giochi ed esperienze di
    realtà aumentata (AR) e virtuale (VR).
    Gli avatar possono essere utilizzati sia sui normali social network che nel
    metaverso. I servizi dell’azienda, inoltre, si rivolgono anche ad altre imprese
    che investono sul metaverso: la soluzione offerta da Union, infatti, permette la
    creazione facile e a basso costo di personaggi non giocanti (NPC), che
    permettono di migliorare l’esperienza dell’utente nel metaverso.
  6. RTFKT Studios
    Categoria: NFT, moda e collezionismo digitale, metaverso
    Fondata nel 2020 e con sede negli Stati Uniti, RTFKT Studios è una casa di
    moda che opera nel metaverso, meglio conosciuta per le sue sneakers e
    l’abbigliamento digitale di fascia alta.
    L’azienda utilizza NFT, tecnologia blockchain e realtà aumentata (AR) per
    creare prodotti ed esperienze virtuali. L’azienda si è fatta notare fin da subito,
    vendendo in 10 minuti ben 3 tre milioni di dollari di sneakers digitali realizzate
    grazie alla collaborazione con l’artista americano Fewocious. La startup è
    stata acquisita a dicembre 2021 da Nike.
    Metaverso, i progetti delle startup italiane
    Anche in Italia si contano già diversi progetti sul metaverso e che utilizzano la
    tecnologia della blockchain e degli NFT per offrire esperienze uniche agli
    utenti. Di seguito riportiamo qualche esempio.
  7. Coderblock
    Categoria: Immersive Virtual Collaboration, metaverso
    Coderblock è un prodotto della startup innovativa Novatek Srl fondata nel
    2016 da Danilo Costa. Il progetto nasce nel 2020, dall’ambizione di offrire alle
    aziende dei veri e propri uffici virtuali per il lavoro da remoto.
    La piattaforma viene lanciata nel 2020, appena un mese prima della
    pandemia e, visto l’interesse che riceve, la startup decide di richiedere un
    finanziamento da 80.000 euro attraverso una piattaforma di crowdfunding.
    Ne riesce a raccogliere oltre 250.000. Da allora la piattaforma è cresciuta,
    introducendo la possibilità di organizzare fiere e convegni, a cui partecipare
    attraverso avatar 3D. Il prodotto offre ora anche la possibilità di acquistare
    ambienti personalizzati alle proprie esigenze, senza la necessità di acquistare
    un software, ma accedendo tramite un link dal browser.
    Nel prossimo futuro la piattaforma offrirà anche degli ambienti virtuali educativi
    – vere proprie classi con lavagna e cattedra – e una modalità gioco.
  8. Stargraph
    Categoria: NTF, collezionismo digitale, intrattenimento
    Startup innovativa con sede a Roma, Stargraph è stata fondata nel 2017 da
    Michele Imbimbo e Ursula De Masi per coniugare passione per lo sport e
    intrattenimento, collezionismo digitale e innovazione, tecnologia e
    sostenibilità, grazie alle tecnologie della blockchain, realtà aumentata e realtà
    virtuale.
    La piattaforma è nata con l’ambizione di permettere agli utenti di collezionare
    contenuti esclusivi relativi alle proprie passioni e di vivere eventi esclusivi con i
    propri idoli. Inoltre, permette ai fan di monetizzare dalle proprie passioni,
    mettendo in vendita oggetti virtuali esclusi, anche associati a un vero asset
    fisico.
    Oltre al marketplace, la piattaforma prevede anche un altro sistema di
    remunerazione per gli utenti: acquistato un contenuto esclusivo di una
    celebrity, ogni volta che accade un evento importante alla carriera del
    personaggio – un premio, un concerto, una gara vinta ecc. – l’utente viene
    premiato con alcuni token.
