ANALISI E COMMENTI – Superbonus e Reddito di Cittadinanza nel mirino: monito del Fondo Monetario Internazionale all’Italia

Superbonus e RdC nel mirino: monito
del FMI all’Italia


Il PIL rallenta al 2,5% nel 2022, 1,75% il prossimo anno: lo scrive il Fondo
Monetario Internazionale al termine della missione di ricognizione
annuale nella Penisola
Il Fondo Monetario Internazionale mette ancora una volta sotto la lente –
come già successo in passato – il Reddito di Cittadinanza.
RdC e Superbonus, monito all’Italia
“Il recente rafforzamento dei requisiti sull’accettazione di un lavoro e i
collegamenti alla formazione del reddito di cittadinanza sono dei passi
benvenuti, ma per evitare la dipendenza dal welfare e una disincentivazione
del lavoro bisognerebbe prevedere gradualità nella perdita del sostegno
rispetto alla percezione di reddito. E il livello del sussidio è elevato – dice il
Fmi – rispetto al costo della vita in alcune zone del paese”.
Non solo. Nel rapporto stilato al termine della missione di ispezione annuale in
Italia, arrivano rilievi anche sul “Superbonus” edilizio al 110% con la
raccomandazione di rafforzare i controlli esistenti sui meccanismi di
approvazione dell’incentivo, perché “limiterebbe il rischio di eccessi di spesa,
che potrebbero verificarsi a causa della domanda molto elevata nel contesto
delle spese ammissibili al sussidio”.
Italia, PIL rallenta nel 2022
In dettaglio, la crescita annua è stimata attestarsi su livelli più moderati, circa il
2,5% nel 2022 e l’1,75% nel 2023. Lo afferma il FMI al termine della missione
in Italia. L’inflazione media annua è attesa raggiungere un picco del 5,5%
quest’anno. Nel medio termine, si prevede che la crescita si stabilizzerà poco
sopra l’1%, grazie alla continua spesa relativa al PNRR e alla moderazione
dei prezzi delle materie prime.
E’ inoltre necessaria “una strategia credibile su due fronti per ridurre
significativamente, seppur gradualmente” il deficit e il debito pubblico. “Per
aumentare la produttività e la crescita del PIL sono necessarie riforme
strutturali globali, compreso un ampliamento a gettito invariato della base
imponibile per rendere il sistema fiscale più equo”, si legge nel testo. Inoltre, la
revisione della spesa e un ulteriore miglioramento della compliance fiscale
“consentirebbero di conseguire un aggiustamento fiscale opportunamente
calibrato, che dovrebbe iniziare già nel 2023 nello scenario di base e potrebbe
fornire un avanzo primario del 2 per cento del PIL entro il 2030″, si legge.
Ridurre gradualmente debito e deficit
“Una revisione completa del bilancio per trovare risparmi significativi derivanti
dai programmi fiscali e di spesa esistenti dovrebbero essere alla base della
strategia”, insiste il Fondo. Sul lungo termine, afferma ancora il Fmi, il
mantenimento di questo contenimento della spesa e un avanzo primario al 2%
creerebbero spazi per investimenti prioritari (clima, energia, l’educazione, la
digitalizzazione, l’innovazione) anche dopo aver gestito il rialzo della spesa
pensionistica. Il tutto tagliando “il debito pubblico a circa il 135 per cento del pil
entro il 2030”.

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