ANALISI E COMMENTI – PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane ……

PNRR e servizi pubblici digitali: sfide
e opportunità per Comuni e Città
metropolitane

La maggiore adozione dei servizi digitali da parte dei cittadini è uno dei
benefici che le amministrazioni si aspettano dal grande sforzo connesso
al PNRR. L’aspettativa principale è però l’interoperabilità, che
rappresenta anche la principale sfida, insieme al rispetto dei tempi e alle
competenze necessarie per attuare la trasformazione digitale che il
PNRR sollecita. In questo contesto, in che modo la PA locale può
digitalizzare rapidamente i propri servizi, garantire una vista a 360° dei
cittadini e offrire loro un’interazione multi-canale semplice ed efficace? Il
confronto è aperto, ecco gli spunti emersi in un incontro organizzato
con Salesforce
I Comuni e le Città Metropolitane sono fra i principali destinatari delle risorse
PNRR finalizzate a migliorare l’accesso dei cittadini ai servizi, realizzare la
transizione al cloud e l’integrazione sia con le principali piattaforme nazionali
sia con le altre amministrazioni. Al tempo stesso sono responsabili della
veloce attuazione delle misure individuate, senza la quale si rischia il
fallimento dell’intero Piano. È fondamentale, quindi, stimolare il confronto su
queste opportunità e queste sfide coinvolgendo amministrazioni locali e
aziende che sono al fianco della PA in questo percorso di trasformazione
digitale. È quello che sta facendo Salesforce in un ciclo di appuntamenti
progettati proprio per analizzare in che modo la Pubblica Amministrazione
locale può digitalizzare rapidamente i propri servizi, garantire una vista a 360°
dei cittadini ed offrire loro un’interazione multi canale semplice ed efficace.
All’interno di questo percorso nel mese scorso si è svolto anche un tavolo di
confronto organizzato da FPA e Salesforce. Vediamo i principali focus emersi
in occasione del tavolo di confronto del 16 marzo, che definiscono il contesto
da cui partire per impostare strategie e soluzioni per l’attuazione del PNRR.
Servizi digitali: tra domanda e offerta, la cartina dell’Italia
Il punto di partenza non può che essere l’analisi DESI che evidenzia per l’Italia
il gap fra domanda e offerta di servizi pubblici digitali: una domanda molto
inferiore alla media europea e, di contro, un’offerta in linea con i livelli degli
altri paesi. Questo risultato deriva da una performance superiore per i servizi
alle imprese (89/100 a fronte della media europea di 84/100), ma inferiore per
i servizi digitali per i cittadini (69/100 contro 75/100). Tuttavia, l’aspetto
davvero preoccupante è sul lato della domanda che vede solo il 34% di
ricorso ai servizi digitali da parte dei potenziali utilizzatori contro la media UE
del 64%. Questo gap può essere spiegato solo parzialmente con il digital
divide culturale, territoriale e di connettività.
ICity Rank, la ricerca annuale condotta da FPA sui capoluoghi di provincia,
restituisce indicazioni molto articolate sulla maturità digitale delle città e indica
una realtà a macchia di leopardo, soprattutto in termini di velocità di
trasformazione. A fronte di un gruppo di testa di 20 città pienamente digitali
troviamo, infatti, un gruppo di 60 amministrazioni a livello intermedio e circa 20
in deciso ritardo. La lezione appresa in era Covid è che chi aveva già investito
in digitale prima della pandemia non solo è riuscito a rispondere meglio e più
rapidamente alle necessità dei cittadini, ma ha anche aumentato il proprio
livello di maturità digitale.
Un ulteriore elemento di riflessione sulla maturità digitale dei cittadini viene dai
trend di crescita delle piattaforme abilitanti nazionali rilevati a fine 2021, con
26,6 milioni di identità SPID erogate, 25,9 milioni carte di identità elettroniche
(CIE) e 23,4 milioni di download app IO. Sembra dunque esserci una vasta
platea di cittadini pronta ad utilizzare i servizi digitali che finora non è stata
adeguatamente mobilitata. Questa ipotesi è confermata dai risultati
un’indagine FPA, in collaborazione con Istituto Piepoli, dalla quale emerge che
il 49% dei cittadini ha utilizzato servizi centrali consolidati come quelli offerti da
INPS e Agenzia delle entrate, il 59% ha scaricato il Green Pass (59%), 32%
usufruito del cash back (32%), mentre solo il 23% ha utilizzato per servizi
erogati dal proprio comune.
Risorse del PNRR: opportunità e responsabilità
La necessità di superare con urgenza queste contraddizioni è ben presente