    L’azienda vorrebbe espandere la piattaforma ulteriormente – tra gli altri
    progetti di sviluppo c’è quello della gamification, che renderà l’esperienza
    degli utenti ancora più coinvolgente – e per questo ha richiesto un
    finanziamento crowdfunding di 1 milione di euro.
  9. Reasoned Art
    Categoria: NFT, cripto arte, collezionismo digitale, cultura e turismo
    Reasoned Art è una startup fondata nel 2021 a Genova da Giulio Bozzo e
    Andrea Marec che opera nel campo della cripto arte. L’azienda, infatti, vende
    opere d’arte digitali e immateriali certificate da NFT e blockchain.
    Oltre all’attività di ricerca degli artisti digitali che operano in Italia e all’estero e
    alla commercializzazione delle opere, Reasoned Art si occupa di curare
    mostre fisiche e virtuali. Si è fatta conoscere al grande pubblico tra fine 2021-
    inizio 2022 grazie all’installazione presso l’Arco della Pace di Milano che, con
    il supporto di Reasoned Art, è stato trasformato in una “data sculpure a 360⁰”,
    dove grazie all’utilizzo di effetti ottici e proiezioni in 3D è stato possibile
    trasformare il monumento in un’opera d’arte immersiva.
    A gennaio 2022 Forbes ha inserito i fondatori della startup nella lista “100
    italiani under 30 da tenere sott’occhio”.
  10. CinTech
    Categoria: NFT, intrattenimento, cripto arte
    CinTech nasce nella primavera del 2021 da un’idea di Renato Pezzi, Jacopo e
    Nicolò Lucignano, tre giovani appassionati di cinema e tecnologia. L’azienda
    fa forza sull’esperienza del team in blockchain e NFT e le evoluzioni della
    cripto arte per offrire un nuovo modo di concepire film e possedere arte.
    L’obiettivo di CinTech è quello di permettere a chiunque di possedere intere
    pellicole o parti di esse, grazie proprio all’utilizzo di token per certificarne
    autenticità e possesso. L’azienda, grazie alla collaborazione con la
    multinazionale EY e con la casa di produzione BlueFilm, ha messo all’asta nel
    luglio 2021 ben 62 NFT dell’opera “La leggenda di Kaspar Hauser”.
    CinTech sta collaborando con EY e BlueFilm su altre iniziative simili nei settori
    dello sport, del turismo, della cultura e dell’intrattenimento. Inoltre, ha anche in
    cantiere la realizzazione di una piattaforma dove sarà possibile acquistare,
    scambiare e creare asset digitali collezionabili, attraverso logiche orientate
    alla gamification.
  11. Smiling
    Categoria: NFT, MarTech e AdTech
    Altro progetto innovativo nell’ambito della tecnologia NFT viene da Smiling,
    startup innovativa fondata nel 2017 da Giorgio D’Amore e Massimo Garzulino
    che sviluppa piattaforme proprietarie nell’ambito MarTech (tecnologie per il
    Marketing) e AdTech (tecnologie per l’advertising).
    Recentemente l’azienda ha creato per l’e-Commerce di un cliente,
    ItaliaRegina – che si occupa di vendere all’estero le eccellenze alimentari
    Made in Italy – un progetto di eatable token.
    Gli eatable token sono NFT tematici dedicati ai prodotti alimentari italiani più
    iconici, (immagini e video unici, creati ad hoc), che vengono venduti agli
    appassionati di NFT con lo scopo di attirare sull’e-Commerce del cliente utenti
    più giovani.
    Oltre alla possibilità di essere comprati/venduti sui diversi mercati, l’acquisto di
    un eatable token offre al compratore un voucher da riscattare sul sito di
    Italiaregina.it, in modo da trasformare un codice fatto di “0101” in un prodotto
    fisico da degustare.
  12. Versy
    Categoria: Immersive Virtual Collaboration, metaverso
    Fondata da Piero Fioretti, Versy è una startup innovativa che riunisce creatori
    ed imprenditori italiani che stanno lavorando alla creazione di metaversi privati
    per aziende (store virtuali).
