Telemarketing molesto, come funziona lo scudo che proteggerà i nostri cellulari – Verso il debutto il Registro delle opposizioni alle chiamate commerciali. Intanto aziende e consumatori presenteranno il Codice di condotta

Telemarketing molesto, come funziona lo
scudo che proteggerà i nostri cellulari
Verso il debutto il Registro delle opposizioni alle chiamate commerciali.
Intanto aziende e consumatori presenteranno il Codice di condotta

di Valentina Maglione


Un Codice di condotta per arginare il telemarketing illegale. Ci sta lavorando il
comitato, costituito nei giorni scorsi dall’Autorità garante della Privacy e di cui
fanno parte i rappresentanti di tutta la filiera del telemarketing: le principali
aziende committenti (dei settori telecomunicazioni ed energia), gli operatori e i
consumatori. Si tratta di un’iniziativa parallela rispetto al nuovo Registro
pubblico delle opposizioni, a cui si potranno iscrivere anche i cellulari e i
numeri fissi «riservati», e che farà scudo contro le telefonate commerciali fatte
sia da operatori, che da software.
Si prepara una doppia stretta, quindi, che avrà effetto a breve. Il Registro delle
opposizioni sarà operativo entro il 27 luglio. Sempre entro luglio il comitato
incaricato di scrivere il Codice di condotta dovrebbe licenziare una prima
bozza da sottoporre al Garante per l’approvazione.
Verso l’auto-regolamentazione
La messa a punto del Codice di condotta per le attività di telemarketing rientra
nel quadro del regolamento Ue sulla privacy Gdpr (679 del 2016), che
«incoraggia» l’elaborazione di “soft law” con il coinvolgimento delle categorie
interessate.
Per questo il Garante, dopo una serie di incontri preliminari con le categorie
che operano nella filiera del telemarketing, ha messo intorno a un tavolo
(virtuale) circa 30 rappresentanti di aziende committenti (che promuovono i
propri prodotti mediante campagne di telemarketing) contact center, list
provider (le società che realizzano le banche dati di contatti) e consumatori. Di
qui la decisione di costituire il comitato per scrivere la prima bozza del Codice
di condotta.
I lavori non partono da zero. Anzi: l’intenzione è di tenere conto, da un lato,
dei documenti già predisposti da alcuni operatori e, dall’altro, dei punti fermi
messi in questi anni dal Garante nella sua attività di accertamento che spesso
ha portato a sanzioni consistenti: ad esempio quella di 20mila euro, resa nota
nei giorni scorsi, irrogata a un’azienda per aver usato senza consenso i dati di
un cliente e per non aver dato seguito alle sue richieste di esercitare i diritti
sulla privacy.
Tra i testi di partenza c’è quello predisposto da Assocontact (associazione
nazionale dei business process outsourcer) e Oic (osservatorio imprese e
consumatori). «Abbiamo un Codice di autoregolamentazione già dal 2016 –
spiega il presidente di Assocontact, Lelio Borgherese – e crediamo che sia un
pezzo del puzzle che bisogna comporre per difendersi dal telemarketing
illegale. Il Registro delle opposizioni così come è concepito non contrasta gli
operatori illegali poiché non sono iscritti al Registro degli operatori di
comunicazione, ossia non fanno parte di coloro che già operano nell’alveo
della legalità.
Il rischio – continua – è che chi opera illegalmente continui a farlo, senza
consultare il Registro delle opposizioni. La redazione del Codice di condotta
con il coinvolgimento delle aziende committenti, voluto dal Garante, è la
strada giusta per coordinare l’azione di tutti gli stakeholder e mettere fuori
gioco chi viola le regole».
«Avere un Codice di condotta aiuta la certezza dell’interpretazione delle
regole e semplifica la compliance», spiega Fabrizio Vigo, che presiede
l’organismo di monitoraggio di un altro Codice di condotta privacy, quello sulle
informazioni commerciali. Per Vigo, che è anche vicepresidente di Dma (data
and marketing association) Italia, «l’azione combinata del nuovo Registro
