Elezioni 2022: le richieste dell’ABI ai partiti per la ripartenza del Paese

Elezioni 2022: le richieste dell’ABI ai partiti
per la ripartenza del Paese


di Alessandra Gualtieri
L’ABI scrive ai partiti in relazione ai programmi elettorali in vista del voto
del 25 settembre: misure contro la crisi ma anche per la crescita
I vertici dell’ABI scrivono alle Commissioni parlamentari e ai Partiti offrendo il
proprio contributo nella definizione delle linee programmatiche di natura
tecnica e politica, in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre.
Il documento “Banche per l’Italia” riflette il punto di vista dell’Associazione, il
cui primo concetto chiave è il seguente: siamo ancora in emergenza e dunque
dobbiamo ancora spingere sulla crescita, inclusiva e sostenibile dal punto di
vista ambientale e sociale.
La pandemia e la guerra russo-ucraina rendono necessario che il percorso di
crescita dell’economia italiana non si interrompa, anche perché il livello del
reddito complessivo in Italia è ancora molto inferiore a quello del periodo
precedente all’avvio della grande crisi economica e finanziaria.
Sul ruolo del Paese in Europa, emerge la richiesta di puntare sull’eccellenza
delle imprese, capacità di risparmio delle famiglie e solidità del mondo
bancario.
Per massimizzare il ruolo delle banche a supporto dello sviluppo e della
crescita occorre un quadro regolamentare nazionale e europeo che sappia
perseguire la stabilità avendo come obiettivi la crescita sostenibile,
l’occupazione e la competitività.
Un nuovo quadro normativo
In particolare, occorrono Testi Unici europei delle Banche, della Finanza, del
Fallimentare e del diritto penale dell’economia. Nello specifico:
● Va completata l’Unione Bancaria Europea, definendo regole per
la gestione delle crisi di banche di minori dimensioni.
● Le norme UE sulle banche devono far crescere l’economia in
modo sostenibile, a beneficio di famiglie e imprese.
● Il recepimento di Basilea 3+ non deve aumentare il divario
competitivo con gli Stati Uniti.
● Occorre rivedere il limite dell’1% fissato dall’Autorità Bancaria
Europea (EBA) nell’ambito delle definizioni di default, in caso di
ristrutturazione/allungamenti dei prestiti, per rendere tutelare le
imprese sane ma in temporanea difficoltà
● Proporzionalità della regolamentazione e supervisione bancaria
devono tutelare la libertà di impresa, in coerenza con i principi
delle norme nazionali e costituzionali.
● Il quadro normativo deve facilitare la transizione delle imprese,
specie di minori dimensioni che, pur non rispettando le
classificazioni di sostenibilità europee (Tassonomia) hanno piani
credibili per l’adozione di sistemi e processi più sostenibili.
● Niente penalizzazione (ponderazione diversa da zero/limiti di
concentrazione) nel possesso di titoli di Stato da parte delle
banche europee.
● Occorre rivedere le regole NPL sugli automatismi negli
accantonamenti sui crediti deteriorati al trascorrere del tempo
(calendar provisioning).
● La nuova Autorità Europea per il contrasto del riciclaggio deve
avere sede in Italia, vista la carenza nel nostro Paese di altre
Istituzioni finanziarie europee.
Misure per il credito e la competitività
Le normative nazionali devono essere allineate al quadro europeo e si devono
rimuovere i vincoli strutturali attivando politiche economiche chiare e stabili
per recuperare competitività.
● Migliori condizioni di accesso alle risorse del PNRR.
● Politiche economiche subito operative e meno interventi a
pioggia.
● Un quadro di certezza giuridica e parità di condizioni tra banche e
operatori in tema di innovazione tecnologica.
● Presidiare gli sviluppi legislativi europei in tema di finanza digitale
ed Euro digitale.
● Interventi di politica economica in ottica di sostenibilità ambientale
e sociale.
● Efficace contrasto dell’evasione fiscale.
● Tutelare il potere di acquisto dei lavoratori senza automatismi che
alimentino spirali inflazionistiche.
● Incentivare gli investimenti a medio e lungo termine con il
contributo degli investitori istituzionali.
● Meno decreti attuativi e più stabilità nelle normative.
● Certezza del diritto, piena legalità, efficientamento della giustizia
civile.
● Investimenti pubblici in infrastrutture incentivando la finanza di
progetto.
● Incentivare il rafforzamento patrimoniale delle imprese.
● Rafforzamento dei fondi di garanzia per imprese e famiglie,
rimuovendo i vincoli e chiarendo con la Commissione Europea i
profili di rilievo sulla disciplina degli aiuti di Stato.
● Certezza alla cessione dei crediti derivanti dai bonus edilizi,
semplificando le procedure e chiarendo il tema delle
responsabilità.
● Ridurre il cuneo fiscale e il costo del lavoro, con misure per la
flessibilità in entrata e in uscita volte al ricambio generazionale.
L’evoluzione del lavoro
L’ABI suggerisce al mondo della politica di superare i paradigmi tradizionali e
valutare, anche nel lavoro dipendente, aspetti prossimi al lavoro autonomo,
valorizzando la contrattazione collettiva.
● Incentivi per l’occupazione giovanile per un arco temporale
predefinito.
● Incentivi fiscali prolungati per investimenti nel Mezzogiorno.
● Attuare progetti formativi in cui i giovani possano essere seguiti
dalle università ma come veri tutor e non con mero controllo
burocratico.
fonte: PMI.IT

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