    Metaversi privati, quindi, ma interconnessi e accessibili direttamente dal loro
    sito web, sia attraverso un computer, un headset, una console o un telefono.
    L’azienda punta alla socialità e alla condivisione di esperienze e spazi nel
    mondo virtuale: chi visiterà il negozio di un brand o di un creator potrà farlo in
    compagnia, scambiandosi opinioni e consigli su cosa gli piace e cosa no.
  13. Future Fashion
    Categoria: Realtà aumentata, moda
    Future Fashion ottimizza l’utilizzo della tecnologia 3D in ottica web per creare
    un’esperienza d’acquisto innovativa ed integrabile in tutti i sistemi software
    aziendali.
    L’azienda marchigiana, fondata da Andrea Carpineti, offre una soluzione
    multicanale che consente alle aziende di ridurre i costi di campionario dei
    brand, creando cataloghi virtuali in cui gli utenti possono “provare” i modelli 3D
    dei capi attraverso la realtà aumentata.
    A gennaio 2022 l’azienda si è aggiudicata il premio Innovation Village Retail di
    Expo Riva Schuh & Gardabags, un contest dedicato alle realtà più innovative
    del fashion retail.
  14. Saysoon
    Categoria: Marketplace Digitale per NFT, cripto arte, collezionismo digitale
    Saysoon è una piattaforma che permette ad artisti di creare e vendere opere
    d’arte digitali facendo leva sulla tecnologia NFT.
    La piattaforma si rivolge inoltre ai collezionisti, che possono trovare artisti e
    investire nelle opere digitali. Saysoon offre servizi anche a gallerie d’arte,
    fondazioni e musei, permettendo di creare copie digitali delle opere esposte.
  15. Pikkart
    Categoria: AR, Intelligenza Artificiale
    Fondata nel 2014 da Lorenzo Canali, Pikkart è un’azienda che fin dall’inizio si
    è concentrata su progetti di Realtà Aumentata e Intelligenza Artificiale.
    L’azienda è stata la prima in Italia ad avere realizzato da zero un proprio
    Augmented Reality Ecosystem (Pikkart-AR), innovazione che le ha fatto
    ricevere il riconoscimento Seal of Excellence, ottenuto nell’ambito dello SME
    Instrument di Horizon 2020.
    Oggi l’attività di ricerca e sviluppo di Pikkart è incentrata sull’Intelligenza
    Aumentata (che integra l’AI con l’AR) su Deep Learning e Computer Vision.
    Tra gli ultimi progetti dell’azienda spicca Pikkart-AR Discover, un software di
    Realtà Aumentata che riconosce oggetti in contesto – come macchinari in
    fabbrica, automobili in concessionaria, opere d’arte in un museo – e permette
    di associarvi contenuti come schede informative, immagini, video ed elementi
    3D.
  16. OVR
    Categoria: soluzioni di Realtà Aumentata per il metaverso
    Fondata da Davide Cuttini, OVR è una piattaforma che combina Realtà
    Aumentata e Blockchain per fornire agli utenti contenuti tridimensionali
    geolocalizzati. Attraverso la piattaforma, gli utenti possono costruire,
    acquistare o semplicemente navigare negli spazi virtuali.
    Grazie a questa startup del Metaverso, gli spazi virtuali sono acquistati tramite
    gettoni OVR (token) e sono messi all’asta al prezzo minimo di 10 dollari,
    mentre i gettoni stessi possono essere acquistati a partire da 0,7 dollari. Lo
    strato digitale copre l’interno globo, suddiviso in 1,6 trilioni di spazi virtuali. Al
    momento la navigazione degli utenti può avvenire attraverso fotocamera dello
    smartphone, ma l’azienda assicura che l’infrastruttura sia già compatibile con
    l’utilizzo di occhiali VR.
