Il Family Act è legge: cosa prevede? Novità sui congedi parentali e strategie per l’occupazione femminile

Happy female distribution warehouse worker standing by trolley in plant. Woman in uniform moving a rack with boxes in warehouse.

Il Family Act è legge: cosa prevede? Novità sui
congedi parentali e strategie per l’occupazione
femminile

Il Family Act è legge: cosa prevede? La ricetta per rivedere i congedi
parentali e favorire l’occupazione femminile, ma anche per sostenere le
spese familiari sull’istruzione e la crescita dei figli fino all’autonomia
abitativa. Il punto sulle novità inserite nel testo approvato
definitivamente in Senato il 6 aprile
Cosa prevede il Family Act? Il Disegno di Legge delega al Governo è stato
approvato in via definitiva il 6 aprile al Senato.
Il testo, pilastro anche dell’assegno unico, contiene la ricetta per rivedere i
congedi parentali, sostenere la genitorialità e favorire l’occupazione femminile
mettendo in campo strumenti che possano migliorare la distribuzione dei
carichi di cura all’interno delle famiglie.
Ricordando il legame delle novità in arrivo con l’attuazione del Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza, la Ministra per le Pari Opportunità Elena
Bonetti prima del voto in Senato ha sottolineato:
“Vogliamo rimuovere e risolvere quelle fragilità che sono state ostacolo allo
sviluppo del Paese. Penso al lavoro femminile, penso alla mancanza di
prospettiva per i giovani, penso al tema della denatalità”.
Un obiettivo, sicuramente ambizioso, del Family Act è quello di introdurre delle
piccole leve per riequilibrare il rapporto che lega lavoro e famiglia.
Il Family Act è legge: cosa prevede? Novità sui congedi
parentali
Una di queste leve è rappresentata sicuramente dalle novità che saranno
introdotte per riformare il sistema dei congedi parentali, compreso quello di
paternità.
Le modifiche devono prendere forma entro 24 mesi dalla data di entrata in
vigore del disegno di legge sul Family Act.
Ma la normativa di riferimento è già in evoluzione, anche grazie agli input che
arrivano dall’UE. Lo scorso 31 marzo, infatti, il Governo ha approvato lo
schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva 2019/1158 finalizzata
a favorire la parità di genere, in ambito familiare e lavorativo, intervenendo
anche e soprattutto su questo fronte.
La direzione tracciata dal disegno di legge va verso i seguenti obiettivi:
● garantire ai genitori lavoratori la possibilità di usufruire dei congedi
parentali fino ai 14 anni di età, ora si ferma a 12;
● introdurre modalità flessibili nella gestione dei congedi parentali, in linea
con i contratti collettivi di lavoro applicati al settore, con un canale
preferenziale per i nuclei familiari monogenitoriali;
● prevedere permessi retribuiti di almeno 5 ore per i colloqui scuola
famiglia e permessi per accompagnare le donne in stato di gravidanza
alle visite a tutela della maternità;
● concedere almeno due mesi di congedo parentale non cedibile per ogni
figlio e premialità in caso di distribuzione equa tra i genitori;
● estendere le tutele anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti.
Il Family Act è legge: cosa prevede sul congedo di paternità: le
novità in arrivo
Le novità del Family Act riguarderanno anche il congedo di paternità, che
negli ultimi cinque anni ha già subito profondi cambiamenti. Anche in questo
caso, il percorso è in parte tracciato dalla direttiva UE 2019/1158.
Dal 2017 ad oggi, i neo papà sono passati da due a 10 giorni di congedo di
paternità retribuito. E a partire dalla Legge di Bilancio 2022 non c’è più
bisogno di un via libera annuale perché è diventata una misura strutturale.
Ma, come annunciato in più occasioni dalla Ministra per le Pari Opportunità
Elena Bonetti, sarà il Family Act a rendere il congedo di paternità uno
strumento molto più incisivo, con effetti positivi sia per gli uomini che per le
donne.
Due le novità più rilevanti:
● si va verso una equiparazione dei lavoratori del settore privato a quelli
delle pubbliche amministrazioni;
● passo dopo passo, si arriverà a un periodo di astensione dal lavoro fino
a novanta giorni lavorativi, tre mesi.
Le novità infine riguarderanno anche il congedo di maternità, con un aumento
dell’indennità obbligatoria.
Il Family Act è legge: cosa prevede? Le novità per favorire
l’occupazione femminile
Sono tutti tasselli di un quadro che dovrebbero portare risultati anche sul
fronte dell’occupazione femminile, che risente fortemente del peso dei
carichi di cura canonicamente affidati alle donne.
Stando alle parole della Ministra Elena Bonetti, il Family Act è anche “una
riforma che investe nel lavoro femminile, perché la maternità non deve essere
più un costo, né personale, né per le imprese e per restituire alle donne quella
libertà e quella dignità che il presidente Mattarella ci ha ricordato essere la
dignità di non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità”.
Come lo fa? Adottando entro la scadenza dei 24 mesi uno o più decreti
legislativi per il riordino ed il rafforzamento delle misure volte ad incentivare il
lavoro femminile e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Saranno due le spinte:
● da un lato si proverà ad alleggerire e ridistribuire i carichi di cura
all’interno delle famiglie: saranno introdotte nuove detrazioni o
deduzioni, sulla base dell’ISEE, per le spese sostenute per servizi
domestici o assistenza di familiari, ma anche novità sulla retribuzione in
caso di assenza dal lavoro per la malattia dei figli;
● dall’altro si favorirà sempre di più la permanenza, il ritorno o l’ingresso
delle donne sul mercato del lavoro con l’introduzione di una serie di
novità, tra queste:
○ agevolazioni per le imprese, come ad esempio la
decontribuzione, per le sostituzioni di maternità, il rientro al lavoro
delle donne e per le attività di formazione ad esse destinate;
○ una quota destinata del Fondo di garanzia per le piccole e medie
imprese riservata specificamente alle nuove imprese femminili e
al sostegno della loro attività per i primi due anni;
○ formazione in materia finanziaria delle imprenditrici e alla
digitalizzazione delle imprese.
Il Family Act è legge: cosa prevede? Le novità a sostegno delle
spese per l’educazione dei figli
A completare il quadro del Family Act sono le misure per sostenere la spesa
delle famiglie per la formazione dei figli e per favorire l’autonomia finanziaria
dei giovani.
Prenderanno forma nuove detrazioni fiscali per le spese di locazione degli
studenti universitari, agevolazioni fiscali sugli affitti o sull’acquisto della prima
casa per le giovani coppie o per le famiglie composte da un solo genitore
under 35 in relazione.
Il perimetro delle novità si estende anche oltre le mura domestiche: per i
genitori più giovani con figli a carico, si prevede un accesso libero a
rappresentazioni teatrali e cinematografiche; che e altri spettacoli dal vivo,
musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche e
parchi naturali ai nuclei.
D’altronde il testo prevede anche specifici benefici per favorire l’educazione
dei figli: dai contributi, anche a copertura totale, del costo dei servizi educativi
per l’infanzia ad agevolazioni che riguardano le spese necessarie per viaggi di
istruzione, per lo sport, il teatro, la musica, per gli strumenti digitali funzionali
allo studio, fino ad arrivare al potenziamento degli strumenti di sostegno alle
famiglie con figli e figlie disabili.
A chiusura del Family Act troveranno, poi, spazio anche incentivi all’autonomia
abitativa dei figli maggiorenni della famiglia d’origine.
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