Bandi PNRR per digitalizzare i Comuni, i dieci concetti fondamentali per capire gli avvisi

Bandi PNRR per digitalizzare i Comuni, i
dieci concetti fondamentali per capire gli
avvisi

Dal significato di Lump Sum alla struttura dei bandi, fino al
cronoprogramma delle scadenze e alla gestione della governance: i
cinque avvisi del Ministero dell’Innovazione e Transizione Digitale per
digitalizzare i Comuni presentano aspetti coerenti che è utile
approfondire per interpretare al meglio ogni punto dei bandi
di Andrea Tironi
Project Manager – Digital Transformation
I cinque avvisi del Ministero dell’Innovazione e Transizione Digitale relativi a
bandi per la digitalizzazione dei Comuni possono risultare complicati dacomprendere: ecco un vademecum con i dieci concetti fondamentali per
capirli al meglio.
Lump sum, erogazione dei fondi per obiettivi
Nell’articolo 1 di ogni bando si parla di Lump Sum. “Lump sum tax” è
un’espressione inglese («imposta in somma fissa») usata per indicare un
sistema di imposizione fiscale forfettario non strettamente legato alla base
imponibile. Negli avvisi è un concetto importantissimo e innovativo:
l’erogazione dei fondi avviene per obiettivi (secondo il modello introdotto dal
Fondo Innovazione) e non per spese . Quindi se un ente certifica secondo le
modalità indicate nell’articolo 13 di ogni avviso che si sono conseguiti gli
obiettivi, si riceveranno i fondi, senza dover allegare fatture.
La struttura degli avvisi
A differenza di altri bandi di altri ministeri che pur essendo dello stesso
ministero avevano struttura diverse (ad esempio la parte di Dotazione
Finanziaria era una volta l’articolo 4 una volta l’articolo 5) i bandi del DTD
sono a struttura uniforme, ovvero il sommario indicato ad inizio bando (cosa
non scontata in tutti i bandi) è strutturalmente simile.
esempio:
● articolo 4 è sempre Dotazione Finanziari,
● articolo 13 è sempre Modalità di Erogazione e rendicontazione.
Ma non solo.
Anche gli allegati hanno sempre la stessa struttura:
● allegato 1: vocabolario
● allegato 2: note tecniche (1 o più)
● allegato 3: facsimile domanda di contributo
● allegato 4: principi DNSH
● allegato 5: facsimile domanda di erogazione
Questo rende la lettura e la fruizione dei bandi molto simile e snella. Tanto
vero che ai più “informatici” in riferimento agli allegati 2 sul bando cloud,
veniva quasi da chiedere la possibilità di avere un elenco delle sole differenze
tra documenti per il 99% uguali. Facendo infatti una comparazione di dueallegati di tipo 2 del bando sul cloud (ad esempio l’allegato riferito ai comuni
sotto i 2.500 abitanti e tra 2.501 e 5.000) si può notare come le differenze
importanti siano indicativamente attorno alle 20 dal punto di vista testuale e
quelle informative ancora meno (numero di abitanti, servizi e importi).
Infine anche il portale padigitale2026.gov.it. progettato non secondo
“antiche interfacce modulari” ma con una UX più moderna e accattivante,
rende la candidatura (e la classificazione del bando cloud) più facile da
completare, al netto delle conoscenze necessarie alla compilazione.
L’articolo 13 sulla rendicontazione
L’articolo 13 è fondamentale per ogni bando perché esplicita chiaramente
cosa si dovrà presentare per la rendicontazione. Prendendo ad esempio il
bando cloud, il comma 3 in particolare dice:
“Alla domanda di erogazione del finanziamento predisposta dal Soggetto
Attuatore di cui al precedente comma 1, dovranno essere allegati:
a. il certificato di regolare esecuzione del RUP;
b. l’eventuale check list applicabile compilata secondo le linee guida di cui
all’Allegato 4.
c. contratto/i con il/i fornitore/i di Cloud Qualificato utilizzato/i come
destinazione della migrazione.