  17. Impersive
    Categoria: Video 360 stereoscopici per la Realtà Aumentata
    Impersive, startup del Metaverso, realizza tecnologie di produzione e
    post-produzione per fornire agli utenti esperienze immersive per la Realtà
    Virtuale a 360° stereoscopiche, full body, in movimento.
    I servizi dell’azienda – che comprendono soluzioni per la brand experience –
    si rivolgono a realtà (italiane ed estere) operanti nei settori dell’automotive,
    dell’educazione, dell’intrattenimento, della moda e dello sport.
    L’esperienza immersiva è fruibile esclusivamente con l’utilizzo di un visore VR.
    L’azienda, fondata da Guido Geminiani, offre anche servizi di live-streaming
    VR fino a 8K utilizzando camere VR per rendere ancora più coinvlgenti gli
    eventi live.
  18. Revibe
    Categoria: Metaverse Experience, 3D Assets Production, NFT, Blockchain
    Revibe si occupa della progettazione strategica, della costruzione e dello
    sviluppo dei processi interattivi legati alla presenza di brand e aziende nei vari
    metaversi, centralizzati e decentralizzati come The Sandbox, Decentraland,
    Roblox e Spatial. La startup nasce dall’unione delle competenze di tre società
    torinesi, RIBELLI, Mixedbag.it e 3×1010 e può contare sull’entusiasmo e sulle
    competenze di più di 50 persone. La società lavora sulle nuove opportunità di
    ingaggio delle persone nei mondi virtuali, creando sinergia con la dimensione
    “fisica” della realtà. Seppure lanciata a marzo 2022, conta già collaborazioni
    con top player nel food & beverage, percorsi di consulenze e progetti all’attivo
    di metaverse experience.
  19. Aryel
    Categoria: Augmented Reality, AR Marketing, SaaS
    Aryel è una piattaforma fai-da-te per campagne di AR Marketing, fondata a
    Milano nel 2020 da Mattia Salvi, Luca Petri e Leonardo Persico. Permette la
    creazione in pochi step di una realtà aumentata customizzata da applicare alle
    strategie di marketing per migliorare le performance delle campagne e
    rendere le esperienze degli utenti più interattive e immersive. La gamma di
    offerta proposta da Aryel consente la creazione in pochi step di soluzioni di
    AR customizzate: dal “virtual try on” di accessori fashion e beauty, al product
    visualization per la verifica del fitting dei mobili e complementi all’interno della
    propria casa, fino alla visualizzazione tridimensionale dei piatti in menù ed
    esperienze interattive di gamification. Tra i suoi clienti figurano realtà come
    Ferrero, Cisco, Lavazza e Nove25. Aryel permette inoltre di realizzare report e
    insights circa le abitudini degli utenti online.
  20. LA GUIDA
    Metaverso, come funziona il mondo
    reale-virtuale su cui sta puntando
    Facebook

  21. di Pierluigi Sandonnini
    Metaverso è un modo di connettere gli esseri umani a Internet e ad altri esseri
    umani, andando oltre i concetti di realtà virtuale e aumentata. Le persone
    collegate fanno parte del mondo fisico, ma interagiscono con avatar e cose
    virtuali. Facebook ha cambiato il proprio nome in Meta con questo obiettivo
    Metaverse, in italiano “metaverso”, è un mondo virtuale, per lo più ancora
    ipotetico, al quale si può accedere da una particolare tecnologia di realtà
    virtuale (VR) e realtà aumentata (AR). L’idea è quella di creare una sorta di
    Internet di livello superiore, sovrapposto al mondo fisico. Le persone collegate
    al metaverso fanno parte del mondo fisico, ma possono vedere e interagire
    con cose che gli altri non vedono, perché appartengono a un mondo virtuale.
