Acqua: siccità, i 20 consigli ENEA per il risparmio idrico (ed energetico)

Acqua: siccità, i 20 consigli ENEA per il
risparmio idrico (ed energetico)


Prima regola: non sprecare acqua. Un’indicazione sempre valida, ma ancor
di più in un periodo di emergenza idrica come quello che stiamo vivendo,
contraddistinto dalla peggiore siccità degli ultimi 10 anni. Per contrastare lo
spreco di acqua e rendere più sostenibile la sua gestione, ENEA ha
elaborato una guida in 20 punti con suggerimenti e buone pratiche, errori
da evitare, ma anche soluzioni e tecnologie per il risparmio idrico (ed
energetico), soprattutto in ambito residenziale. Parole d’ordine: in casa, ridurre
perdite e sprechi e usi più razionali; in generale, adottare processi e sistemi
meno idro-esigenti, depurazione e riutilizzo, efficientamento e digitalizzazione
della rete acquedottistica, ma anche buone pratiche in famiglia e nelle scuole.
Il risparmio idrico in 20 punti
Uno. Mantenere efficiente l’impianto idrico e verificare la presenza di perdite
occulte: si calcola che con un rubinetto che gocciola si perdano fino a 5 litri al
giorno.
Due. Chiudere bene il rubinetto per evitare che l’acqua scorra inutilmente. Ad
esempio mentre ci stiamo lavando le mani: in un minuto evitiamo lo spreco di
almeno 6 litri d’acqua; se mentre ci laviamo i denti lasciamo scorrere l’acqua
sprechiamo fino a 30 litri (consumiamo solo 1,5 litri se non la lasciamo
scorrere); ancora, chiudere il rubinetto durante la rasatura consente un
risparmio fino a 20 litri.
Tre. Raccogliere l’acqua fredda non utilizzata quando si attende di ricevere
quella calda; effettuare prima le operazioni che richiedono acqua fredda (ad
esempio per lavarsi i denti) e poi quelle che richiedono acqua calda (ad
esempio per farsi la barba).
Quattro. Stesso consiglio in cucina, per le operazioni di preparazione degli
alimenti o il lavaggio della verdura usare le bacinelle anziché l’acqua corrente.
Si calcola che per bere e cucinare vengano consumati circa 6 litri di acqua al
giorno pro capite e per lavare i piatti a mano almeno 40 litri. Tuttavia lo spreco
può arrivare anche a 12 litri al minuto se non si chiude il rubinetto.
Cinque. Riutilizzare l’acqua di cottura della pasta o del lavaggio delle verdure
per sciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie o per annaffiare
(quando non è salata).
Sei. Utilizzare lavastoviglie e lavatrici sempre a pieno carico. Si calcola che
per un carico di lavastoviglie (classe A) senza prelavaggio vengano utilizzati
fino a 15 litri (7 litri in classe A+++), mentre per un carico di lavatrice (classe
A) si impiegano 45 litri. Preferire inoltre programmi di lavaggio a temperature
non elevate (40-60° C). Inoltre, con l’installazione di pannelli solari si
eviterebbero i consumi elettrici per scaldare l’acqua necessaria agli
elettrodomestici.
Sette. Preferire, quando possibile, rubinetti con sensori o con rompigetto
aerato che riducono il flusso dell’acqua e hanno maggiore efficacia di
lavaggio, avendo cura di mantenerli in efficienza (ad esempio, utilizzando la
chiavetta raschiatrice).
Otto. Installare sciacquoni a doppio tasto per risparmiare anche 100 litri al
giorno, considerando che ad ogni utilizzo di modelli con un solo pulsante si
usano fino a 16 litri di acqua.
Nove. Scegliere la doccia invece che la vasca da bagno, in questo modo si
risparmiano fino a 1.200 litri all’anno. Si stima che per fare un bagno in vasca
si consumino mediamente fra i 100 e i 160 litri di acqua mentre per fare una
doccia di 5 minuti se ne consumano al massimo 40 litri, ancora meno se si
chiude il rubinetto quando ci si insapona.
Dieci. Chiudere l’impianto centrale in caso di periodi prolungati di mancato
utilizzo (ad esempio, quando si parte per le vacanze).
Undici. Installare sistemi di raccolta per l’acqua piovana per usi non potabili
(lavaggio toilette, lavaggio auto) e per innaffiare (l’acqua piovana è meno dura
e più gradita alle piante), evitando di farlo nelle ore calde per ridurre
l’evaporazione. In Italia cadono mediamente circa 800 mm di pioggia l’anno.
Questo significa che su una superficie di circa 80 m2 si può raccogliere l’acqua
necessaria per una persona per un anno.
Dodici. Utilizzare per l’irrigazione sistemi temporizzati, a goccia o in
subirrigazione, in virtù della loro maggiore efficienza.
Tredici. Evitare di lavare la propria auto usando acqua potabile, in questo
modo potremmo risparmiare 400-500 litri.
Quattordici. Coprire la superficie delle piscine con teli per evitare
l’evaporazione.
Quindici. Recuperare l’acqua di condensa dei condizionatori o
dell’asciugatrice, per usi domestici, come ad esempio per il ferro da stiro.
Sedici. Diversificare l’uso dell’acqua a seconda della sua qualità (potabile,
