ENERGIA – “Transizione energetica, mettiamo al centro i territori”. Scrive Brighenti (Aess) di Benedetta Brighenti – Presidente dell’Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile

Transizione energetica, mettiamo al
centro i territori. Scrive Brighenti (Aess)
di Benedetta Brighenti – Presidente dell’Agenzia per l’energia e lo sviluppo
sostenibile


I territori devono essere pronti a recepire e installare tutta l’infrastruttura
green che possa permettere al sistema di “reggere” la transizione
elettrica, contemplando anche nuove forme di gestione dell’energia
La transizione energetica e il raggiungimento della neutralità carbonica per i
nostri territori è tanto necessario quanto complesso e delicato. Gli elementi
sollevati dalla presidente Casellati rispetto al voto del Parlamento Europeo
dello scorso 8 Giugno sono centrali ed evidenziano come non ci si debba
trovare nella condizione di scegliere tra posizioni e obiettivi che portino alla
neutralità carbonica senza considerare in che modo questo possa avvenire.
Diversificazione, formule graduali e miste, attenzione alla sostenibilità del
sistema industriale e alle professionalità sono tutti parametri che diventano
fondanti rispetto a una seria transizione, che però deve poter essere prima di
tutto possibile.
È importante ampliare la discussione a tutti i processi e sistemi coinvolti in
questo “timing”, perché se da un lato 12 sono gli anni definiti per la virata del
mercato automobilistico, contemplando che questo possa essere fatto
tenendo in considerazione l’uso di carburanti alternativi e green, 12 sono
anche gli anni in cui i nostri territori devono farsi trovare pronti al recepimento
di questa importante transizione.
Prima di tutto ricordo come la virata elettrica sarà liberatoria rispetto alle
emissioni di CO2, che pesa sul mondo dei trasporti per circa un 30%,
solamente se l’energia in questione verrà prodotta da fonti rinnovabili.
L’Agenzia per l’energia e lo Sviluppo Sostenibile (Aess) è un ente pubblico
che guida gli enti locali da 24 anni nel complesso e lungo percorso che
porterà alla neutralità carbonica e questo ci permette di conoscere molto
approfonditamente cosa voglia dire realizzare e “scaricare a terra” una
progettualità innovativa, quale sia l’infrastruttura necessaria a monte e cosa
voglia dire lanciare un sistema innovativo, sistema senza il quale la sola
transizione del mondo automobilistico risulterebbe completamente inutile.
I territori devono essere pronti a recepire e installare tutta l’infrastruttura green
che possa permettere al sistema di “reggere” la transizione elettrica,
contemplando anche nuove forme di gestione dell’energia, come nel caso
delle Comunità energetiche.
Senza un posizionamento serio e reale della radice della transizione nei
territori correremo il grave rischio sollevato dalla presidente Casellati, che ci si
trovi di fronte non solamente a una transizione irrealizzabile, ma, peggio
ancora, dannosa.
È fondamentale quindi, che tutti gli attori che possono dare un contributo in
questo senso, vengano coinvolti attivamente. La storia ci insegna come tutte
le rivoluzioni industriali hanno comportato difficili passaggi anche sul versante
delle professionalità. Le Università e il mondo della formazione sono attori
senza i quali difficilmente riusciremo ad accompagnare il mercato nella
formazione e nella trasformazione verso queste nuove figure. Necessitiamo di
nuove scienze e conoscenze necessarie per traghettarci verso questa nuova
prospettiva senza creare il grave problema occupazionale di cui parlava la
presidente Casellati.
Unico fattore comune rispetto a ogni analisi rimane l’urgenza: nel 2020 le
emissioni di gas serra a livello nazionale sono diminuite del 27% rispetto al
1990, passando da 520 a 381 milioni di tonnellate di CO2 (Ispra), ma è da
evidenziare come l’obiettivo di riduzione si sia posto al 55% al 2030 e
abbiamo ancora molta strada da fare.
Come Aess guidiamo i Comuni nella lotta contro i cambiamenti climatici,
vediamo attraverso i territori quale sia l’urgenza di fare questa migrazione e
apprezziamo che si stia iniziando ad alzare un ampio e serio dibattito
sull’argomento.
È fondamentale che ci sia dibattito politico e che ci sia una concreta e
approfondita analisi seria e costante, perché il raggiungimento della carbon
neutrality è un’operazione di sistema, un processo che non può che vedere al
centro gli enti locali; partendo da questi si può davvero scrivere la storia di una
transizione reale, applicabile e soprattutto equa, che non lasci indietro
nessuno.

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