GIOVANI, SCUOLA E LAVORO – Il 2023 è l’anno degli ITS? Grandi ambizioni, tanta strada da percorrere e una partenza tra riforme da completare, finanziamenti cospicui, ritardi procedurali e numerose domande aperte. Ecco cosa ci aspetta nel nuovo anno dagli Istituti Tecnologici Superiori ….

Il 2023 è l’anno degli ITS?
Grandi ambizioni, tanta strada da percorrere e una partenza tra riforme
da completare, finanziamenti cospicui, ritardi procedurali e numerose
domande aperte. Ecco cosa ci aspetta nel nuovo anno dagli Istituti
Tecnologici Superiori, con TuttoITS a raccontarli


di Gianluca Dotti
Il 2021 doveva essere l’anno degli ITS, con l’arrivo di una riforma ideata per
rilanciare l’istruzione tecnologica superiore anche attraverso il
finanziamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Riforma che tuttavia,
entro il secondo anno di pandemia, non è arrivata. Anche il 2022 doveva
essere l’anno degli ITS, con l’effettiva approvazione della tanto attesa riforma
e quindi l’avvio, a cascata, degli investimenti e delle innovazioni. Sappiamo
però com’è andata: a fronte di una crescita che si consolida in termini di
numero di istituti, di corsi offerti e di studenti iscritti, quell’effetto di slancio e
quel cambio di passo tanto atteso (come conseguenza della riforma) ancora
non s’è visto. Non si può negare che gli ITS siano in ascesa, ma per
raggiungere l’obiettivo annunciato di decuplicarne iscritti e diplomati nel
giro di pochi anni ci vuole ben altro.
Forse, e come TuttoITS lo speriamo di cuore, l’anno degli ITS potrebbe essere
il 2023. Mezzo miliardo di euro è pronto per essere ripartito tra gli istituti e
sarà utilizzato, anzitutto, per finanziare un ammodernamento dei laboratori e
degli strumenti didattici. Un ulteriore miliardo di euro dovrebbe essere alle
porte. Una – almeno temporanea – stabilità politica fa confidare in quel
minimo di continuità indispensabile per avviare processi di lungo corso che
devono impattare sulla formazione e sui punti di contatto tra domanda e
offerta di lavoro nel nostro paese. Una congiuntura economica non
particolarmente favorevole lascia immaginare una ulteriore riscoperta delle
professioni tecniche e tecnologiche, anello indispensabile per consentire
alla nostra economia di essere bilanciata e solida. Una consapevolezza
collettiva del valore degli ITS stessi che, piano piano, si sta diffondendo. E un
indirizzo politico che, al pari di quello del governo precedente, sembra essere
favorevole allo sviluppo del modello ITS.
Ma la missione di questo progetto editoriale non è osannare gli ITS, bensì fare
giornalismo sugli ITS. Ebbene, immaginare che quella che abbiamo di fronte
sarà una cavalcata trionfale è decisamente ottimista. Dal numero di domande
che riceviamo quotidianamente in redazione dai nostri lettori (a
redazione@tuttoits.it), e dall’impossibilità in molti casi di trovare una risposta
ai quesiti che ci vengono posti, dobbiamo trarne il dato di una ancora
profonda confusione per quanto riguarda gli aspetti normativi e
amministrativi legati agli ITS: come è regolato il rapporto tra ITS e
università? Come vengono (o non vengono) riconosciuti i percorsi ITS nei
concorsi pubblici? A queste domande strutturali potremmo aggiungerne
altre che spesso in redazione ci poniamo: come mai ancora così tante
persone ignorano l’esistenza stessa degli ITS? Quali elementi fanno da
collo di bottiglia a un boom di iscrizioni che – dati alla mano – ancora non si
vede? Come superare quell’obsoleto retaggio culturale secondo cui la
formazione tecnica è una formazione di serie B? Con quali strategie si
potrebbe ridurre quel divario di genere ancora così ampio in termini di
frequenza e completamento dei percorsi ITS?
Quello che sappiamo per certo è che il 2023 sarà un anno in cui si parlerà
molto di ITS, per ragioni politiche, economiche, tecnologiche, strategiche e
normative. Noi continueremo a farlo qui su TuttoITS, come sempre in modo
indipendente, trasparente, quanto più possibile oggettivo (consapevoli che
l’oggettività assoluta non esiste), rigoroso e quotidiano, concentrandoci sulla
qualità prima ancora che sulla quantità. Faremo domande – anche
scomode se serve – e cercheremo risposte, a beneficio dei veri destinatari del
nostro lavoro: i lettori. Con l’auspicio che fare giornalismo autentico, sempre
puntuale e all’occorrenza critico, sia il migliore aiuto che possiamo offrire per
fare sì che gli ITS crescano stabili e in salute. E che non solo il 2023, ma
anche tutti quelli successivi, siano gli anni degli Istituti Tecnologici Superiori.
Gli ITS e le tendenze su Google del 2022
In quali regioni l’interesse per gli ITS è stato maggiore? Ecco cosa ci
restituiscono le statistiche di Google
In quale regione il termine “Istituto Tecnico superiore” ha registrato il
maggiore numero di ricerche nel corso del 2022?
Andando a osservare le statistiche di Google scopriamo che il termine ha
suscitato particolare interesse nella regione Lombardia, che si colloca in
prima posizione. La Lombardia è seguita da Veneto e Piemonte. Il valore 100
indica la località con la maggiore frequenza di ricerca, in proporzione al totale
delle ricerche in quello stesso luogo. Quindi, è un valore che tiene conto, per
esempio, delle dimensioni delle regioni o del volume di ricerche effettuate.
Per le regioni non evidenziate non sono stati raccolti dati sufficienti.
Il termine è stato cercato più di frequente tra il 22 e il 28 maggio, tra 11 e 17
settembre e tra il 16 e il 22 ottobre. Il periodo coincide con i momenti di
conclusione della formazione oppure con gli open day e le selezioni per
aprire un nuovo anno di corsi.
Quali informazioni arrivano da Google?
Google ci permette di individuare in quali regioni gli ITS hanno suscitato
maggiore interesse da parte dei cittadini. Le regioni rappresentate potrebbero
essere quelle che hanno puntato maggiormente sulla comunicazione online,
oppure potrebbero essere quelle che hanno maggiore accesso a internet.
I dati sono uno spunto per studiare la comunicazione degli ITS coinvolti e le
proposte formative per capire cosa ha reso interessanti gli ITS su questi
territori agli occhi dei navigatori della rete.
Leggi anche cosa pensano gli studenti e le studentesse degli ITS.
FONTE – TUTTO ITS

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