Il Soggetto Attuatore, come previsto dall’Allegato 2, dovrà dare comunicazione
del rilascio in esercizio del singolo servizio tramite la piattaforma compilando i
Questionari di Assessment con lo stato completato”.
Quindi per raggiungere l’obiettivo servono dei documenti che lo certifichino,
ma non fatture e spese. Il contratto in particolare serve a certificare la
migrazione superando la sola autodichiarazione, non per vedere il quadro
economico.
La retroattività
I bandi permettono di rendicontare non solo le attività eseguite nel futuro, ma
anche attività eseguite nel passato. In particolare ad esempio per il bando
cloud si parte da attività avviate (quindi non concluse, ma avviate) a partire dal
01.02.2020. Ovvero si possono rendicontare attività indietro di due anni.In particolare:
Misura Termine
Partecipazione
A decorrere
da
1.4.3 pagoPA 02.09.2022 01.04.2021
1.4.3 App IO 02.09.2022 01.04.2021
1.4.4 Identità Digitale SPID e CIE 02.09.2022 01.02.2020
1.2 Abilitazione al Cloud per le PA Locali 22.07.2022 01.02.2020
1.4.1 Esperienza del Cittadino nei servizi
pubblici 02.09.2022 01.02.2020
La data di erogazione dei fondi
Vero che ai bandi è possibile candidarsi entro il 02.09.2022 (tranne che per il
cloud la cui data è anticipata al 22.07.2022), del resto la data di partenza per
richiedere i fondi è per tutti il 15.10.2022, una sorta di possibile “maxi click
day” in cui tutte le pubbliche amministrazioni correranno a chiedere
l’erogazione dei fondi per i servizi già completati (che con buon probabilità
potrebbero essere: spid e cie, pagoPA e IO).
Questo comporterà alcune domande da porsi:
● aspetto e dichiaro più servizi?
● faccio subito la domanda con i servizi che ho per non rischiare di
perdere i fondi?
Questa domanda vale sia per la candidatura che per la parte di erogazione.
La fase di progettazione
Ogni bando richiede di aver già ragionato su cosa si vuole fare (o indicare
quanto si è già fatto). Si tratta quindi di una candidatura progettuale e
puntuale, non quantitativa. Ad esempio per il bando cloud, dovrò specificare i
servizi che migrerò e relativa modalità di migrazione (Lift&Shift o
Repurchase/Refactoring/Replatform), oppure per pagoPA i servizi che poterò
o ho portato su pagoPA, non solo il numero di servizi.Le scadenze
Per ogni bando è previsto:
● un periodo di candidatura (come detto entro 02.09.2022, tranne che per
bando cloud che è il 22.07.2022)
● un periodo di assegnazione al fornitore dei lavori che inizia dopo l’atto di
finanziamento (6 o più mesi dal decreto di finanziamento, dipendente
dall’avviso e dalla dimensione dell’ente). L’atto di finanziamento è
redatto entro 5 giorni dall’analisi della candidatura che avviene ogni 30
giorni per le domande emesse negli ultimi 30 giorni
● un periodo di esecuzione che parte dall’assegnazione al fornitore e dura
9 mesi o più)
Il tutto secondo un cronoprogramma che mira a conseguire gli obiettivi-Paese
del PNRR sotto indicati:
Il principio DNSH – Do No Significant Harm
Il principio Do No Significant Harm (DNSH) prevede che gli interventi previsti
dai PNRR nazionali non arrechino nessun danno significativo all’ambiente:
questo principio è fondamentale per accedere ai finanziamenti del RRF.
Inoltre, i piani devono includere interventi che concorrono per il 37% delle
risorse alla transizione ecologica.In ogni bando è incluso l’allegato 4 che indica quali checklist considerare per
seguire il principio DNSH in particolare per:
● computer
● cloud (ad. esempio la ISO 14.001 o equivalenti).
Non sono presenti i server proprio perché i comuni non dovrebbero comprarli,
come teoricamente non dovrebbero acquistare pc per gli avvisi (possono
eventualmente farlo con i fondi rimasti).
