CURIOSITA’ – La classifica delle province più vivibili – Qualità della vita

La classifica delle province più vivibili
Qualità della vita


La 33ª indagine sulla Qualità della vita del Sole 24 Ore certifica la
leadership di Bologna, seguita sul podio da Bolzano e Firenze.
Un’edizione, quella di quest’anno, che dà ampio spazio alle ricadute sul
territorio dei grandi shock 2022: guerra in Ucraina, caro-energia,
inflazione
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di Marta Casadei e Michela Finizio
L’eredità lasciata dal Covid e i primi segnali di recessione economica. La crisi
inizia a mordere sul territorio, soprattutto nel Mezzogiorno, allargando il divario
con il resto del Paese. Affiorano i primi sintomi di una popolazione sotto shock
per la corsa dei prezzi: le famiglie restano schiacciate sotto il peso di
un’inflazione mai così alta dai primi anni Ottanta e il caro energia si abbatte su
imprese e amministrazioni locali, in difficoltà nella gestione dei budget.
Di questi fenomeni è cartina di tornasole la 33ª edizione della Qualità della
vita del Sole 24 Ore. L’indagine fotografa il livello di benessere nei territori in
base a 90 indicatori, di cui 40 aggiornati al 2022.
Bologna e Firenze sul podio
Dalla classifica 2022 risulta Bologna la provincia italiana in cui si vive meglio: il
capoluogo emiliano torna in vetta alla classifica generale della storica indagine
che viene pubblicata ogni anno, dal 1990. Si tratta della quinta medaglia d’oro
dopo quelle conquistate nel 2000, 2004, 2011 e 2020. Sul podio ci sono anche
Bolzano, habitué della top dieci che quest’anno sale al secondo posto, e
Firenze, terza dopo una scalata di otto posizioni rispetto al 2021, che
diventano 24 se si fa un salto indietro al 2020. Quello di Firenze è un grande
ritorno: per ritrovarla in testa bisogna risalire al 2003, quando vinse la 14ª
edizione, nell’anno in cui dilagava la psicosi della Sars e iniziava la guerra in
Iraq, oppure al 2015 quando sfiorò il podio, piazzandosi al quarto posto.
Emilia e Toscana in testa
Le due città metropolitane fanno brillare l’Emilia e la Toscana, che rafforzano
in generale le proprie performance in chiave positiva. Tra le prime dieci entra
anche Parma al 9° posto, con Reggio Emilia a breve distanza al 13°. E in cima
alla classifica ci sono anche altre tre province toscane: Siena insegue Firenze
e arriva al 4° posto (+11 posizioni), e Pisa è decima (+12 posizioni). A
premiarle sono soprattutto i piazzamenti nelle categorie «Cultura e tempo
libero», dove vince Firenze e Siena è quarta; e «Ambiente e servizi», dove
vince Pisa e Firenze è sesta.
Trento e Bolzano salde, Lombardia su due binari
Resta salda la leadership nella Qualità della vita del Trentino Alto Adige, con
la già citata medaglia d’argento a Bolzano e la provincia di Trento al 5° posto.
Viaggia su due binari la Lombardia, che mantiene comunque sei territori tra i
primi 30 classificati: guadagnano terreno Cremona (11ª, +26 posizioni),
Bergamo (14ª, +25 posizioni), Sondrio (15ª, + 14 posizioni) e Lodi (49ª, + 8
posizioni); mentre retrocedono le altre tra cui Como (-11) e Mantova (-16).
Scende anche Monza e Brianza (-9) nonostante il successo nella seconda
edizione dell’indice tematico dedicato alla qualità della vita delle donne.
Milano, Roma e Torino in discesa
Peggiorano, in particolare, le performance di alcune città metropolitane.
Milano – che nel 2022 era in seconda posizione– resta nella top ten ma
scivola all’ottavo posto sotto il peso degli indicatori di «Ricchezza e consumi»
che quest’anno premiano realtà più “piccole”: sempre in testa in «Affari e
lavoro», viene penalizzata, tra le altre cose, dalla elevata incidenza (arrivata
oltre il 60% in città) dei canoni di locazione sul reddito medio, diventata ormai
insostenibile.
Roma perde ben 18 posizioni e si attesta al 31° posto, poco sotto Genova
(27ª). Alla Capitale va il record negativo nell’indice di litigiosità (cause civili
iscritte nei tribunali nel primo semestre di quest’anno) e il terz’ultimo posto
nell’indice sintetico che attraverso 12 sotto-indicatori fotografa il benessere
delle generazioni più giovani.
Seguono Torino al 40° posto (-12 rispetto al 2021), Palermo all’88° e Napoli al
98°, in discesa di otto posizioni: la prima penalizzata dalla scarsa qualità
dell’aria e dall’elevata incidenza di crimini denunciati; la seconda dall’alta
quota di beneficiari di reddito di cittadinanza e dai modesti depositi bancari; la
terza dalla più elevata densità abitativa e dal record negativo di rapine su
strada.
Record storici e new entry
Alcune classifiche tematiche vedono primeggiare altre province più piccole,
spesso benestanti, a discapito invece delle aree più grandi e popolate. Ad
esempio nella graduatoria di «Ricchezza e consumi», arricchita quest’anno da
due indici che misurano l’inflazione, vince Belluno, seguita da Bologna e
Bolzano. Pisa invece è l’outsider in cima alla classifica relativa ad «Ambiente
e servizi» che premia anche Siena e Aosta, mentre Oristano scalza
Pordenone in testa a «Giustizia e sicurezza» con Sondrio in terza posizione. A
Bologna, prima in «Demografia, salute e società», trainata dai parametri che
misurano i livelli di istruzione, seguono Modena e Roma. E subito dopo
Firenze, prima alla voce «Cultura e tempo libero», si incontrano Trieste e
Gorizia.
Il Mezzogiorno, sul fondo la Calabria
Dai numeri emerge l’urgenza per alcuni territori di investire nel digitale, nelle
rinnovabili, nella sanità e nell’istruzione. Ai record spalmati tra Nord e Centro,
fanno da contraltare i piazzamenti del Sud, ancora in coda alla classifica.
Crotone veste la maglia nera per il terzo anno, collezionando record negativi
anche nelle sottoclassifiche: è ultima in «Ricchezza e consumi» e «Cultura e
tempo libero». Al di là del singolo caso (si veda a pagina 22), quello che vede
nel Mezzogiorno il fanalino di coda del Paese è un fenomeno esteso e
radicato.
Le posizioni dall’81ª alla 107ª sono tutte occupate da province del Sud,
incluse alcune aree metropolitane come Palermo, Catania (91ª) Napoli,
Taranto (101ª) e Reggio Calabria (102ª). Le calabresi, in particolare, si
concentrano tutte dalla 95ª posizione in poi. Risalendo dal fondo, le prime non
del Mezzogiorno che si incontrano in graduatoria sono (Latina 80ª) e
Frosinone (79ª). Poco più in alto la prima del Nord, Rovigo, che scivola al 77°
posto perdendo 16 posizioni.
NOTA METODOLOGICA
Novanta indicatori in sei gruppi
Anche quest’anno l’indagine della Qualità della vita del Sole 24 Ore prende in esame
90 indicatori, suddivisi nelle tradizionali sei macro-categorie tematiche (ciascuna
composta da 15 indicatori) che accompagnano l’indagine dal 1990::

