LAVORO – Smart Working, proroga al 31 agosto e importanti novità…….

Smart Working, proroga al 31 agosto e
importanti novità

di Sharon Zaffino
Tra le novità degli ultimi giorni troviamo la proroga dello Smart Working
dal 30 giugno 2022 fino al 31 agosto 2022. In questo modo è stata data la
possibilità ai datori di lavoro privati, dunque non relativamente alla
Pubblica Amministrazione, di far ricorso al tele-lavoro con la sua forma
semplificata. Insomma, fino al 31 agosto 2022, i datori di lavoro potranno
evitare di sottoscrivere gli accordi individuali generalmente richiesti
dalla normativa in vigore
Smart Working, proroga al 31 agosto e importanti novità
Tra le novità degli ultimi giorni troviamo la proroga dello Smart Working dal
30 giugno 2022 fino al 31 agosto 2022. In questo modo è stata data la
possibilità ai datori di lavoro privati, dunque non relativamente alla Pubblica
Amministrazione, di far ricorso al tele-lavoro con la sua forma
semplificata.
Insomma, fino al 31 agosto 2022, i datori di lavoro potranno evitare di
sottoscrivere gli accordi individuali generalmente richiesti dalla normativa in
vigore.
Infine, sempre nei giorni scorsi, è stato dato l’ok alla proroga fino al 30
giugno per lo Smart Working per tutti i lavoratori fragili, intesi sia quelli
del settore pubblico, che privato, che per i lavoratori che hanno figli con delle
fragilità.
Smart Working, ecco cosa è stato stabilito dal Governo negli ultimi
giorni
Il decreto-legge 24 marzo 2022 è stato convertito in Legge. Ciò significa che
tutte le tutele previste per alcune categorie di lavoratori sono state prorogate.
La scadenza, infatti, non è più prevista per il 30 giugno 2022, ma per il 31
agosto 2022.
Le tutele di questi lavoratori non hanno subito alcuna modificazione, anzi,
sono quelle che erano attive già con la pandemia di Covid-19. Tale legge
proroga tutte queste tutele con effetto retroattivo e con le conseguenti
complicazioni nella gestione a carico dei datori di lavoro, nonché con
scadenze differenziate.
E, ricordiamo, le modalità di comunicazione semplificata dello smart working
per i lavoratori del settore privato – e non della Pubblica Amministrazione –
sono state estese fino alla fine del mese di agosto 2022.
Le modificazioni effettuate con l’articolo 10 del decreto-legge 24 del 24 marzo
2022, estendono fino alla fine del mese di luglio la sorveglianza sanitaria di
tipo eccezionale per tutti i lavoratori che risultano essere maggiormente
esposti ad un rischio di contagio da Covid-19.
Il Dl 24/2020 aveva già posticipato al 30 giugno tale obbligo, ma ora i
lavoratori a maggior rischio nell’ambito della sorveglianza sanitaria avranno
diritto a svolgere il proprio lavoro da remoto, in Smart Working, fino al 31
luglio 2022.
Infine, sempre fino alla fine del mese di luglio, potranno godere dello smart
working tutti i lavoratori dipendenti del settore privato che hanno figli di età
non superiore ai 14 anni – se l’altro genitore è un lavoratore – se la mansione
dell’altro potrà essere svolta anche a distanza.
Smart Working, la proroga per i lavoratori fragili
A differenza dei soggetti citati in precedenza hanno diritto fino al 30 giugno
dell’anno corrente ad usufruire dello smart working, il lavoro in modalità
agile, tutti quei lavoratori definiti fragili, in particolare alle nuove categorie di
lavoratori fragili stabilite dal decreto ministeriale dello scorso 4 febbraio 2022.
Nel caso questi lavoratori non potessero svolgere la propria attività da remoto,
sia che essi siano del settore privato o pubblico, questi potranno
ugualmente procedere ad assentarsi dal posto fisico di lavoro fino alla
scadenza detta in precedenza.
Questo periodo di tempo verrà equiparato ad un ricovero di tipo ospedaliero e
non sarà computabile ai fini del periodo di comporto.
Tra le novità è stato anche prorogato il rimborso a tutti i datori di lavoro del
settore privato per cui i dipendenti, considerati i lavoratori fragili, si dovranno
assentare dalla propria attività poiché, come precedentemente detto, non
congrua all’utilizzo della modalità in smart working e non abbiano nemmeno