    Poiché si tratta ancora solo di un’idea, non esiste un’unica definizione del
    metaverso sulla quale siano tutti concordi. Quel che sembra certo è che il
    metaverso potrebbe stare alla realtà virtuale come gli attuali smartphone
    stanno ai primi, rozzi, modelli di cellulari degli anni ’90.
    Invece di utilizzare un computer, nel metaverso basterebbe usare un
    auricolare (o un visore) per entrare in un mondo virtuale che collega tutti i tipi
    di ambienti digitali.
    Da dove proviene il concetto di metaverso
    A differenza dell’attuale realtà virtuale, utilizzata principalmente per i giochi,
    questo nuovo mondo virtuale potrebbe essere utilizzato praticamente per
    qualsiasi cosa: lavoro, concerti, viaggi, cinema. O semplicemente, come
    surrogato dell’uscire di casa per incontrare altre persone. Come? Con un
    avatar 3D, una rappresentazione digitale noi stessi.
    Se ne parla molto in questo periodo, per via delle dichiarazioni rilasciate da
    Mark Zuckerberg: “Siamo all’inizio di un nuovo capitolo per Internet, ed è
    anche un nuovo capitolo per la nostra azienda”, ha detto il fondatore e CEO di
    Facebook il 28 ottobre 2021, annunciando il metaverse e Meta, il nuovo nome
    di Facebook. Un termine che deriva dalla parola greca che significa “oltre”.
    “D’ora in poi, saremo metaverse-first, non Facebook-first. Ciò significa che nel
    tempo non avrai bisogno di un account Facebook per utilizzare i nostri altri
    servizi”, ha scritto Zuckerberg nella lettera ai founders.
    Il concetto di metaverso, però, non è nuovo: il termine è stato coniato dallo
    scrittore Neal Stephenson nel 1992, nel suo romanzo di fantascienza del
    Snow Crash, ambientato in un futuro prossimo in cui il mondo virtuale e il
    mondo fisico sono indissolubilmente interconnessi.
    Nella fantasia di Stephenson, il metaverso è immaginato come una immensa
    sfera nera di 65.536 km di circonferenza, tagliata in due all’altezza
    dell’equatore da una strada percorribile anche su una monorotaia, che ha 256
    stazioni, ognuna a 256 km di distanza. Su questa sfera ogni persona può
    realizzare in 3D ciò che desidera: negozi, uffici, locali pubblici e altro, il tutto
    visitabile dagli altri utenti.
    Facebook e il metaverso: 10mila assunzioni nei prossimi anni
    C’è un grandissimo entusiasmo per il metaverso tra gli investitori e le big tech.
    Facebook ha fatto della costruzione del metaverso una delle sue priorità; tanto
    che recentemente ha investito 50 milioni di dollari nel finanziamento di gruppi
    senza scopo di lucro per aiutare a “costruire il metaverso in modo
    responsabile”, anche se esprime la convinzione che questa idea impiegherà
    10-15 anni per avverarsi. Intanto, ha già annunciato che per sviluppare il
    metaverso assumerà 10mila persone in Europa. L’intenzione, comunque, è di
    arrivare a investire 10 miliardi di dollari nel metaverso.
    Zuckerberg e altri imprenditori miliardari della Silicon Valley sembrano convinti
    che il metaverso sia ormai un traguardo vicino. In una recente intervista
    apparsa su The Verge, il fondatore di Facebook lo descrive come “il
    successore di Internet mobile“, una sorta di “Internet incarnato, in cui invece di
    visualizzare solo i contenuti, ci sei dentro”.
    L’estate scorsa, in Facebook è stato creato un nuovo team appositamente
    dedicato allo sviluppo del metaverso. Il team fa parte della divisione di realtà
    virtuale Reality Labs, guidata da Andrew ‘Boz’ Bosworth, l’autore delle cuffie
    Oculus, ed è composto da specialisti di Instagram, Facebook Gaming
    (videogiochi) e della stessa Oculus.
