Elezioni 2022, le richieste delle imprese alla politica su fisco, lavoro e industria

Elezioni 2022, le richieste delle imprese
alla politica su fisco, lavoro e industria


Proposte di riforma fiscale, meno burocrazia e niente salario minimo: le
richieste delle imprese alle forze politiche in vista del voto il 25
settembre.
di Barbara Weisz
Semplificazioni fiscali e burocratiche, accesso al credito, politica industriale
per le PMI, energia, mercato del lavoro e politiche attive, con critiche a
Reddito di Cittadinanza e Salario minimo: sono i temi fondamentali su cui si
concentrano le richieste che arrivano dal mondo delle imprese alle forze
politiche in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre.
Le principali realtà associative delle imprese stanno infatti presentando in
queste settimane una serie di richieste specifiche alla politica. Vediamo le
principali.
Le proposte delle imprese sul fisco
Ci sono alcuni temi che accomunano tutte o quasi le posizioni, per esempio
sul fronte della riforma fiscale e delle semplificazioni burocratiche. Poi ci
sono proposte più specifiche. Confindustria chiede ad esempio di rivedere
l’IRES e di cancellare l’IRAP.
La ricetta di Confartigianato prevede non soltanto il superamento dell’IRAP
ma anche pari detrazioni fiscali a tutti i redditi da lavoro indipendentemente
dalla categoria reddituale, recupero dei proventi derivanti dalla lotta a
evasione ed elusione automaticamente destinato a ridurre la pressione
fiscale, medesima modalità di tassazione del reddito d’impresa
indipendentemente dalla natura giuridica, tassazione ridotta per le imprese
che assumono dipendenti a tempo indeterminato e sugli extra profitti da
aumenti di produttività, abrogazione o revisione della disciplina delle società di
comodo, modifiche anche sulle perdite fiscali per un loro più rapido recupero,
esclusione degli immobili strumentali dall’IMU.
CNA chiede un fisco più leggero, semplice e orientato allo sviluppo, facendo
alcune proposte specifiche: anche qui l’utilizzo dei proventi all’evasione per
ridurre le tasse, maggiori certezze del diritto e delle procedure, sistema duale
di imposizione nella tassazione dei redditi d’impresa e di lavoro autonomo,
tassazione proporzionale sul reddito che viene lasciato in impresa e
tassazione IRPEF solo sui redditi rientranti nella sfera personale
dell’imprenditore o del professionista, tassazione premiale sui redditi
eccedenti il reddito di riferimento per l’impresa nell’applicazione degli ISA.
Il mercato del lavoro e il salario minimo
Per quanto riguarda il lavoro, sempre Confindustria ritiene sia necessaria una
revisione del sistema di welfare e politiche attive, partendo dal Reddito di
Cittadinanza, e si dichiara contraria all’introduzione del salario minimo per
legge, ritenendo preferibile la contrattazione collettiva e il contrasto al
dumping contrattuale. No al salario minimo legale e sì a una buona
contrattazione collettiva e alla bilateralità da Confartigianato, che invece si
esprime a favore del “lavoro di cittadinanza” e in genere a politiche attive più
efficaci, a meccanismi premiali per le imprese che assumono, a sostegni
all‘imprenditoria femminile. CNA a sua volta punta sulla contrattazione,
chiede nuove riduzioni del cuneo fiscale e misure per favorire formazione e
ricerca di personale specializzato.
Politica industriale per le PMI
PNRR, politiche energetiche e trasformazione green sono ritenuti
tendenzialmente strategici dalle rappresentanze degli industriali. Fra le altre
richieste, segnaliamo che sia Confartigianato sia CNA insistono sulle politiche
industriali per le PMI e il lavoro autonomo, Confartigianato propone misure
specifiche per settori specifici, come agricoltura e turismo, CNA insiste
sull’internazionalizzazione chiedendo fra le altre cose di proseguire con
l’esperienza dei Temporary Manager.
fonte: PMI.IT

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