PMI lanciate verso il digitale: perché le politiche industriali sono leva per gli investimenti

PMI lanciate verso il digitale: perché le
politiche industriali sono leva per gli
investimenti

Le PMI italiane stanno affrontando una fase importante della
transizione digitale, in cui si registra una propensione agli
investimenti per competere sul medio-lungo termine: complice di
questa condizione è il contesto di incentivi e agevolazioni messe in
campo dalle politiche industriali 4.0
di Alvise Biffi – Presidente Piccola Industria di Confindustria Lombardia
Le PMI italiane, forzate dalle difficoltà della pandemia, hanno accelerato i
processi di digitalizzazione che per lungo tempo sono rimasti chiusi nel
cassetto e oggi stanno attraversando una fase cruciale della transizione
digitale. Mai come in questo periodo sono pronte a fare investimenti che
abbiano come prospettiva un incremento della competitività di medio-lungo
termine, grazie anche agli incentivi messi in campo dalle misure a sostegno
degli investimenti.
La creazione di un contesto orientato ad agevolare e indirizzare le scelte di
investimento delle imprese (in varie forme: incentivi, credito d’imposta,
sgravi) è stata e permane una componente fondamentale per dare fiducia
agli imprenditori, in quanto dà la percezione di una direzione, una
tendenza, una visione di lungo periodo dell’intero sistema Paese.
Il valore della Nuova Sabatini
A testimonianza di questo circolo virtuoso vi è l’oggettivo successo della
Nuova Sabatini del Ministero dello Sviluppo Economico, una misura che –
come anticipato nelle considerazioni di Confindustria fornite nel 2021 – è stata
sin da subito apprezzata dalle imprese italiane che hanno approfittato dello
strumento per ammodernare i macchinari. In particolare, a distanza di un anno
dall’avvio della ‘Nuova Sabatini’ sono ben 100 mila le PMI che hanno ottenuto
contributi, di queste il 70% delle operazioni finanziate sono state destinate al
rinnovo di macchinari finalizzati ai processi di digitalizzazione mentre il 30%
all’acquisto di beni strumentali. Come emerge dal report diffuso mensilmente
dal Ministero dello Sviluppo Economico la regione che in questi 12 mesi ha
maggiormente beneficiato della Nuova Sabatini è la Lombardia, con 10 milioni
di finanziamenti ottenuti, e le aziende manifatturiere sono di gran lunga la
tipologia di imprese che ne hanno fatto richiesta.
Tra gli elementi che rendono questa misura molto apprezzata tra le micro,
piccole e medie imprese vi sono: la chiarezza dei requisiti dei potenziali
beneficiari, l’ampia gamma di beni ammissibili al finanziamento, l’automaticità
delle modalità di accesso, le scadenze certe e la possibilità di cumulare il
finanziamento ottenuto con la Nuova Sabatini con altri incentivi, spesso
complementari come i voucher digitali delle camere di commercio in sinergia
con le regioni.
Aspetti critici
L’unica criticità riscontrata, e che ci viene segnalata dai territori, è
rappresentata dalle tempistiche di erogazione: talvolta queste non sono in
linea con le aspettative delle aziende.
È fuori di dubbio, comunque, che in un periodo come questo in cui si
registrano degli innalzamenti dei tassi di interessi una misura come questa
che li mantiene a valori stabili e favorevoli per le imprese risulta
particolarmente utile e appetibile e rappresenti uno strumento che
accompagna concretamente le piccole e medie imprese nell’affrontare la
transizione digitale.
L’importanza di sviluppare una politica industriale
Quando le imprese, attraverso le rappresentanze come Confindustria, si
appellano alla politica e alle istituzioni affinché sviluppino una vera politica
industriale si intende esattamente quello che è avvenuto, nel campo della
transizione digitale, dall’approvazione del Piano Industria 4.0 in poi: creazione
di un percorso (Piano Industria 4.0 / Transizione 4.0 / Nuova Sabatini) in
grado di orientare con decisione le imprese verso investimenti più innovativi e
verso la modernizzazione dei processi produttivi con conseguenti vantaggi in
termini di aumenti di produttività e competitività, migliore capacità
organizzativa, miglioramento della qualità dei prodotti e innovazione dei
prodotti stessi e conseguente aumento del numero di dipendenti. Effetti da cui
trae beneficio l’intera economia italiana.
Perché adeguare il modello di business
Avendo un tessuto industriale prevalentemente manifatturiero è stato
culturalmente prevedibile che l’investimento principale di partenza della
trasformazione sarebbero stati i macchinari di nuova generazione, tuttavia per
trarne il massimo beneficio occorre anche adeguare il modello di business ed i
processi aziendali partendo da strategie data driven. Elemento imprescindibile
per muoversi su questa rotta sono le nuove competenze necessarie alla forza
lavoro e una revisione importante nel design organizzativo. Il nuovo Dl Aiuti
e Transizione 4.0 segue il percorso virtuoso tracciato ampliando gli incentivi
sulla formazione dedicata alle nuove competenze e introducendo migliori
sostegni anche per lo sviluppo e l’acquisizione software, confermando lo
strumento del credito d’ imposta come leva di stimolo, il più apprezzato dalle
PMI .
L’auspicio di Confindustria Lombardia è che lo stesso approccio pragmatico e
di visione venga utilizzato per accompagnare le imprese nella transizione
energetica che, in una fase di trasformazioni forzate, in parallelo è fortemente
minacciata dall’aumento dei prezzi e dalle conseguenze del conflitto
russo-ucraino con l’instabilità dei mercati di approvvigionamento energetici. Il
tema energia e’ particolarmente delicato perche’ spesso oggetto di posizioni
ideologiche piuttosto che pragmatiche e figlio di programmazioni fissate su
obiettivi idealistici che non considerano tempi realistici di evoluzione
sostenibile, non solo per l’ambiente ma anche per l’economicità.
Conclusione
In questo periodo di forte incertezza e di tensioni internazionali che stanno
mettendo sotto pressione la tenuta del tessuto industriale italiano ed europeo
è importante incoraggiare le imprese, soprattutto PMI – che costituiscono la
spina dorsale dell’economia italiana –, assicurando un supporto costante. In
pandemia tutti guardavamo con speranza e prospettiva al futuro e i risultati
della ripresa insieme ai dati degli investimenti dimostrano che le imprese
hanno avuto fiducia gettando il cuore oltre l’ ostacolo. La crisi asimmetrica di
caro energia, materie prime e semiconduttori che oggi fiacca l’ Italia in modo
molto maggiore rispetto ad altri Paesi ha fatto crollare la fiducia degli
imprenditori frenando la crescita… proteggere l’impresa, come dichiarato
recentemente dal Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, è una questione
di sicurezza nazionale, oggi più che mai.
fonte: AGENDA DIGITALE

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