    Un cambio di passo nella strategia dell’azienda, pronta a investire sempre di
    più nelle tecnologie AR e VR in grado di offrirle la possibilità di controllare la
    propria piattaforma hardware.
    Si tratta di un concetto che richiama, in qualche maniera, quello degli NFT
    (Non Fungible Token), legati alla blockchain, che nell’ultimo anno hanno
    conquistato il mondo dell’arte, con i loro certificati di possesso di beni non
    tangibili. Pur facendo le debite differenze (le bit tech come Facebook tendono
    a essere dei centralizzatori, mentre la blockchain e le criptovalute sono opera
    dei decentralizzatori) entrambi immaginano il progresso tecnologico più o
    meno negli stessi termini: qualcosa per sfuggire alla realtà.
    Il metaverso non piace a tutti
    Ad esempio, a Frances Haugen, l’ex product manager di Facebook che a
    ottobre ha rivelato che Facebook dà priorità al profitto rispetto alla sicurezza
    degli utenti e programma i suoi algoritmi per promuovere contenuti divisivi. La
    Haugen è preoccupata per la capacità di Meta di controllare ciò che viene
    pubblicato nel mondo virtuale. In una intervista alla CBS ha dichiarato che gli
    stessi problemi che ha denunciato si potrebbero ripetere nella realtà virtuale
    del metaverse. “Facebook non ha effettivamente pensato alla sicurezza fin
    dalla progettazione”, ha detto.
    Secondo la Haugen, piattaforme come TikTok, dove una piccola parte dei
    contenuti genera la maggior parte delle visualizzazioni, sono più facili da
    moderare rispetto al modello più distribuito di Facebook. Negli spazi virtuali in
    cui Meta scommette in grande, moderare i contenuti, rimuovere la
    disinformazione e tracciare i trasgressori sarà una sfida, perché le interazioni
    non vengono registrate.
    Quali sviluppi per la realtà virtuale
    Una realtà virtuale, dunque. Qualcosa di non certamente nuovo. La sua
    nascita, infatti, risale agli anni ’80, a opera dello scienziato informatico Jaron
    Lanier, con la sua azienda VPL Research, acronimo di Virtual Programming
    Languages. A oltre trent’anni di distanza, però, la realtà virtuale (VR) e
    aumentata (AR) di qualsiasi tipo non si sono affermate come si prevedeva.
    Oculus VR, il visore per la realtà virtuale realizzato dalla omonima società
    acquisita da Facebook nel 2014, è rimasto niente più che un gadget,
    perlomeno a livello consumer. La realtà virtuale sembrava dover essere il
    futuro tecno-utopico. Ma, come ha recentemente notato Paul Skallas, l’autore
    della piattaforma per newsletter Substack, “Nel 2000 ti dicevano che la realtà
    virtuale era sul punto di esplodere, che avrebbe cambiato tutto. È il 2020:
    dov’è?”.
    La realtà virtuale – e insieme l’AR – si sono imbattute in un grosso scoglio: la
    consuetudine delle persone a relazionarsi fisicamente. Anziché nella
    quotidianità, quindi, VR e AR si sono affermate maggiormente nell’industria.
    Quali società potrebbero essere interessate
    Facebook ha investito molto nella realtà virtuale attraverso i suoi visori
    Oculus, rendendoli più economici dei rivali, forse anche in perdita secondo
    alcuni analisti. Sta anche creando app VR per i social e per il lavoro,
    comprese app che interagiscono con il mondo reale. Nelle intenzioni del
    colosso tech, però, il metaverso “non sarà costruito da un giorno all’altro da
    una singola azienda”.
    Quali altre aziende potrebbero essere interessate? Epic Games, che produce
    Fortnite, gioco multipiattaforma free to play, potrebbe essere una di quelle. I
    giochi multiplayer online condividono mondi interattivi da decenni; non sono il
    metaverso, ma hanno diverse idee in comune. Negli ultimi anni, Fortnite ha
    ampliato il suo prodotto, ospitando concerti, eventi del brand e altro ancora
    all’interno del proprio mondo digitale. Ciò ha mostrato a molti ciò che è
    possibile fare con la realtà virtuale e ha messo sotto i riflettori la visione del
    metaverso.
