PENSIONI – Pensioni in aumento: aggiornati i coefficienti di trasformazione 2023/2024

Pensioni in aumento: aggiornati i
coefficienti di trasformazione 2023/2024


di Francesco Rodorigo – PENSIONI


Le pensioni del prossimo biennio saranno più alte. Chi uscirà nel 2023 o
nel 2024 riceverà un trattamento di importo maggiore. Il Ministero del
Lavoro ha pubblicato il decreto con l’aggiornamento biennale dei
coefficienti di trasformazione del montante contributivo
Il Ministero del Lavoro ha pubblicato il decreto del 1° dicembre 2022 con la
revisione biennale dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo.
Questi rappresentano i valori utilizzati per calcolare la pensione sulla base dei
contributi accumulati dal lavoratore negli anni di attività e variano a seconda
dell’età anagrafica e della speranza di vita.
La revisione favorevole permetterà ai lavoratori che andranno in pensione nei
prossimi due anni di beneficiare di trattamenti con un importo maggiore. Il
rovescio della medaglia è che l’aumento dei coefficienti è direttamente
attribuibile all’incremento della mortalità.
Pensioni in aumento: aggiornati i coefficienti di trasformazione
2023/2024
I lavoratori che andranno in pensione nel biennio 2023/2024 riceveranno un
importo maggiore rispetto agli ultimi anni.
Questo perché i coefficienti di trasformazione del montante contributivo, che
vengono revisionati ogni due anni, risultano più favorevoli. Il Ministero del
Lavoro ha pubblicato i nuovi valori nel decreto direttoriale del 1°
dicembre.
L’aggiornamento biennale è stato introdotto dalla riforma Dini, legge n.
335/1995. Questa stabilisce che ai fini del calcolo dell’importo della
pensione bisogna applicare i coefficienti al montante contributivo, cioè il totale
dei contributi accumulati. Questi variano in base all’età anagrafica del
lavoratore e alla speranza di vita registrata dall’ISTAT.
Secondo tale sistema di calcolo contributivo, infatti, l’importo della pensione
annua si ottiene moltiplicando il montante individuale dei contributi per il
coefficiente di trasformazione.
In sostanza, più è elevata l’età del lavoratore, maggiore sarà l’importo della
pensione, dato che avrà un’aspettativa di vita minore. Dal 2019 questi valori
sono aggiornati sulla base della speranza di vita dei cittadini con 65 anni
d’età.
Le pensioni sono più alte ma la speranza di vita scende
La revisione aggiorna la Tabella A dell’allegato 2 della Legge n. 247/2007 e
la Tabella A della Legge n. 335/1995. I nuovi valori sono indicati nella tabella
del Ministero.
Pertanto a parità di montante contributivo, chi andrà in pensione nei prossimi
due anni prenderà di più rispetto a chi ha lasciato il lavoro negli anni scorsi.
La novità avrà effetto per tutte le gestioni INPS, per i trattamenti con
decorrenza dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024, sono escluse le casse
professionali. In particolare, questo sistema riguarda:
● chi non ha contributi al 31 dicembre 1995;
● chi ha l’assegno determinato con il sistema contributivo;
● chi ha meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 o ha iniziato a
versare dal 1996;
● chi ha più di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e contributi dal 1°
gennaio 2012.
L’aumento per il prossimo biennio è dovuto al fatto che per la prima volta
dall’introduzione, i coefficienti sono aumentati anziché diminuiti. Questi, infatti,
variano sulla base della speranza di vita registrata dall’ISTAT negli ultimi due
anni.
L’aumento dei coefficienti di trasformazione, dunque, è interamente dovuto
all’aumento della mortalità.
Tutti i dettagli sul calcolo dei coefficienti di trasformazione sono contenuti nella
nota tecnica del Ministero del Lavoro.

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