  1. ricchezza e consumi;
  2. affari e lavoro;
  3. ambiente e servizi;
  4. demografia, società e salute;
  5. giustizia e sicurezza;
  6. cultura e tempo libero.
    L’aumento da 42 a 90 indicatori, proposto già dal 2019, consente di misurare molti
    aspetti del benessere. Gli indicatori sono tutti certificati, forniti al Sole 24 Ore da fonti
    ufficiali, istituzioni e istituti di ricerca.
    Il punteggio da mille a zero
    Per ciascuno dei 90 indicatori, mille punti vengono dati alla provincia con il valore
    migliore e zero punti a quella con il peggiore. Il punteggio per le altre province si
    distribuisce in funzione della distanza rispetto agli estremi (1000 e 0). In seguito, per
    ciascuna delle sei macro-categorie di settore, si individua una graduatoria
    determinata dal punteggio medio riportato nei 15 indicatori, ciascuno pesato in modo
    uguale all’altro (1/90). Infine, la classifica finale è costruita in base alla media
    aritmetica semplice delle sei graduatorie di settore.
    I dati aggiornati al 2022
    L’indagine della Qualità della vita, pubblicata sempre alla fine dell’anno in corso,
    prende in esame i dati consolidati relativi ai 12 mesi precedenti. Alcuni parametri,
    però, sono aggiornati al 2022 (a metà anno, se non addirittura a novembre) con
    l’obiettivo di tenere conto degli effetti dei grandi eventi che hanno scandito l’anno in
    corso. In alcuni ambiti, infatti, le performance dell’anno scorso sarebbero risultate
    superate dai fatti e avrebbero restituito una fotografia ormai invecchiata rispetto
    all’attualità. Negli ultimi mesi tre grandi shock hanno colpito la popolazione:
    l’inflazione, il caro energia e la guerra in Ucraina. Così, nell’indagine di quest’anno si
    contano ben 34 indicatori su 90 riferiti al 2022.
    Gli indici sintetici
    Nell’indagine sono presenti una decina di “indici sintetici” pubblicati nel corso
    dell’anno, che a loro volta aggregano più parametri in modo tematico, elaborati da
    istituti terzi o direttamente dal Sole 24 Ore. Tra questi, ad esempio, l’Indice di
    sportività di PtsClas, Ecosistema urbano di Legambiente (da cui è estratto anche
    l’indice della qualità dell’aria), l’IcityRank di Fpa e i “nuovi” indici elaborati dal Sole 24
    Ore (l’indice del clima e gli indici della Qualità della vita di bambini, giovani e anziani e
    delle donne).
    Anche quest’anno i dati raccolti alla base dei punteggi sono resi disponibili online:
    sono scaricabili in formato machine readable (che consente il riuso e la
    rielaborazione, eccetto per uso commerciale) nella pagina GitHub del Sole Ore da
    parte di cittadini, ricercatori, media e decisori. Si tratta di dati raccolti da fonti
    istituzionali (come il ministero dell’Interno o della Giustizia, Istat, Inps, Agcom, Siae e
    Banca d’Italia) oppure forniti alla redazione da realtà certificate. Tra queste ultime,
    Scenari immobiliari, Crif, Cribis, Prometeia, Iqvia, Tagliacarne e Infocamere.
    fonte: SOLE 24 ORE

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