FISCO – Tregua fiscale, c’è la proroga: tutte le nuove scadenze

Tregua fiscale, c’è la proroga: tutte le
nuove scadenze


Nel decreto 28 marzo approvato dal governo Meloni trovano spazio, oltre
alle misure sulle bollette di luce e gas per famiglie e imprese, anche
importanti novità lato fisco. Ecco come cambia la tregua fiscale
Nel decreto 28 marzo approvato dal governo Meloni trovano spazio, oltre alle
misure sulle bollette di luce e gas per famiglie e imprese, anche
importanti novità lato fisco. Vediamo nel dettaglio cosa cambia.
Le novità del decreto fisco 28 marzo 2023
La prima novità riguarda l’adesione agevolata e la definizione agevolata degli
atti del procedimento di accertamento: vengono prorogati i termini previsti per
la definizione in acquiescenza e viene previsto che possano essere definiti in
acquiescenza gli atti non impugnati e ancora impugnabili al 1° gennaio 2023,
divenuti definitivi per mancata impugnazione nel periodo compreso tra il 2
gennaio e il 31 gennaio.
Altra novità è relativa alla possibilità che viene ora riconosciuta ai contribuenti
di estendere la conciliazione agevolata introdotta con la Legge di bilancio
2023 alle controversie pendenti al 31 gennaio 2023, al posto del 10 gennaio
2023, davanti alle corti di giustizia tributaria di primo e di secondo grado.
La definizione agevolata prevista dalla Legge di bilancio, relativamente ai
processi verbali di constatazione consegnati entro il 31 marzo 2023, si applica
anche all’accertamento con adesione relativo ai provvedimenti impositivi
notificati dopo tale data ed emessi sulla base delle risultanze dei predetti
processi verbali.
Per gli avvisi di accertamento e gli atti di rettifica e liquidazione definiti in
acquiescenza nel periodo tra il 2 gennaio e il 31 gennaio 2023, gli importi
dovuti possono essere rideterminati in base alle disposizioni della Legge di
bilancio su riduzione delle sanzioni e pagamento rateale.
Altra modifica riguarda la regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate a
seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo o mediazione e
conciliazione giudiziale. In particolare, il governo ha stabilito che, per
accedere alla regolarizzazione, l’assenza della notifica della cartella di
pagamento o dell’avviso di intimazione debba riferirsi alla data di entrata in
vigore dell’ultima Legge di bilancio, che ha introdotto appunto questa novità.
Vengono poi modificati i termini previsti dalla Manovra per l’accesso ad alcune
delle misure detentive previste. In particolare:

  1. rinviato al 31 ottobre 2023, al posto del 31 marzo 2023, il termine di
    versamento della prima rata previsto per la regolarizzazione degli errori
    formali
  2. nuovi termini per l’accesso al ravvedimento operoso speciale: deve
    essere fatto entro il 30 settembre 2023, anziché entro il 31 marzo
  3. nuovi termini per la definizione agevolata delle controversie tributarie, la
    conciliazione agevolata e la rinuncia agevolata dei giudizi tributari
    pendenti innanzi alla Corte di cassazione.
    Un’altra novità riguarda le norme della Legge di bilancio sulla
    regolarizzazione, cosiddetto ravvedimento speciale, delle dichiarazioni
    validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre
    2021 e a quelli precedenti: sono escluse dal ravvedimento speciale le
    violazioni rilevabili in sede di controllo automatico delle dichiarazioni dei redditi
    e di dichiarazioni IVA, nonché quelle definibili mediante la regolarizzazione
    delle violazioni formali
    Fisco, per chi cambiano le aliquote Irpef
    Fisco, tutte le nuove scadenze della tregua fiscale
    Ecco qui riassunte le nuove scadenze fiscali divise in 8 rate per il
    ravvedimento operoso speciale:
    30 settembre 2023
    31 ottobre 2023
    30 novembre 2023
    20 dicembre 2023
    31 marzo 2024
    30 giugno 2024
    30 settembre 2024
    20 dicembre 2024.
    Qui tutte le novità relative alla tregua fiscale:
    – Definizione agevolata liti pendenti:
    domanda: 30 settembre 2023
    pagamento in un’unica soluzione o prima rata, fino a 20 trimestrali: 30
    settembre 2023
    pagamento delle rate successive alla prima:
    – seconda rata 31 ottobre 2023
    – terza rata: 20 dicembre 2023
    – per ciascun anno: 31 marzo; 30 settembre; 20 dicembre.
    – Conciliazione agevolata delle controversie tributarie:
    sottoscrizione dell’accordo: 30 settembre 2023
    – Rinuncia agevolata delle controversie in Cassazione:
    rinuncia: 30 settembre.
    Novità per i reati tributari
    Il governo ha dato anche il via libera a cause speciali di non punibilità di alcuni
    reati tributari, in particolare quando le relative violazioni sono correttamente
    definite e le somme dovute sono versate integralmente dal contribuente
    secondo le modalità previste. Si tratta di:
  4. omesso versamento di ritenute dovute o certificate per importo
    superiore a 150mila euro per annualità
  5. omesso versamento di IVA di importo superiore a 250mila euro per
    annualità
  6. indebita compensazione di crediti non spettanti superiore a 50mila euro.
    Nuovo Fondo vittime amianto
    Infine, sempre per quanto riguarda la parte fiscale, il decreto del governo
    Meloni approvato il 28 marzo mette mano a ben due fondi. Viene integrato il
    fondo destinato alle politiche di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei
    processi di pace e di stabilizzazione per l’anno 2023, con una cifra di 44
    milioni di euro.
    E viene creato il Fondo per le vittime dell’amianto a favore dei lavoratori di
    società partecipate pubbliche che hanno contratto l’asbestosi, il tumore
    causato dalla eccessiva esposizione all’amianto durante l’attività lavorativa
    prestata presso i cantieri navali per i quali hanno trovato applicazione le
    disposizioni sul trattamento straordinario di integrazione salariale e sul
    pensionamento anticipato. Si tratta di lavoratori occupati in imprese che
    utilizzano o estraggono amianto, impegnate in processi di ristrutturazione e
    riconversione produttiva. Nel caso in cui il lavoratore sia deceduto per questa
    causa, il Fondo spetta agli eredi.
    fonte: QUI FINANZA

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