Importante che i CSP su cui si porteranno i servizi con il bando cloud e il
bando servizi digitali oltre a essere CSP qualificati nel marketplace Agid siano
anche “DNSH compliant” anche perchè nella rendicontazione (articolo 13)
questa checklist di compliance al DNSH va dichiarata.
Come impiegare i fondi
Prima considerazione. Nell’ipotesi che si riceva più di quanto si è speso (cosa
non improbabile), cosa fare della differenza?
Il consiglio è:
Indire di disporre la destinazione delle risorse in un fondo nella disponibilità
del PEG assegnato al RTD. I tempi del PNRR sono lunghi e le nuove
implementazioni comporteranno nuovi canoni ripetitivi che non potranno
ricadere sul bilancio corrente almeno fino a quando gli interventi non
produrranno in tempi congrui effetti positivi anche sul piano economico.
Nei bandi che prevedono canoni (es. cloud) è previsto il contributo per il primo
anno di pagamento del canone cloud, del resto il canone andrà pagato anche
per gli anni successivi, quindi quanto indicato sopra riteniamo sia un ottimo
consiglio.
Seconda considerazione. Ricordiamo che tutti i fondi erogati sono in conto
capitale e non in spesa corrente, perlomeno dalle ultime indicazioni ricevute.
Terza considerazione. Sarebbe importante fare in modo che i fondi che
avanzeranno, non vengano spesi in “asfaltature di strade” ma in digitale, come
previsto dai bandi e dalla strategia nazionale. Vedi considerazione uno.
Quarta considerazione. Spendere il meno possibile incassando il più possibile
ovvero avanzando il più possibile è sicuramente una “bad practices”. Se ci sirende conto che raggiungendo gli obiettivi del bando si ottengono dei risparmi
consigliamo di:
● fare “digitalizzazione utile”, ovvero
● scegliere (ad esempio) per il bando servizi digitali, servizi da
migrare con strutture diverse come indicato nell’allegato 2 del
bando, allo scopo di poter riusare la struttura per altri servizi in
futuro oppure per altri servizi sempre nel bando
● realizzare anche le parti opzionali (es. per spid e cie, inserire
anche accesso con eidas)
● evitare di usare i fondi per fare mera informatizzazione: comprare pc,
comprare apparati, non reingegnerizzare processi
● massimizzare l’utilizzo dei fondi e non dei risparmi: l’obiettivo è
trasformare la PA mediante trasformazione digitale. Usare tutti soldi per
raggiungere questo obiettivo è lo scopo primario, quindi lo scopo
primario non è fare il minimo necessario avanzando soldi, ma usarli tutti
per fare di più di quanto richiesto dall’avviso e generare impatto interno
(backoffice) e esterno (aziende e cittadini) all’ente.
● formare il personale interno all’ente al cambiamento in corso
rendendolo partecipe
La governance
Per riuscire in tutti gli obiettivi indicati è importante fare una cabina di regia dei
progetti che includa:
● ragioneria
● ufficio preposto
● ufficio RTD
● segretario comunale
● amministratori
Eventualmente
● software house (se di fiducia)
● enti terzi (in house, centri di competenza, personale del mitd sui
territori) che aiutino a stagliare una roadmap e supportino in una
pianificazione di medio periodo delle attività finanziabili dai bandi
nell’ottica del piano triennaleFare di più con le economie di scala
Importante è valutare anche le ottimizzazioni e le economie di scala.
Facciamo alcuni esempi:
● un servizio digitale del bando servizi digitali può essere inserito anche
nel bando cloud? la risposta e’ SI (almeno a quanto è dato sapere ad
oggi).
● Questo servizio potrebbe essere pagato con pagoPA, acceduto con
SPID e CIE e quindi concorrere anche a questi bandi: SI (almeno a
quanto è dato sapere ad oggi).
L’ottimizzazione di questi ragionamenti potrebbe portare ad interessanti
considerazioni. Ricordiamo del resto di usare le ottimizzazioni per “fare di più”
non per risparmiare di più.

FONTE – AGENDA DIGITALE

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