FISCO – Avvisi bonari, sanzione al 5 per cento e 5anni per pagare a rate: la misura nella Leggedi Bilancio 2023

Avvisi bonari, sanzione al 5 per cento e 5
anni per pagare a rate: la misura nella Legge
di Bilancio 2023


di Tommaso Gavi – FISCO
Avvisi bonari con sanzione ridotta al 5 per cento e più tempo per pagare,
fino a 5 anni con 20 rate trimestrali. La misura che rientra nella tregua
fiscale è stata spiegata dal Viceministro dell’Economia Leo in conferenza
stampa. I dettagli nel testo in bozza del DDL Bilancio 2023, il punto di
inizio dell’iter parlamentare della Manovra
Avvisi bonari, sanzione ridotta al 5 per cento e più tempo per pagare.
Dopo le anticipazioni del Viceministro dell’Economia Maurizio Leo, la misura
trova conferma nella bozza del Disegno di legge Bilancio 2023.
Nell’ambito della cosiddetta “tregua fiscale” viene prevista la possibilità di
pagare anche a rate trimestrali, con un massimo di 20 nel periodo di 5 anni.
Per le controversie pendenti alla data di entrata in vigore della Legge di
Bilancio 2023, inoltre, è permessa la possibilità di definizione con l’accordo
conciliativo.
Avvisi bonari, sanzione al 5 per cento e 5 anni per pagare a rate:
l’ipotesi nel DDL Bilancio 2023
Per le somme riferite ad avvisi bonari nella bozza del Disegno di Legge
Bilancio 2023 viene prevista una riduzione della sanzione e una dilazione dei
pagamenti.
La prima sarebbe portata a un diciottesimo delle sanzioni previste, ovvero il 5
per cento.
Gli importi potranno essere pagati anche a rate trimestrali (massimo 20), in un
periodo di 5 anni.
La ricetta si inserisce tra le misure della cosiddetta “tregua fiscale”, l’insieme
di interventi in favore dei contribuenti che intendono regolarizzare la propria
posizione nei confronti dell’Erario.
La misura si affianca allo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro e al
versamento del 50 per cento dell’imposta dovuta per le cartelle comprese tra
1.000 e 3.000 euro, per il periodo compreso fino all’anno 2015.
Nella prossima Legge di Bilancio, se confermate al termine dell’iter
parlamentare, ci saranno anche gli interventi relativi agli avvisi bonari già
anticipati dal Viceministro dell’Economia Maurizio Leo nel corso della
trasmissione Quarta Repubblica e nella conferenza stampa del 22 novembre
scorso.
Per le somme non sarà permessa la compensazione e, per le rate
successive alla prima, dovranno essere corrisposti anche gli interessi al tasso
legale.
Uno o più provvedimenti dell’Agenzia delle Entrate successivi all’entrata in
vigore della Manovra dovranno adottare le ulteriori disposizioni necessarie per
l’attuazione della norma.
Il Viceministro aveva difeso la misura rispetto a chi descriveva le ipotesi di
intervento come un “condono”:
“Molti hanno equivocato, “fate i condoni”, questo non è un condono, stiamo
facendo pagare tutta l’imposta, l’unico beneficio che diamo è ridurre la
sanzione. Abbassiamo la sanzione al 5 per cento, anche qui diamo una
dilazione un po’ più lunga e mettiamo in condizione la gente di poter onorare il
debito.”
Avvisi bonari, l’utilizzo dell’accertamento con adesione e
dell’accordo conciliativo
Nel caso in cui un soggetto non abbia dichiarato l’imposta dovuta e abbia
ricevuto un avviso di accertamento, lo stesso potrà utilizzare uno strumento
che è già a disposizione.
In alternativa alla definizione agevolata delle controversie tributarie, nella
bozza del DDL Bilancio 2023, è inserita anche la possibilità di utilizzare
l’accordo conciliativo entro il 30 giugno 2023.
Si tratta dell’istituto disciplinato dall’articolo 48 del decreto legislativo 31
dicembre 1992, numero 546.
Lo strumento può essere adottato in caso di avvisi bonari o altre contestazioni
da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Anche in questa situazione si applicano le sanzioni ridotte a un diciottesimo
del minimo previsto dalla legge, gli interessi e gli eventuali accessori.
Nel caso in cui il soggetto scelga la modalità rateale, la prima rata deve
essere versata entro 20 giorni dalla data di sottoscrizione dell’accordo
conciliativo.
Previste, anche in questo caso, un massimo di 20 rate trimestrali dello stesso
importo.
Le stesse dovranno essere pagate entro i tre mesi successivi al pagamento
della prima rata.
Dovranno inoltre essere corrisposti gli interessi legali calcolati a partire dal
giorno successivo al termine per il versamento della prima rata.
Il beneficio decade se il contribuente non paga una rata entro il termine di
pagamento per la rata successiva.
In tal caso l’ufficio competente provvederà all’iscrizione a ruolo delle somme
dovute, dovrà essere corrisposta la sanzione aumentata della metà
dell’importo in questione.
L’alternativa è stata già spiegata dallo stesso Viceministro dell’Economia
Maurizio Leo nel corso della conferenza stampa del 22 novembre 2022:
“In questi casi hai ricevuto un avviso di accertamento o fai la cosiddetta
quiescenza, accetti tutto quello che ti ha detto il Fisco e c’è una riduzione delle
sanzioni, oppure se non accetti quello che ha detto il fisco ti puoi mettere, e
questa è la novità e il cambio di rotta che vogliamo fare, ti metti seduto a
tavolino con l’ufficio dell’Amministrazione finanziaria ed esponi le tue ragioni.
Ecco la compliance, quello che dovrà essere il tratto distintivo del rapporto
con il Fisco. Ti metti seduto con il Fisco, esponi le tue ragioni e poi sulla base
di un contraddittorio si può arrivare anche a un’imposta più bassa. Pagherai le
sanzioni del 5 per cento, avrai una dilazione lunga ma si realizza quello che è
l’avvicinamento, la compliance, un rapporto più sereno tra contribuenti e
Fisco.”
Si potranno adottare strumenti per favorire il confronto tra il soggetto e
l’Amministrazione Finanziaria, per permettere il recupero di almeno parte
delle somme dovute.
fonte: INFORMAZIONE FISCALE

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