Riforma pensioni, ipotesi “anticipo soft”: di che si tratta?

Riforma pensioni, ipotesi “anticipo soft”:
di che si tratta?


Con Quota 102 in scadenza si cercano (in fretta) soluzioni per superare
la riforma Fornero
Si fa strada all’interno del governo l’ipotesi di inserire all’interno della prossima
nota di aggiornamento al Def di settembre una riforma delle pensioni dopo la
bocciatura di quota 102, quota 100 e quota 41. Pasquale Tridico, il presidente
dell’INPS, ha infatti proposto una pensione a due velocità, con la possibilità di
ottenere un “anticipo soft” come l’ha definita il ministro del Lavoro, Andrea
Orlando.
L’anticipo soft
Come sappiamo la pensione, adesso che è stata cancellata quota 100, con
quota 102 prossima ad andare in soffitta -e tutte le altre proposte, è ottenibile
al raggiungimento di 67 anni di età e 41 anni di contributi più 10 mesi per le
donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Il pensionamento anticipato soft
invece consisterebbe in una pensione ottenibile con 5 anni di anticipo ma con
un assegno ridotto. Si potrebbe aprire quindi a questo punto un tavolo tecnico
per discutere delle modalità attuative di questa proposta.
La Fornero sullo sfondo
In caso di mancata riforma tornerebbe di nuovo in vigore la riforma pensioni
della Fornero a partire da gennaio 2023. L’ex Ministro è tornata sul tema
sottolineando che il provvedimento da lei elaborato non è cancellabile ma
comunque può essere superato con qualche correttivo laddove necessario.
Altre soluzioni
Un’altra proposta avanzata negli ultimi giorni è stata quella di estendere l’Ape
sociale anche ad altre categorie oltre agli addetti impiegati in lavori usuranti: si
è parlato di disoccupati, caregiver e tutti coloro che non sono considerati
all’interno dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale e non hanno una
contribuzione continuativa.
Si tratterebbe dunque di garantire un ascensore pensionistico a tutte quelle
persone che un domani potrebbero costituire la parte più debole della società.
Cosa ha detto Orlando
Sulle pensioni è partita una fase di confronto con le parti sociali. A fine anno,
con la scadenza di misure come “Opzione donna” e l’ “Ape sociale”, si renderà
necessario procedere al loro rinnovo perché hanno ottenuto buoni risultati”. Lo
ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando intervenendo alla
presentazione del Rapporto annuale Inps spiegando che il Governo dovrà
“anche ampliare e dare criteri di strutturalità alla platea dei lavori gravosi, per
l’accesso a meccanismi di anticipo rispetto all’attuale quadro normativo.
Rimane aperto il cantiere per il superamento delle misure temporanee di
flessibilità in uscita”.

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