piovana, grigia, nera – vedi fig. 2).
Diciassette. Utilizzare, ove possibile, tecnologie per il riutilizzo delle acque
grigie, cioè delle acque generate dalle operazioni di igiene personale. Un
impianto dedicato al riciclo delle acque da docce, lavabi e vasche e, in alcuni
casi, dalle condense dei condizionatori o dalle caldaie, ne garantisce il
trattamento per il successivo impiego per usi “secondari” come lo sciacquone
del water, l’irrigazione delle aree verdi, le operazioni di lavaggio.
Diciotto. In giardino, attorno alle piante, effettuare un’adeguata pacciamatura
in modo da mantenere il più possibile l’acqua nel terreno; inoltre preferire
piante che necessitano di minori quantità di acqua e fare attenzione a non
irrigare zone impermeabili.
Diciannove. Installare coperture vegetali sui tetti e giardini pensili. Si tratta di
soluzioni che permettono di assorbire fino al 50% di acqua piovana e di
rallentare il deflusso della pioggia nel sistema idrico della città, riducendo la
possibilità di allagamenti in caso di forti precipitazioni. I tetti verdi favoriscono
inoltre l’isolamento termico del tetto, riducono le polveri sottili e favoriscono un
microclima più gradevole, riducendo l’effetto albedo.
Venti. Nelle superfici esterne agli edifici, utilizzare pavimentazioni drenanti al
fine di conservare la naturalità e la permeabilità del sito, favorire la ricarica
delle falde, ridurre la subsidenza e mitigare l’effetto noto come isola di calore.
I dati
Secondo stime ENEA, nelle abitazioni l’energia necessaria alla produzione di
acqua calda rappresenta circa il 25% dell’energia totale utilizzata mentre il
consumo medio di acqua ad uso civile (residenziale e terziario) rappresenta
circa il 20% dei consumi totali, con una dotazione idrica pro capite (al netto
delle perdite) di circa 200 litri per abitante al giorno.
“Una delle maggiori criticità del nostro Paese riguarda la carenza di
infrastrutture e la scarsa efficienza della rete acquedottistica”, sottolinea
Luigi Petta, Responsabile del Laboratorio Tecnologie per l’uso e gestione
efficiente di acqua e reflui ENEA. Nonostante l’elevata dotazione idrica –
garantita da 7.594 corsi d’acqua, 324 laghi, oltre 1.000 falde sotterranee e 526
dighe che raccolgono circa l’11% delle piogge – la rete italiana perde infatti
mediamente il 41,2% dell’acqua immessa, con punte del 48% in
macro-ambiti nazionali. Anche nelle aree più virtuose, questa percentuale non
scende mai al di sotto del 20%, a fronte di valori molto inferiori in ambito
europeo ( 6,5% in Germania)”. Secondo stime ENEA l’efficientamento e la
digitalizzazione della rete acquedottistica permetterebbero di
risparmiare fino al 25% dell’energia.
È poi cruciale risparmiare acqua nei settori produttivi; in particolare nel
nostro Paese i prelievi di acqua dolce per gli usi agricoli rappresentano
circa il 50% del fabbisogno idrico totale; questo significa che, per affrontare
momenti di carenza idrica come questo con danni alla produzione agricola, è
fondamentale efficientare le tecniche irrigue utilizzando quelle a
maggiore efficienza (irrigazione subsuperficiale, irrigazione sottochioma,
irrigazione a goccia) e puntare su ricerca e innovazione tecnologica per
favorire il riuso delle acque reflue trattate. Con questo obiettivo, ENEA ha
sviluppato un prototipo tecnologicamente avanzato in grado di monitorare in
tempo reale la qualità degli effluenti depurati e stabilirne i destini ottimali, tra
cui in primis l’irrigazione dei campi coltivati con benefici in termini di maggiore
disponibilità idrica, apporto di nutrienti, conseguente riduzione dei concimi
chimici, migliorando sostenibilità ambientale, qualità e sicurezza della filiera
depurativa.
“L’acqua è una risorsa preziosa. I problemi legati alla sua disponibilità, che
siano essi connessi alle minori precipitazioni su base stagionale, alla siccità,
oppure all’eccesso di domanda rispetto alle risorse idriche utilizzabili,
interessano numerose aree del territorio nazionale ed europeo e rendono
necessarie azioni a livello locale e di carattere multisettoriale, da pianificare
sul lungo termine evitando il ricorso a logiche di intervento di tipo
emergenziale”, sottolinea Petta. “Inoltre, la crescente urbanizzazione e gli
standard di vita sempre più elevati, sono ulteriori fattori critici che rendono
necessaria una gestione ottimale ed attenta della risorsa”.
Figura 1: i costi energetici dell’acqua
Figura 2: usi dell’acqua a seconda delle sue tipologie
Per maggiori informazioni:
Luigi Petta, ENEA – Responsabile del Laboratorio Tecnologie per l’uso e
gestione efficiente di acqua e reflui, luigi.petta@enea.it
fonte: RETE DEI COMUNI SOSTENIBILI

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