all’interno del PNRR, che destina circa il 35% delle risorse agli enti territoriali,
per un totale di 66,4 miliardi euro, 28,3 dei quali destinati in maniera specifica
a Comuni e Città metropolitane. In questo quadro si inserisce Italia Digitale
2026, la strategia sviluppata dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la
transizione digitale che prevede, all’interno del PNRR, investimenti e riforme
per l’ammontare di 6,14 miliardi di euro.
I comuni sono interessati soprattutto da due misure previste all’interno della
Missione 1 Componente 1 – M1C1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza
nella PA: l’investimento 1.2 studiato per favorire la migrazione al cloud, con
una dotazione finanziaria di 1 miliardo di euro di dall’investimento 1.4,
dedicato a servizi digitali e cittadinanza digitale, con interventi che puntano a
incidere soprattutto sui gap sopra rilevati. Un terzo di Italia Digitale (circa 2
mld) è infatti destinato al miglioramento della qualità dei servizi offerti ai
cittadini attraverso una serie di sotto-misure come esperienza dei servizi
pubblici (1.4.1), inclusione e accessibilità (1.4.2), adozione di PagoPA e appIO
(1.4.3), adozione dell’identità digitale con SPID e CIE (1.4.4), avvisi digitali
(1.4.5), Mobility as a Service, con dieci progetti pilota previsti, tre dei quali già
individuati per Milano, Roma e Napoli (1.4.6).
Si delinea così un percorso che richiede tempistiche molto più rapide di quelle
che la PA ha sperimentato in passato, con un sovrappiù di responsabilità.
Mancare anche solo a uno di questi target comporterebbe infatti la perdita
della tranche del semestre di riferimento.
Affinché il percorso intrapreso porti davvero a centrare gli obiettivi attesi è
necessario predisporre casi d’uso e obiettivi andando a tradurre quanto
indicato dal PNRR in target quantitativi e misurabili.
Una piattaforma dedicata rappresenta il punto di accesso per le informazioni e
per i bandi in pubblicazione (sono usciti da poco i primi Avvisi), consentirà di
usufruire delle risorse a disposizione delle PA dal PNRR dedicati alla
trasformazione digitale, permetterà di rendicontare l’avanzamento dei progetti
e richiedere assistenza.
Migliorare l’accessibilità ai servizi pubblici con l’aiuto di AgID
(M1C1 Misura 1.4.2)
Una maggior adozione dei servizi da parte degli utenti, grazie al
miglioramento dell’accessibilità, favorisce l’efficienza e la produttività
dell’amministrazione e rende il cittadino più autonomo e soddisfatto del
servizio offerto. Nell’attuazione e nella predisposizione delle attività necessarie
per aiutare Comuni e Città metropolitane a sfruttare al meglio le risorse del
PNRR, un ruolo primario è assegnato ad AgID, in particolare per predisporre
un’offerta di servizi più inclusivi, capaci di attirare la domanda e di soddisfarla.
L’attività preliminare sarà il monitoraggio sulla qualità dei siti delle PA, la
sensibilizzazione e la formazione delle persone dell’amministrazione per
creare una cultura dell’accessibilità a tutti i livelli, per arrivare al supporto
necessario. È previsto il coinvolgimento di 55 PA (19 regioni, 2 province
autonome, 14 città metropolitane, 6 comuni da individuare con ANCI).
A differenza delle altre misure accessibili tramite pacchetti standard, la misura
1.4.2 prevede accordi specifici fra l’amministrazione coinvolta e AgID che
fornirà anche supporto tecnico. con la messa a disposizione di esperti di
accessibilità, sviluppatori, ecc.
Quali soluzioni per raggiungere i benefici attesi e superare le sfide?
La maggior adozione dei servizi da parte dei cittadini attraverso il
miglioramento dell’accessibilità è certo uno dei benefici che le amministrazioni
si aspettano dal grande sforzo connesso al PNRR, insieme all’efficientamento
dei processi di gestione delle richieste da parte degli utenti. L’aspettativa
principale è però l’interoperabilità, con i sistemi locali esistenti, con quelli
nazionali e delle altre amministrazioni ed enti. L’interoperabilità rappresenta
anche la principale sfida, insieme al rispetto dei tempi e alle competenze
necessarie per attuare la trasformazione digitale che il PNRR sollecita.
Restano alcuni punti aperti come la possibilità di accelerare anche ricorrendo
a piattaforme già sperimentate per la comunicazione con i cittadini, che vanno
visti a 360° e lasciati liberi di scegliere le modalità di comunicazione che
preferiscono.

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