INTERVISTA | L’allarme di Monsignor Paglia:
«Nostri anziani non muoiono di caldo, ma di
solitudine e abbandono»
A Sanità Informazione Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della
Pontificia Accademia per la vita, lancia un monito a prendersi cura degli
anziani specialmente ora che siano nel pieno di un’ondata di calore
estremo: «Molte famiglie sono eroiche e non lasciano soli genitori e
nonni. Basta RSA come quella del dramma di Milano. DDL 33/2023 sia
riforma profonda, non ennesima “leggina”…»
di Valentina Arcovio
«Dar da bere agli anziani non è mai stato così importante e significativo,
espressione della volontà di non lasciare solo nessuno. Infatti, non si muore di
caldo, si muore di solitudine e di abbandono». È forte il monito che
Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la
vita e già presidente della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria
e sociosanitaria della popolazione anziana, lancia da Sanità Informazione nel
pieno dell’ondata di calore estremo che ha investito l’Italia.
È preoccupato degli effetti che queste temperature elevate possono
avere sugli anziani?
«È di qualche giorno fa la notizia di una nuova stima degli anziani morti per
l’ondata di calore del 2022 in Europa: un articolo di Nature Medicine parla di
oltre 60.000 persone! Come una piccola città scomparsa per il caldo o,
meglio, per la mancata risposta allo stress da calore».
Teme che gli italiani non si sappiano prendere cura dei propri anziani?
«Non vorrei assimilare in un unico giudizio mondi lontanissimi tra loro. Ci sono
famiglie che vivono in modo quasi eroico la difesa e la cura dei loro cari
anziani ed anzi direi che questo è vero per i più, se teniamo conto di tutti gli
over 65, che sono 14 milioni e vivono nella lor stragrande maggioranza a
casa. Certo, in famiglie sempre più piccole e sempre più ‘lunghe’, ove
coabitano tre generazioni o anche più, il problema della assistenza è molto
serio e costringe spesso ad un impegno di tempo ed economico molto
importante».
Nelle RSA le cose non vanno molto meglio. Penso alla tragedia di
qualche giorno a Milano. E all’appello lanciato di recente dal Ministro
Schillaci…
«La tragedia di Milano rivela in modo evidente il modo di considerare
l’assistenza agli anziani. L’impianto antincendio fuori uso e la scarsità di
operatori nel turno di notte sono rivelatori di un modo di considerare gli anziani
davvero come scarti da gestire e non come esseri umani. Io mi chiedo e
vorrei che ognuno si chiedesse: è giusto vivere così gli ultimi anni della
propria vita? In un casermone coi vetri delle finestre difficili da aprire, soli in un
ambiente affollato, ma sempre soli? O è giusto vivere e morire così a casa,
senza uno straccio di aiuto, familiare, o pubblico o privato? Mettiamoci nei
panni di questi nonni, di questi padri e madri, ma davvero vogliamo che
questo sia il futuro anche dei loro figli quando invecchieranno?».
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Cosa ne pensa della riforma per gli anziani?
«Il ddl 33/2023 rappresenta un traguardo importante e insieme un punto di
partenza. Ci troviamo ad un bivio, quello di scrivere una ennesima leggina – i
cosiddetti decreti attuativi della delega – che non cambia le cose e lascia più
o meno tutto com’è, oppure avremo il coraggio di una riforma profonda per
un sistema che finalmente operi la presa in carico degli anziani bisognosi
integrando misure sociali, sanitarie e assistenziali. Dobbiamo far presto, il
dramma di Milano ci interroga».
FONTE – SANITA’ INFORMAZIONE