LAVORO – Smart working, dietro front del governo: in caso di aumento dei contagi si tornerà a lavorare da casa

Smart working, dietrofront del governo: in
caso di aumento dei contagi si tornerà a
lavorare da casa


di Lara Neri
Lavoro agile sì, lavoro agile no. Se da un lato il governo ha messo un punto
allo smart working emergenziale, dall’altro il ministero della Salute non
esclude un ritorno in massa al lavoro da remoto in caso di una nuova ondata
Covid. Del resto il boom dei contagi in Cina preoccupa, al punto che l’Ue si
prepara ad adottare contromisure condivise per contrastare l’arrivo di nuove
varianti nel Vecchio Continente. Insomma, a tre anni dall’inizio della pandemia
la battaglia contro il virus importato da Wuhan ancora non si è conclusa.
Nuove regole
Oggi le regole dello smart working emergenziale si applicano solo ai lavoratori
fragili del pubblico e del privato, che fino al 31 marzo continueranno a godere
di un trattamento di favore. Per i fragili l’accesso al lavoro agile avviene anche
mediante l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima
categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti.
Ai genitori di figli under 14, invece, il governo ha deciso di negare quest’anno
il diritto allo smart working semplificato. Nelle aziende, inoltre, da questo mese
il lavoro agile è disciplinato da accordi individuali tra dipendente e dirigente,
proprio come avviene nella Pa ormai da diversi mesi. Tuttavia la stretta allo
smart working potrebbe essere solo temporanea. Infatti, la circolare del
ministero della Salute contenente le indicazioni da seguire in caso di
peggioramento della situazione epidemiologica prevede, tra le altre cose, il
ritorno delle mascherine nei luoghi chiusi e il ricorso al lavoro da casa negli
uffici pubblici e privati.
Il documento, intitolato «Interventi in atto per la gestione della circolazione del
SarsCoV2 nella stagione invernale 2022-23», punta a predisporre a livello
regionale un rapido adattamento di azioni e servizi nel caso di aumentata
richiesta assistenziale. Così il ministro Orazio Schillaci: «Siamo per
consigliare, puntiamo sulla responsabilità dei cittadini. Spero non ci sia più
una situazione come quella di tre anni fa, grazie ai vaccini siamo in una
situazione completamente diversa».
L’andamento
Al momento lavorano da remoto circa 3,6 milioni di persone in Italia. Secondo
gli esperti la quota di smart worker dovrebbe crescere leggermente nel corso
del 2023: nel privato diverse aziende stanno aumentando i giorni di lavoro
agile consentiti per abbattere il costo delle bollette e anche nelle pubbliche
amministrazioni ci si aspetta che venga valorizzata ulteriormente questa
modalità di organizzazione del lavoro. A differenza del suo predecessore,
l’attuale titolare della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, considera il lavoro
agile uno strumento utile, a patto che le performance degli statali vengano
adeguatamente monitorate. Intanto il ministero del Lavoro ha chiarito che i
datori di lavoro privati devono inviare la comunicazione di smart working di
inizio periodo della prestazione in modalità agile o di proroga entro 5 giorni
successivi rispettivamente dall’inizio della prestazione in modalità agile o
dall’ultimo giorno comunicato prima dell’estensione del periodo. I datori di
lavoro pubblici devono inviare la comunicazione entro il giorno 20 del mese
successivo all’inizio della prestazione in modalità agile o, nel caso di proroga,
dell’ultimo giorno del periodo comunicato prima dell’estensione del periodo.
fonte: PAMAGAZINE

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