delle opposizioni e del Codice di condotta permetterà di distinguere gli
operatori sani da quelli border line».
Il Registro delle opposizioni
Intanto, tra meno di due mesi debutterà il nuovo Registro delle opposizioni,
previsto dalla legge 5 del 2018 e attuato, dopo quattro anni, dal regolamento
contenuto nel Dpr 26/2022 (si veda la scheda a fianco).
Il regolamento ha fissato alcuni passaggi per la concreta messa in opera del
Registro. Il 6 maggio si è concluso il primo step, vale a dire la consultazione
pubblica, condotta dal ministero per lo Sviluppo economico, dei principali
operatori, mentre il 18 maggio il progetto è stato presentato alle associazioni
dei consumatori del Consiglio nazionale Cncu.
Lavori in corso, invece, per definire le modalità con cui i gestori telefonici
devono fornire al Registro i numeri fissi di cui dispongono non contenuti negli
elenchi pubblici (sul piano normativo, è atteso un decreto ministeriale). Poi
entro il 27 luglio saranno attivate le modalità tecniche per l’iscrizione al
Registro e per la sua consultazione da parte degli operatori.
Il Registro in cinque punti
1.Chi si potrà iscrivere
Il nuovo Registro pubblico delle opposizioni, disciplinato dal Dpr 26/2022 che
ha attuato la legge 5/2018, prenderà il posto del Registro attuale, regolato dal
Dpr 178/2010. Nel nuovo Registro si potranno iscrivere, oltre ai numeri di
telefono fissi presenti negli elenchi pubblici e gli indirizzi postali (che possono
già figurare nel Registro attuale), anche i numeri di cellulare e quelli fissi
“riservati”, cioè non presenti in elenchi pubblici
2.Come ci si iscrive e da quando
Per iscriversi al Registro occorrerà rivolgersi al gestore, la Fondazione Ugo
Bordoni. L’iscrizione sarà gratuita e molto rapida. Gli intestatari dovranno
comunicare il numero di telefono che vogliono proteggere in via telematica
(compilando un modulo elettronico sul sito del gestore o via mail) o telefonica
(ci sarà un risponditore automatico, ma in caso di difficoltà interverrà un
operatore) e l’iscrizione avverrà entro il giorno lavorativo successivo. Le
modalità per l’iscrizione al nuovo Registro devono essere predisposte e
attivate entro il 27 luglio
3.Cosa accade con l’iscrizione
I numeri di telefono e gli indirizzi, una volta iscritti, non potranno più essere
contattati dagli operatori che fanno telemarketing: in pratica, l’intestatario,
iscrivendo un numero di telefono o un indirizzo al Registro, si oppone al
trattamento dei dati , tramite chiamate o posta cartacea, per l’ invio di
materiale pubblicitario o vendita diretta, per ricerche di mercato o
comunicazione commerciale. Lo stop vale anche per gli operatori stranieri e
anche quando a comporre il numero non è un essere umano ma un software.
L’iscrizione al Registro farà cadere tutti i consensi a essere contattati dati fino
a quel momento alle varie società, con qualsiasi forma e mezzo
4.Il rinnovo dell’iscrizione
Il nuovo Registro introduce la possibilità, non prevista dal Registro attuale, di
gestire nel tempo i consensi dati a essere contattati. L’iscrizione, infatti, non
scade, però può essere rinnovata in qualsiasi momento. L’effetto sarà quello
di revocare tutti i consensi dati fino a quel momento. Sarà anche possibile
revocare l’opposizione nei confronti di uno o più operatori
5.Cosa devono fare le società
Gli operatori di telemarketing devono consultare il Registro mensilmente e
comunque prima di avviare una campagna promozionale per aggiornare le
liste di contatti utilizzabili. Per le campagne telefoniche, la verifica sul Registro
è valida per 15 giorni. Per accedere al Registro gli operatori devono pagare
una tariffa. Chi farà telemarketing senza rispettare le opposizioni, rischia le
sanzioni irrogate dal Garante della Privacy: fino a 20 milioni di euro o, per le
imprese, fino al 4% del fatturato mondiale totale dell’esercizio precedente, se
superiore
fonte: IL SOLE 24 ORE

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