diritto all’assicurazione economica di malattia versata dall’Istituto nazionale
per la previdenza sociale.
Come per lo scorso biennio, il rimborso per questi datori di lavoro che
perderanno un lavoratore dipendente per un periodo di tempo di un mese (fino
al 30 giugno) sarà pari a 600 € forfait, che verrà pagato previa la
prenotazione di una domanda da parte dello stesso datore di lavoro.
Fino al 30 giugno 2022 è stato anche esteso il diritto allo smart working per
tutti i genitori che lavorano come dipendenti privati e che hanno un figlio con
una grave disabilità o con bisogni educativi speciali a carico.
In particolare, questa tutela è stata introdotta dalla conversione del decreto
decorrente il 9 marzo e con precedente scadenza fissata per il termine
dello Stato di emergenza.
La proroga a tale scadenza verrà applicata attraverso alcune modalità
semplificate, ovvero, anche senza un accordo di tipo individuale tra la stessa
azienda e il lavoratore. Anche in questo caso lo smart working potrà essere
utilizzato qualora l’altro genitore del nucleo familiare non lavori e che
l’attività del richiedente risulti essere pienamente compatibile con lo
svolgimento in modalità agile.
Lavoro, com’è visto lo Smart Working al giorno d’oggi dai
dipendenti?
Ormai ci siamo buttati a capofitto sullo smart working da ormai due anni e
mezzo. Pare che questa nuova modalità di lavoro, che in realtà esisteva già
da tempo, ma che il suo utilizzo ha spopolato con l’arrivo della pandemia di
coronavirus nel marzo 2020, sia richiesta dalla stragrande maggioranza
dei lavoratori che hanno la possibilità di lavorare in maniera agile.
Lo smart working, infatti, se sfruttato in modo corretto, dunque, con diritto a
pause e alla disconnessione, senza abusare del tempo del lavoratore,
permette al dipendente di organizzare al meglio la sua vita lavorativa e
privata.
Ma ad oggi, dopo due anni di pandemia, che cosa vogliono i lavoratori? La
risposta è semplice: l’indagine People at Work 2022: A Global Workforce
View che è stata condotta dall’ufficio studi di Adp ha analizzato il pensiero di
oltre 33.000 lavoratori in 17 diversi Stati.
In un contesto diventato estremamente impegnativo in mezzo a problemi
come l’aumento dell’inflazione e i ritardi nella catena di approvvigionamento, il
sentimento e le esigenze della forza lavoro globale oggi stanno cambiando
rapidamente.
In particolare, i lavoratori sono disposti unicamente ad ottenere un lavoro che
non li costringa a veder compromessa la propria salute, il proprio
benessere psicofisico e il tempo per la famiglia. Inoltre, due lavoratori
dipendenti su tre hanno dichiarato che prenderebbero delle decisioni
importanti, quali il cambiamento del proprio posto di lavoro, qualora fossero
costretti a dover abbandonare lo smart working.
Smart working, una possibilità di lavoro per soli ricchi
Secondo un recente studio di Eurostat lo smart working è una modalità di
lavoro per soli ricchi, o meglio, per soli Paesi e città più sviluppati
economicamente. Andiamo a vedere più nel dettaglio.
I dati di Eurostat evidenziano come solo nelle aree corrispondenti alle grandi
metropoli hanno avuto un incremento della modalità di lavoro dare moto, lo
smart working.
Ma non è finita qui, poiché come dicevamo prima, la crescita dell’utilizzo della
modalità del telelavoro è stata registrata solamente in determinate zone di
questi Paesi. Come evidenzia Domani Editoriale
“La probabilità di lavorare in un settore in cui è consentito lo smart working è
più alta per i redditi più alti.”
Lo stesso quotidiano ha evidenziato come uno studio della Banca d’Italia ha
dimostrato che nel 20% più ricco di tutte le famiglie italiane la quota dei lavori
che possono essere svolti direttamente dalla propria abitazione e di circa il
30% più elevata rispetto alle famiglie meno abbienti.
Insomma, i dati dimostrano che lo Smart Working, nonostante sia largamente
utilizzato da più di due anni, non coinvolga tutti i lavoratori e le aree
indistintamente. Pare proprio che, il tele-lavoro non sia una ‘cosa’ per tutti.
Lavoro, in It

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