CREDITO ED INCENTIVI – Bonus Sud, l’incentivo diventerà strutturale?

Bonus Sud, l’incentivo diventerà strutturale?


di Tommaso Gavi – INCENTIVI ALLE IMPRESE


Il Bonus Sud potrà diventare strutturale? Due sono i vincoli per
prevedere l’incentivo a regime: i limiti della normativa comunitaria e il
nodo delle risorse. La risposta della sottosegretaria al MEF Albano nelle
interrogazioni a risposta immediata presso la commissione Finanze
della Camera del 18 gennaio 2023
Tra le novità previste con la Legge di Bilancio 2023 c’è la proroga per l’anno in
corso del cosiddetto “Bonus Sud”.
Il credito d’imposta per gli investimenti, che può arrivare fino al 45 per cento
delle spese sostenute, diventerà strutturale?
Indicazioni sulla linea del Governo arrivano nel corso delle interrogazioni a
risposta immediata presso la Commissione Finanze della Camera di oggi, 18
gennaio 2023.
La sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze Lucia Albano
chiarisce che rendere l’incentivo strutturale potrebbe essere non coerente con
il quadro normativo e i vincoli europei.
Ulteriore nodo da sciogliere è quello delle risorse: la proroga della misura
costerebbe circa 1,5 miliardi di euro all’anno.
Bonus Sud, l’incentivo diventerà strutturale?
Tra i temi discussi nel corso delle interrogazioni a risposta immediata,
che si è svolta oggi 18 gennaio 2023 presso la Commissione Finanze della
Camera, c’è il Bonus Sud.
Il quesito posto all’Esecutivo riguarda la possibilità di rendere strutturale la
misura che riconosce un credito d’imposta, per gli investimenti nelle Regioni
del Mezzogiorno, che può arrivare fino al 45 per cento delle spese sostenute
dalle imprese.
Sebbene non venga del tutto esclusa la possibilità di prevedere l’incentivo a
regime, la sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze Lucia
Albano mette in evidenza le criticità della scelta di rendere strutturale
l’agevolazione.
Il primo limite è rappresentato dal quadro normativo comunitario. Ai sensi
dell’articolo 1 comma 107 della legge citata l’agevolazione è concessa alle
condizioni e nei limiti del regolamento UE numero 651/2014, che dichiara
alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno sulla base degli
articoli 107 e 108 del TFUE.
Tale misura rientra tra quelle in deroga all’articolo 107 del TFUE, richiamato
dalla sottosegretaria Albano, la quale chiarisce quanto di seguito riportato:
“l’articolo 107 del TFUE prevede che, salvo deroghe contemplate dai trattati,
sono incompatibili con il mercato interno nella misura in cui incidono sugli
scambi degli Stati membri gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante
risorse statali sotto qualsiasi forma che favorendo talune imprese o talune
produzioni falsino o minaccino di falsare la concorrenza.”
La misura è stata comunicata in esenzione da notifica della Commissione
europea fino al 31 dicembre 2022.
Anche la proroga dovrà essere comunicata nel rispetto dei limiti e delle
condizioni previste dal regolamento vigente.
La deroga può essere concessa per un periodo limitato, così come quello
attualmente stabilito per l’agevolazione. Prevedere tale misura a regime
potrebbe essere incompatibile con il quadro normativo comunitario.
La sottosegretaria Albano evidenzia quanto di seguito riportato:
“La proposta di introduzione di una disposizione volta a rendere strutturale il
beneficio sembra presentare profili di criticità alla luce della disciplina europea
in materia di Aiuti di Stato.”
Prevedere a regime l’incentivo potrebbe essere incoerente, nel lungo periodo,
con il quadro normativo europeo di riferimento.
Bonus Sud: il nodo delle risorse
Un secondo aspetto che rende molto complesso prevedere l’incentivo per gli
anni a seguire è legato proprio alle risorse necessarie per la proroga
dell’agevolazione.
Il “costo” dell’intervento previsto dalla Legge di Bilancio 2023 si attesta su
quasi un miliardo e mezzo di euro.
La stessa somma è stata riportata dalla sottosegretaria al MEF, la quale ha
spiegato quanto segue:
“La proroga del beneficio comporta un onere in termini di perdita di gettito di
1.467.000 euro. Pertanto l’introduzione di una norma finalizzata a rendere
strutturale il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno
determinerebbe un onere su base annua per il quale occorrerebbe trovare a
regime idonei mezzi di copertura finanziaria. Salvo deroghe contemplate dai
trattati.”
Per prevedere la possibilità di mantenere la misura anche per gli anni a venire
si dovrà considerare circa un miliardo e mezzo di euro per ciascun anno in cui
si intende prorogare l’intervento per favorire gli investimenti nelle Regioni del
Sud: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna,
Abruzzo.
Regolamento della commissione europea, che permette di adottare la misura
in questione, ha una durata nel tempo. La validità è prevista fino al 31
dicembre 2023. Per il futuro dell’agevolazione si dovrà quindi attendere
eventuali modifiche del regolamento in questione.
Le stesse date e scadenze sono previste anche per l’accesso ai crediti
d’imposta per gli investimenti nelle ZES, Zone Economiche Speciali, e nelle
ZLS, Zone Logistiche Semplificate. La proroga della Legge di Bilancio 2023 si
applica anche a tali agevolazioni.

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