POLITICA E CURIOSITA ‘ – Le politiche sull’energia dividono i leader europei

Le politiche sull’energia dividono i leader
europei

Al di là della guerra e di tutti gli aspetti legati all’assistenza finanziaria, militare
e per la ricostruzione dell’Ucraina, il tema centrale del vertice europeo
straordinario di lunedì e martedì prossimo, fortemente voluta da Charles
Michel, sarà quello dell’energia. Il piano RePowerEu avanzato dalla
Commissione Ue non sembra aver raccolto l’entusiasmo di tutti: c’è chi, ad
esempio, vorrebbe rivedere i criteri di ripartizione per le sovvenzioni extra e
chi, come l’Italia, porrà nuovamente sul tavolo il tema parallelo del price cap.
Sull’embargo al petrolio al momento non c’è ancora un accordo e sul sesto
pacchetto di sanzioni la macchina si è inceppata. L’Ungheria mantiene il
suo veto se prima non ha rassicurazioni sulla sicurezza degli
approvvigionamenti e sui fondi che Bruxelles metterà a disposizione di Viktor
Orban per l’adeguamento delle raffinerie. Una nuova riunione degli
ambasciatori è prevista per domenica ed è possibile che ne venga convocata
una intermedia domani. Ma perché del dossier ne parlino i leader, il negoziato
ha bisogno di una svolta, in caso contrario c’è il rischio che dal vertice esca
un’Ue clamorosamente divisa. I leader potrebbero uscire con un nulla di fatto
anche sul più generico dossier energetico.
Il RePowerEu, con i suoi quasi 300 miliardi tra prestiti e nuove sovvenzioni, è
il grimaldello che permetterà ai Paesi membri di modificare parte dei loro Pnrr.
Deroghe al Green Deal per finanziare gasdotti e oleodotti rispondono in pieno
all’emergenza bellica e aiutano i Paesi senza sbocco sul mare, come appunto
l’Ungheria. Ma i soldi potrebbero non bastare a tutti e il principio di ripartire i
20 miliardi di sovvenzioni provenienti dal sistema Ets secondo i criteri del
Recovery per qualcuno è poco adeguato all’attualità. Poi ci sono le misure
del breve termine: il primo giugno partirà la task force europea per gli
acquisti comuni di gas e Gnl ma molti Paesi chiedono un intervento sul
mercato. L’Italia è tra gli stati più attivi; Mario Draghi potrebbe rimettere sul
tavolo il price cap da applicare al gas russo che arriva attraverso gasdotti e
potrebbe evidenziare la necessità di un decoupling tra i prezzi dell’elettricità e
quelli del gas.
fonte: NOMOS

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