    Altri giochi si stanno avvicinando a un’idea del metaverso. Roblox, ad
    esempio, è una piattaforma per migliaia di singoli giochi collegati
    all’ecosistema più ampio.
    Unity, una piattaforma di sviluppo 3D, sta investendo in “gemelli digitali“, copie
    digitali del mondo reale, e la società di hardware grafico Nvidia sta
    realizzando il suo Omniverse, che viene descritto come “una piattaforma per
    connettere mondi virtuali 3D”.
    Metaverso, non solo videogame
    Il metaverso è quindi solo una forma evoluta e sofisticata di videogame? No,
    anche se le idee su cosa potrebbe essere sono molte e diverse, la maggior
    parte di esse vede al centro l’interazione umana e sociale.
    Ancora Facebook ha sperimentato un’app per riunioni VR chiamata
    Workplace e uno spazio sociale chiamato Horizons, che utilizzano entrambi
    sistemi di avatar. Il posto di lavoro del futuro di Facebook prefigura riunioni in
    realtà virtuale in cui le persone utilizzino dei personal computer.
    Un’altra app VR, VRChat, è interamente incentrata sull’incontrarsi online e
    chattare, senza alcun obiettivo o scopo diverso dall’esplorazione degli
    ambienti e dall’incontro con le persone.
    Altre applicazioni aspettano solo di essere scoperte.
    Il Ceo di Epic Games, Tim Sweeney, ha dichiarato di recente al Washington
    Post che immagina un futuro in cui una casa automobilistica, per pubblicizzare
    un nuovo modello “lascerà la sua auto nel mondo digitale in tempo reale e
    chiunque sarà in grado di guidarla”.
    Allo stesso modo, quando faremo shopping online proveremo i vestiti in una
    realtà digitale, ossia virtuale, prima di ordinare quelli che ci arriveranno nel
    mondo reale.
    Appare ormai chiaro che stiamo assistendo alla nascita del “metaverse
    marketing”, come lo ha definito la rivista Forbes.
    Metaverso e Retail
    Le applicazioni nel luxury
    Varie realtà del fashion e del luxury stanno cominciando ad investire nella
    realtà virtuale. Balenciaga vende “skin” su Fortnite, Gucci ha messo in vendita
    una borsa solo virtuale, Dolce&Gabbana ha ottenuto 5,7 milioni dalla vendita
    di 9 Non-Fungible-Token, Nike ha deciso di vendere scarpe “virtuali”.
    Secondo Morgan Stanley, per il settore moda e lusso, gli introiti derivanti dalla
    realtà virtuale potrebbero ammontare, entro il 2030, a 50 miliardi di dollari
    (circa 44 miliardi di euro). È normale che le multinazionali del settore si stiano
    attrezzando in questo senso.
    QUI ALCUNI ESEMPI DI METAVERSO APPLICATO AL MONDO
    DEL RETAIL
    Le applicazioni nella GDO
    Carrefour ha acquistato un terreno dell’equivalente di 36 ettari di superficie nel
    mondo virtuale del videogioco Sandbox. Creato dallo studio francese Pixowl,
    Sandbox consente a privati e imprese di diventare proprietari di terreni e di
    sfruttarli a proprio piacimento. Secondo i dati della piattaforma OpenSea, la
    transazione è costata al gruppo 120 unità della criptovaluta Ethereum, poco
    meno di 300 mila euro. La direttrice della trasformazione digitale di Carrefour
    ha affermato che su questo territorio virtuale si potrebbero organizzare “eventi
    o lanci di prodotti.
    Wallmart, gigante statunitense della grande distribuzione, ha depositato il 30
    dicembre 2021, presso l’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti, diversi nuovi
    marchi che, sostengono i media specializzati, indicherebbero la sua
    intenzione di produrre e vendere beni virtuali, tra cui elettronica, decorazioni
    per la casa, giocattoli, articoli sportivi e prodotti per la cura personale.
    Metaverso e automotive
    A inizio 2022 Hyundai Motor Company ha svelato il suo nuovo concetto di
    Metamobility, crasi tra Metaverso e mobilità. Dopo aver annunciato a
    settembre 2021 Hyundai Mobility Adventure, uno spazio metaverse dove gli
    utenti possono sperimentare i prodotti avanzati di Hyundai Motor e le soluzioni
    di mobilità del futuro, il Gruppo ha deciso di scendere più in profondità. Ha
    dunque deciso di allargare il ruolo della mobilità alla realtà virtuale (VR),
    consentendo in definitiva alle persone di superare i limiti fisici del movimento
    nel tempo e nello spazio.
    Metaverso ed eventi virtuali
    Il caso Würth Italia
    A marzo 2022 Würth Italia ha annunciato di avere sviluppato il proprio
    Metaverso per offrire ai clienti la possibilità di vivere un’esperienza immersiva
    visitando i numerosi servizi e prodotti dell’azienda. Il Metaverso di Würth sarà
    quindi un luogo virtuale nel quale è possibile incontrare e accompagnare i
    propri clienti per sperimentare le diverse soluzioni offerte dall’azienda, attiva
    sul mercato dal 1963 e ad oggi partner di riferimento per 280.000
    professionisti nel mondo dell’automotive, dell’artigianato, dell’edilizia e
    dell’industria.
    All’interno del Metaverso sarà possibile effettuare meeting, svolgere attività
    di formazione a clienti e collaboratori, interagire a distanza per la
    presentazione di prodotti e per la condivisione di progetti ed impianti.
    Metaverso: quale sarà il futuro?
    Il metaverso si propone di offrire una versione ordinata e razionalizzata del
    mondo, per sua natura caotica. Siamo ancora alle prime fasi; l’evoluzione del
    metaverso sarà disputata tra i colossi della tecnologia nel prossimo decennio,
    o forse anche di più. Ma ad oggi è difficile prevederne gli sviluppi e capire
    quanto inciderà nelle sue concrete applicazioni l’eventuale preferenza delle
    persone per la realtà fisica rispetto a quella virtuale.
    Brent Mittelstadt, un ricercatore senior in etica dei dati presso l’Oxford Internet
    Institute, ritiene che il potenziale impatto sociale del metaverso sia tutt’altro
    che certo. “Se diventasse dirompente, ad esempio conducendo le persone ad
    andare ad appuntamenti virtuali anziché incontrarsi, sarebbe molto difficile
    dire quale effetto avrebbe sulla natura delle relazioni, nello stesso modo in cui
    era difficile prevedere l’impatto che i social media avrebbero avuto quando se
    ne parlava solo come un’idea”.
    Mittelstadt vede nel metaverso principalmente un modo per Facebook per fare
    più soldi. “Se riesce a farti passare molto tempo lì, sta raggiungendo il suo
    obiettivo di raccogliere più dati e monetizzarli. Avrebbe più fonti di dati di
    quelle attualmente esistenti che vengono combinate e incanalate attraverso
    questa cosa che è il metaverso”.
    È sempre difficile fare previsioni quando si parla di tecnologie, e anche i
    migliori possono sbagliare. Come accadde a Paul Krugman, economista,
    premio Nobel ed editorialista del New York Times, che nel 1998 affermava:
    “Entro il 2005, diventerà chiaro che l’impatto di Internet sull’economia non
    sarà stato maggiore di quello del fax”.
    Non resta che attendere per vedere quale sorte spetterà al metaverso che sta
    suscitando tanto interesse.
    fonte: DIGITAL 360

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